capitolo 3

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Avevo finito il 3° anno di liceo, la scuola sapeva benissimo che io non avrei continuato o se sarei andata solo una settimana al mese essendo che non potevo permettermi di pagarla

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Avevo finito il 3° anno di liceo, la scuola sapeva benissimo che io non avrei continuato o se sarei andata solo una settimana al mese essendo che non potevo permettermi di pagarla .

Per fortuna, secondo me un angelo da là sù mi a graziato, infatti non so come ma ha sedici anni mi hanno offerto un "lavoro".

Sarei dovuta andare a lavorare all'ipm di Nisida, in mezzo ai criminali, no che la cosa mi spaventasse ma mi metteva ansia essendo che quel posto è quelle persone mi avrebbero sicuramente ricordato mio padre .

Ma meglio di niente era, questo lavoro mi serviva e non potevo di certo lasciarlo .

<<Nonna io vado>> dissi lasciandole un bacio sulla guancia per poi prendere le chiavi dal posacenere <<va bene tesoro stai attenta >> disse rivolgendomi un sorriso .

<<si>> dissi per poi scappare dalle scale, presi il pullman che passò sotto casa dove incontri l'ultima persona che io avrei voluto incontrare in quel momento.

<<poverella che ci fai qua? Haahahah vuoi che ti paghi il biglietto ?>> roteai gli occhi <<smettila Jessica >> gli risposi con tono irritato.

La odio era una mia "compagna" di scuola che assieme al suo gruppetto non facevano altro che prendermi in giro.

<<vai a lavorare da quei criminali ? O vai a fare la puttanella? >> per fortuna non ebbi il tempo di rispondere perché il pullman arrivò proprio davanti l'ipm e scesi senza neanche rivolgerle uno sguardo.

Mi trovai di fronte ad un enorme cancello grigio da cui da dietro le sbarre si intravedeva un campo da calcio .

Suonai al citofono che si trovava vicino all'enorme cancello <<chi è>> chiese la voce di un uomo <<sono Isabella>> dissi sperando che non dovessi spiegare chi ero .

<<ti apro subito entra>> e dopo poco l'enorme cancello si spalancò mostrando due campi da calcio in questo momento vuoi .

E immaginai che i ragazzi fossero nelle cella, mi raggiunse un uomo con una camicia azzurra e un po di barba.

<<tu vedi essere Isabella giusto>> mi chiese e io annuì <<piacere massimo il comandate dell'ipm>> disse porgendomi la mano che ricambiai.

<<ti accompagno dalla direttrice ti vuole conoscere >> mi fece strada e camminai dietro di lui .

Bussò ad una porta con della vedrete da cui si intravedeva un ufficio e una donna bionda <<avanti>> disse ed entrammo .

<<Ciaooo Isabella>> disse la donna avvicinandosi a me con un bastone <<salve direttrice>> dissi sorridendo un po in ansia per la situazione.

<<vieni accomodati >> mi fece sedere su una poltrona assieme al comandate e lei davanti a me .

<<il tuo compito qui sarà quello di pulire le celle, sopratutto quelle dei ragazzi, portare da mangiare, le medicine e tutto il necessario in isolamento e inoltre ... avevo pensato una cosa so che hai bisogno di soldi non è vero ?>> mi chiese

<<si è vero e sarei disposta a fare di tutto>> dissi con tutta la sincerità <<bene allora potrò pensare a darti un aumento solo se ... sarai disposta a pulire portare da mangiare e le medicine ad uno dei ragazzi più spietati e pericolosi qui dentro >> mi dissi sta volta non più con tono dolce ma un po più duro e severo .

questa cosa mi metteva un po d'ansia cioè essendo in un carcere minolire che grandi persone pericole e spietate ci dovrebbero essere .

<<emh... v-a va bene >> dissi pure di avere un po di soldi in più.

<<d'accordo allora puoi già iniziare oggi massimo ti accompagnerà per farti vedere tutto e da domani tocca a te farai dalle 8 del mattino alle 4 di pomeriggio tutti i giorni tranne la domenica libero e il sabato farai la notte invece buon lavoro signorina >> mi disse per poi sorridermi e tornare a fare quello che stava facendo.

Massimo mi accompagnò alle celle maschili dove già all'entrata si sentivano i primi fischi e urli .

<<guaglio placate gli animi>> disse il comandate mentre per correvano il corridoio delle celle che erano chiuse con dentro i ragazzi che non facevano altro che stare incollati alle sbarre e sbavarmi dietro .

Arrivammo alla fine del corridoio dopo c'era una cella sta volta chiusa con due porte.

<<questa è la cella del boss come lo chiamano qui nonché quello più pericoloso stai attenta piccerè >> disse per poi mostrarmi altre cose che dovevo fare .

Mi mostrò la mensa, la sala comune, l'isolamento, e anche l'ala delle ragazze .

<<bene per oggi il tuo tour finisce qui ci vediamo domani mi raccomando >> mi disse dandomi una pacca sulla spalla .

<<ah tieni queste sono le chiavi di tutte le celle >> disse lasciandomi un malloppo di chiavi .

La mia giornata finì in fretta tutto sommato quel posto non era orribile anche se stare a contatto con quel tipo di persone un po mi metteva a disagio.

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