9 Gennaio 1997 Birmingham Alabama
-Questo caffè è decisamente orribile-mormorò Charles guardando il bicchiere con disgusto.
Lo gettò poi nel cestino e si diresse verso l'entrata della sala dove si stava tenendo una riunione.
Si sistemò i capelli, schiarì la voce e con un sospiro cercò di darsi una calmata, dato che l'ansia lo stava divorando vivo.
Bussò alla porta e aspettò una risposta, alle sue spalle passarono due ragazze, si voltò verso di loro accennando un sorriso e facendogli un gesto amichevole.
Le ragazze scoppiarono a ridere, una delle due coprendo il muso e guardando con sdegno Charles.
Il ragazzo dopo tale reazione distolse lo sguardo da loro e guardò verso il basso mostrando vergogna. -Entra pure- si udì dalla sala.
Entrò rapidamente e chiuse la porta mettendo un pò troppo forza e facendo baccano, ciò attirò l'attenzione dei quattro uomini che lo stavano aspettando seduti davanti al tavolo, tra cui il suo superiore.
-Siediti pure Charles- il giovane si sedette posando anche diverse cartelle sul tavolo e aspettando che qualcuno dicesse qualcosa.
-Charles Miller, io sono Trevor Toemann uno dei dirigenti della FreeRose, e loro sono miei associati: Michael Mendoza, Emilio Rivera e Yurgan Ross che conoscerai da molto più tempo- prese dei fogli che aveva alla sua destra e li diede al ragazzo con delicatezza
-Molto piacere, di cosa volevate parlarmi?-chiese.
-Beh... Spero che la cosa ti piacerà, è un passo in avanti che prima o poi bisogna compiere e dato che tu sei stato tra i più bravi...- Trevor non finì la frase lasciando intendere per qualche secondo cosa stesse per dire.
-abbiamo bisogno di nuovi soci, e dato che tu sei solo un promotore della nostra azienda vorremmo che tu ne facessi parte ufficialmente- Charles sentendo quelle parole era al settimo cielo, ma cercò di non mostrarlo contenendo le emozioni.
-non c'è neanche bisogno che leggi, è tutto pronto e basterebbe solo una tua firma- intervenne Mendoza.
Charles non ascoltò ciò che disse Michael, era impegnato a leggere tutti i termini e le condizioni del contratto.
Lo stipendio era da fame. Le ore di lavoro aumentate e l'unico privilegio che c'era era di percorrere il tratto da casa a lavoro con un van privato dell'azienda.
-Allora? Che ne pensi Charles?- il ragazzo non disse nulla fissando il foglio e rendendosi conto che cercavano solo di illuderlo.
- È emozionato perdonatelo, è fatto così quando ottiene una notizia così bella non riesce ad esprimere ciò che prova- giustificò Yurgan.
Charles si alzò immediatamente in piedi sbattendo i pugni sul tavolo- Non siete altro che degli imbroglioni, falsi, ipocriti del cazzo!-
A tali parole Il signor Toemann reagì con rabbia.
-Come ti permetti a rivolgerti così con noi?!--Ma vaffanculo, a chi credi di convincere con questa sottospecie di contratto? Neanche gli stupidi potrebbero cadere a tale trappola, mi state chiedendo di diventare ufficialmente il vostro schiavo-
-Vada subito fuori Miller! Fuori!- esclamò Emilio alzandosi in piedi.
-Tornatene in Messico El Chapo dei miei stivali- esclamò facendo cadere la sedia alle sue spalle.
-Vi pentirete di avermi trattato così, ve lo assicuro! Farò di tutto per farvi fallire!-gridò Charles andando verso la porta.
Uscì con furia dalla sala e se ne andò con passo veloce verso l'ingresso dell'edificio.
L'incontro era stato organizzato alla sede centrale della FreeRose, che altro non era che un grande edificio che si vedeva da kilometri, interamente in cemento armato, bianco e con delle finestre a nastro che percorrevano tutto l'edificio.
Uscì nervoso dirigendosi verso la sua auto, arrivò davanti la sua auto e cercando le chiavi dell'auto andò nel panico più totale.
Gli caddero dalla tasca, e si dovette chinare due volte per prenderle ed entrare finalmente in auto.
Con rabbia colpi ripetutamente il volante con i pugni facendosi anche del male, con la testa china e la mente vuota Charles si era reso conto che ormai era stato licenziato.
Ma tutto ciò prevedeva anche un lato positivo, e un progetto per vendicarsi:
Non essere più sfruttato e fare in modo che la FreeRose fallisca per sempre.Tornò a casa verso ora di pranzo, vide che nel suo posto dove parcheggiava c'era già un altra auto, una Ford Mondeo grigia posteggiata in diagonale con una ruota sul marciapiede.
-Indovina chi c'è...- commentò fermandosi davanti all'auto.
Poi tornò a cercare un altro posto dove mettere la macchina.
-Woooooo! Nonnetta questo polpettone è uno sballo! Ma perché non abbandoni quel fallito di tuo nipote e vieni a vivere da me?-esclamò ridendo.
-Cassandra... Non ti permetto di rivolgerti così a mio nipote, ti ho accolta in casa mia ma ciò non vuol dire che puoi dire queste cose-rimproverò la nonna.
-faccio il cazzo che mi pare, punto. Ora non mi rompere e chiama Charles devo parlargli- ordinò buttandosi sul divano come un peso morto.
La porta d'ingresso si aprì e Charles con la sua valigia in mano entrò in casa con aria triste.
-Charles?- chiese la signora.
-Sono io nonna, chi c'è in casa?-domandò posando la valigia all'entrata.
-Eccomi!- esclamò alzandosi dal divano.
-Cassandra..- mormorò con un finto sorriso.
-Che c'è? Ho fatto qualcosa?- chiese dubbiosa.
-Sei capitata nel momento meno adatto, in più credevo che non mi rompessi più le palle scusami il termine-
-Beh ti sbagliavi caro mio, sono qui, li, ovunque tu vada- Charles si fermò vedendo il polpettone della nonna polverizzato, non c'era più neanche il vassoio.
-Perdonami figliolo, ma la tua amica nell'attesa ha voluto assaggiarlo, e come potevo dirle di no?-
-Tu sei una bestia, e tu nonna dovevi impedire a questa specie di rettile di entrare in casa- rimproverò Charles.
-Com'è andata a lavoro?- chiese la nonna sedendosi a tavola.
-purtroppo mi sono licenziato-
-Cosa?!- dissero le due donne in contemporanea.
-Mi hanno proposto di lavorare per loro, un contratto da fame, leggermente meglio di quello che avevo prima- spiegò aprendo il frigorifero e prendendo una birra.
-Posso capirti Charles, io lavoro tutto il giorno in un minimarket sulla quindicesima e ti assicuro che è uno schifo...-disse Cassandra sbuffando.
-Ma in ogni caso ho un piano, quegli stronzi della FreeRose la pagheranno per avermi fatto passare le peggiori sofferenze- dichiarò stringendo i denti.
-E che vuoi fare? Denunciarli o mandare dei sicari come fa la mafia?-ironizzò prendendo in giro Charles.
-Mi servi tu Cassandra, e a che tu nonna... faremo crollare questa fottutissima azienda nella peggior maniera possibile-
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Charles Miller
ContoCharles Miller, un ragazzo appassionato di informatica, film e videogiochi si trova a vivere in una realtà difficile, quella degli adulti. Infelice del proprio lavoro e della monotona vita che conduce cerca ogni opportunità per trovare una via di us...