IV

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appena messo un piede dentro mi guardai subito attorno.
nonostante fossero si e no le 10 e mezza di sera, c'era gia molta gente, cosa che io odiavo.
non andavo spesso, ansi, oserei dire mai, alle feste o comunque in posti cosi perche ho sempre odiato il troppo affollamento.
ero piu una ragazza da andare nel bosco, fare un pic nic per poi sedersi sotto un albero a fumare e parlare con l'unica persona di cui mi fidavo di piu.
amo quel tipo di sensazione, stare in mezzo la natura e tutto.
e l'unica persona che sa e che è riuscito a portarmi in posti del genere e farmi contenta è stato proprio tom.
lui mj conosce meglio di chiunque altro.
nel mentre andammo in un angolo della casa in cui c'erano dei divanetti con un tavolino e degli alcolici sopra.
andammo proprio li perche c'erano degli amici di tom, che a me stavano un po antipatici, soprattutto le puttanelle, ma per non creare discussioni facevo finta di nulla.
tom non aveva lasciatovper neanche 1 secondo la forte stretta che aveva, ormai, dalla vita ai miei fianchi.
mi dovette lasciare cosi da poterci sedere sui divanetti.
io ero in mezzo fra tom ed un altro ragazzo, e quest ultimo sembrava non farsi problemi a fissarmi o le fambe o la scollatura, e qualche volta il viso con un sorrisino malizioso.
quanto odio i ragazzi cosi veramente.
sospirai e provai a far finta di nulla.
mi girai verso tom e lo vidi che mi stava gia guardando, ma appena lo guardai io distolse lo sguardo.
che gli prendeva?
dovevo scoprirlo, ma non adesso.
doveva dirmi che cazzo aveva.
ci diciamo tutto noi.

tornando al presente, guardai le vecande sul tavolo, mi fiondai sulla vodka alla pesca.
benedico chi la creo, veramente.
presi due bicchieri e li riempii, tornando poi al mio posto e porgendone uno a tom.
mi scolai altri 2 bicchieri due secondj dopo.
per mia fortuna reggevo l'alcol, percio potevo bere un altro po e non mi sarebbe successo nulla.
ma sentivo ancora gli occhi di quel coglione addosso, e no, non parlo di tom, ma ben si di quel ragazzo.
mi girai in sua direzione e mi stava ancora fissando.
anche se ai vedesse che era un ragazzo giovane, aveva la stessa espressione e sguardo di un fottuto pedofilo di 40 anni.
questa cosa mi faceva venire i brividi.
mj irrigidi su quella poltroncina bianca, che mi faceva leggermente sprofondare verso il basso, e girai lo sguardo per cercare quello di tom.
stava guardando da un altra parte mentre sorseggiava la vodka, data prima da me.
mi girai per vedere se il ragazzo mi stesse ancora guardando e me lo ritrovai nella poltroncina accanto.
appena lo vidi saltai in aria.
ma che cazzo voleva quello?
mi stava salendo l'ansia.
avevo paura potesse succedere di nuovo, ma sta volta non so se avrei retto..

mi allontaia leggermente, spostandomi verso tom, ma il ragazzo sembrava non voler togliere gli occhi da me.
<<che fai bellezza, perché scappi? mica ti mangio>>
disse lui nell intento di avvicinarsi a me.
io ero terrorizzata.
fortunatamente avevo tom accanto.
perciò provai ad ignorare il ragazzo e presj la mano si tom.
appela la presi lui si giro di scatto.
mi guardo negli occhi e poi guardo il ragazzo, che si stava facendo piu insistente.
incrociai le sue dita con le mie ed iniziai a muovere la gamba.
lui tiro un occhiataccia a quel ragazzo, subito dopo si alzo di scatto, trascinandomi con lui.
mi girai ed il ragazzo stava ancoda fissando, per lo piu ridendo.
sembrava veramente uno psicopatico.
tom mi porto fuori dall edificio, e ci sedemmo su una delle panchine poste nel grande giardino che circondava quella meravigliosa villa.
mi guardo intensamente negli occhi.
<<ei kleiner stern, devo andare a pestare quel coglione?>>
chiese lui con voce quasi triste.
<<nono, non mi ha fatto nulla, stai tranquillo>>
dissi.
ci guardammo per qualche secondo e poi mi buttai al abbracciarlo forte.
<<dai schlafmütze tornjamo a casa, puoi dormjre da me>>
li sorrisi e ci alzammo.
ormai l'estate stava finendo, e c'era quel leggero filo di vento, fresco ma non troppo, che amo veramente molto.

Tom's POV
sapevo fosse molto spaventata.
ormai anche solo uno sguardo strano da un qualsiasi uomo o ragazzo che sia le faceva ansia, e di vedeva.
ma io sarei stato sempre con lei ler proteggerla.
non mi perdonerò mai quella volta quando successe.
fu tutta colpa mia.
mia e solo mia.
sono stato io a non proteggerla, non ho protetto la persona che amo, che amo sin da quando sono bambino.
e non me lo perdonerò veramente maj.

stavamo camminando mano nella mano.
adesso sembrava si fosse calmata, e questo faceva calmare anche me.
non so cosa mi stesse succedendo, ma , per quanto io ci possa provare, non riusciro maj a fare lo stronzo con la mia schlafmütze.
ogni volta penso di doverlo fare, ma poi mi giro e vedo quegli occhi.
quei occhi verdi, che solo lei aveva.
quando incastravo il suo sguardo col mio, non riuscivo a fare piu nulla.
perdevo il controllo del mio corpo, come se la mente si scollegasse per quel momento.
e questa sensazione non adava affatto bene.
spostai bruscamente la mia mano dalla sua, mettendo entrambe le mie mani nelle tasche dei pantaloni.

lei mi guardo stranita, ma poi distolse lo sguardo da me e lo poso sul marciapiede dive stavamo camminando.

dopo qualche altro minuto arrivammo a casa.
mi fermai davanti al mio cancelletto, lei mi mise davanti a me e ci guardammo intensamente negli occhi.
ad un tratto mi abbraccio, ed io ricambiai subito.
sentii un 'grazie' soffocato mentre mi stringeva.
questi momenti mi fanno innamorare.
questi gesti, queste parole.
ma proprio l'amore era la mia paura piu grande.
ma non per me, per lei.
per lei che ha gia sofferto.
per lei che è gia stata delusa molte volte, e avrei paura di farlo anche io
<<su piccola schlafmütze, torna a casa, è tardi>>
dissi mentre gli accarezzavo la testa.
ma lei sembrava non volersi staccare.
<<sarah stai tranquilla, ti vengo a svegliare domani mattina comr sempre.
ora vai che josh ti aspetta>>
lei annui e si stacco.
mi diede un lieve bacio sulla guancia e si giro andando verso casa sua.

appena fui sicuro che fosse entrata in casa, feci lo stesso.
salii le scale senza far troppo rumore e mi chiusi nella mia stanza a pensare, come mio solito.

𝑭𝒓𝒊𝒆𝒏𝒅𝒔 𝒍𝒐𝒗𝒆/Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora