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🌇SKIPE TIME🌇

QUARTO GIORNO DI CALORE

Quei quattro giorni erano andati bene.

Bakugo era al lavoro, Izuku chiuso in camera, nessuno vedeva nessuno.

Bakugo era silenzioso e cupo, e non aveva nemmeno voglia di sbraitare al rosso che irrompeva in ufficio. Sapere che tornato a casa, avrebbe sentito quei suoni soavi e quell'odore paradisiaco, e non poter fare nulla, lo mandava in bestia.

Il verde, tra un ondata di calore e l'altra, si fermava a pensare se avesse risposto diversamente. Il biondo con lui era gentile, possessivo, forte e persino bello, tutto ciò che avrebbe voluto da qualcuno. Era uno delle persone più potenti del paese, un Enigma.

Avevano detto: "facciamo come se nulla fosse accaduto" e invece qualcosa era accaduto.

Erano le 7 di mattina. Bakugo era in piedi in un parco.
Era inizio novembre.

[Se per caso prima di questo capitolo fosse stato un mese diverso, fate conto che sia novembre comunque]

La brina riempiva l'erba, mentre con gli scarponi camminava tornando verso casa. 

Quando arrivò davanti alla porta del suo appartamento, fece un sospiro profondo, per poi aprire la porta. 

Come al solito, la casa era pulita e immacolata, ma stavolta si sentiva un leggero odore di ciliegie, con un poco di menta.

Si tolse il cappotto, appendendolo, per poi andare in cucina e preparare la colazione. Prese un vassoio, poggiandoci sopra una tazza di cioccolato caldo, una ciotola di riso con natto (fagioli fermentati) e un uovo. Accanto, mise una forchetta e una bottiglia d'acqua. 

Andò verso la porta della camera degli ospiti, fermandosi a guardare il sole che spuntava tra i grattacieli di Tokyo. Si avvicinò ad un vaso di Garofani, rossi, ne prese uno, appoggiandolo accanto al piattino.

Si avvicinò alla porta, lasciando per terra il vassoio. Bussò, sentendo un rumore lieve provenire dall'interno. 

"K-kacchan...?" chiese lieve una voce. 

"Deku... Io vado al lavoro... Ti ho preparato la colazione..." mormorò basso. 

"G-grazie Kacchan..." 

Fece per girarsi, ma si fermò. 

"De-...Izuku, se hai bisogno, sono qui... Torno a pranzo" disse solo, andando via. 

Dall'altro lato della porta, Izuku trattenne un respiro, arrossendo un po'. Si sistemò la maglietta, aspettando di sentire la porta principale scattare e chiudersi. Aprì la porta di poco, prendendo il vassoio, e richiudendosi dentro. 

Guardò il piccolo vassoio, notando come il biondo fosse bravo a cucinare. Guardò il Garofano, ricordandosi di una scena di quando era piccolo.

FLASHBACK

"Bene, bambini, oggi vi insegnerò il significato dei fiori" aveva detto la maestra, disegnando qualche fiore alla lavagna. 

Un Izuku di appena 8 anni alzò la testa, cercando di ricopiare la bella margherita sul suo foglio a quadretti. 

"Le margherite simboleggiano la purezza e la nobiltà d'animo, ad esempio!"

"Mentre invece, la viola simboleggia l'umiltà e la modestia! Voi, sapete qualche significato?"

"Maestra! Mio padre regala sempre a mia zia dei Garofani rosa! Che cosa significa?" aveva chiesto una piccola Beta in fondo alla classe.

"I Garofani simboleggiano molte cose, quelli rosa indicano tenerezza e affetto" aveva risposto la donna. "Vuol dire che tuo padre vuole molto bene a sua sorella"

Izuku allora aveva guardato fuori dalla finestra, e aveva visto quel cespuglietto di fiori. 

Aveva alzato un poco la mano, catturando l'attenzione della maestra.

"Si, Midoriya?"

"I g-garofani rossi c-cosa rappresentano?" aveva chiesto.

"Oh, rappresentano amore e passione! Se mai dovreste trovare l'amore della vostra vita, regalategli un garofano rosso!"

FINE FLASHBACK

Osservò il fiore, annusandolo un po', per poi finire la colazione. 

Kacchan... Penso...

Però, a interrompere questi pensieri ci fu un ondata di calore improvvisa, e fu costretto a richiudere la finestra. 





*Ehyooo, il prossimo capitolo!

quando? Boh, credo presto! Sarà un po' smut... Ma poco*

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