2.

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La prima cosa che Manuel sente non appena apre gli occhi è il rumore del cellulare che vibra sul comodino accompagnato da dei tuoni fuori la finestra. Sospira girandosi a pancia in su e premendo l'avambraccio sugli occhi, pronto a veder sfilare davanti a se studenti bagnati che lamentavano ritardi dei mezzi pubblici o che semplicemente la usavano come scusa per poter entrare più tardi, nonostante durante la sua ora non succedesse così spesso.

Il cellulare smette di vibrare per qualche istante, solo per riprendere poco dopo annunciando una seconda chiamata, che lo costringe a lasciar andare un sospiro molto più simile ad uno sbuffo mentre lo afferra.

«ao» dice, non appena lo porta all'orecchio.
«buongiorno anche a te, sei 'n principe oh» la voce di sua madre gli arriva squillante, come se fosse sveglia ormai da ore, e questa cosa non fa altro che causare ancora più fastidio in suo figlio che aggrotta la fronte aprendo finalmente gli occhi, puntandoli sul soffitto.
«a ma', la sveglia mia non è ancora suonata, o è morto qualcuno o sta chiamata non la comprendo» dall'altro capo del telefono sente sua madre trafficare con qualcosa in cucina prima di rispondere.
«se non rispondi bene a mori' sarai te» dice, senza dare il tempo a Manuel di replicare. «te volevo dì che le scuole so chiuse, c'è allerta meteo»

E se solo qualcuno avesse avuto la possibilità di entrare nel cervello di Manuel in quel momento, avrebbe sicuramente riso dei suoi pensieri formulati in pochi secondi. Il collegamento fatto dal suo cervello, ancora in parte addormentato, è abbastanza basilare: le scuole sono chiuse e lui potrà andare direttamente a casadante senza prima fare lezione.

«mh, bene» risponde, tirandosi a sedere sul letto.
«che fai? Vieni a pranzo?»
«no- no, devo corregge un po' de compiti»
«e non lo puoi fa qua?»
«vado a casadante» spiega, scostando le coperte dal suo corpo. Che poi lui la certezza di trovarci anche Simone non ce l'ha, ma sicuramente questo non lo avrebbe fermato dal fare un tentativo.
«co l'allerta meteo?»
«da te ce posso veni' e al locale no?»
«preferisci rischia' de mori' per andare lì e non da tua madre?»
«a ma'!» dice con tono ammonitorio, scatenando una risatina divertita da parte di Anita, che si mise seduta al tavolo con la sua tazza di latte tra le mani.
«poi me dici perché te piace tanto quel posto»
«seh, se tutto va bene te lo presento» risponde Manuel sorridendo, riesce a distinguere solo un verso sorpreso da parte della madre prima di urlare un «se sentimo dopo!» e attaccare, ridendo da solo per la reazione causata.

Ci mette all'incirca venti minuti a prepararsi, indossando un maglione bordeaux e dei jeans neri, entrambi regalati da Anita. Quei venti minuti, comunque, li passa con la mente ben lontana da casa sua, a circa dieci chilometri di distanza, e ben focalizzata su due occhi marroni ed un sorriso talmente luminoso da portare luce anche in una giornata di pioggia come quella.

Si sente infantile mentre formula quei pensieri con un sorriso inebetito sul volto e pensa di essere ridotto veramente male quando realizza di star sfidando un temporale imminente per poter arrivare fino a quel locale, senza nemmeno avere la certezza di vederlo.

Ed i suoi timori si concretizzano quando arriva a casadante e non trova nessuno all'interno, fatta eccezione per i ragazzi che vi lavorano. Il locale è completamente vuoto ed il posto di Simone lo può intravedere dall'entrata, mentre saluta Giulia che se ne sta seduta su uno sgabello in assenza di gente da servire. La sedia è ben accostata al tavolo, segno che quella mattina non era stata mossa nemmeno di un millimetro. Si morde l'interno della guancia prendendo un respiro a pieni polmoni notando come, per la prima volta, i grandi finestroni non riuscivano ad illumiare l'interno della sala, costretti ad essere sostituiti dalle luci artificiali sull'alto soffitto.

«chissà perché me l'aspettavo» sghignazza Giulia, ridendo sommessamente. E Manuel non capisce bene quella frase, almeno finché lei non continua chiedendo «caffè e cookie?» e da dietro il muro arrivano improvvisamente dei passi trafelati. Una testa riccioluta spunta da dietro l'angolo e quei due occhi enormi si posano prima su di lui, poi sulla ragazza.
«solo un caffè» risponde al posto suo, sorridendo in modo gentile.

Casadante. | Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora