Capitolo 1 (parte seconda)

24 2 17
                                    

pov: Ukai
Era ormai un'abitudine presentarmi per primo alle feste che si svolgevano a casa del mio migliore amico, Yuusuke Takinoe, a pensare al suo nome mi veniva sempre spontaneo ridere perché nei nostri ormai dieci anni di amicizia non l'avevo mai chiamato per nome, tantomeno per cognome. Avevo sempre utilizzato nomignoli a scopo "presa per il culo" come li definiva il biondo, ma la cosa non aveva mai dato particolarmente fastidio, anche se a dirla tutta non credo mi sarebbe ugualmente importato.
"heyla bella bionda!" L'avevo salutato in tono canzonatorio accompagnando la voce con una pacca sulla spalla e un occhiolino che comunicava tutta la mia voglia di NON comportarmi responsabilmente quella sera, ma a differenza del moro,Makoto Shimada (tanto secchione da far paura, ma un altro dei miei più grandi amici) Yuusuke era come me, amava il divertimento senza fottersene delle conseguenze, per questo c'eravamo capiti alla perfezione fin dal principio.
"Parla quello con il codino" Aveva risposto senza replicare il saluto e girando gli occhi con fare infastidito, ma lo conoscevo talmente bene da sapere che in fondo, gli avevo strappato un sorriso.
L'orologio segnava le 23:01 e la casa era ancora deserta, ma sapevo lo sarebbe stata ancora per poco, così portandomi avanti mi ero procurato ben due drink,rigorosamente superalcolici, per partire in bellezza; l'avevo pensato ridendo tra me e me, non so bene se per il coraggio o la mia immensa stupidità.
Qualche minuto dopo era arrivato il moro. Indossava uno smoking ed io, già un po' brillo, non avevo mancato a fargli notare quanto il outfit fosse inadatto alla serata con una delle mie fantomatiche frasi da signore.
"Ti sei vestito col culo, per caso?"
Mi aveva lanciato un'occhiataccia senza rispondermi e gli avevo riso alle spalle mentre si allontanava da me.
Sapevo che anche lui non poteva far a meno dei miei indiretti apprezzamenti.
Avevo già preso in mano il terzo drink e la serata non era nemmeno cominciata.
Potevo essere fiero di me stesso.

...

Alle 23:30 casa del mio migliore amico era stracolma di ragazzə che ballavano, si divoravano con gli occhi, si divertivano a guardare quegli sventurati che non reggendo l'alcoll stavano per la maggioranza del tempo o a terra o in bagno a espellere l'alcoll di troppo, ritornando successivamente a berne altro, credendo che il problema non si sarebbe ripresentato.
Mi rivedevo molto nell'ultima categoria nominata, quella che proprio non riuscivo a capire era composta da chi, in una festa di questo genere rimaneva a guardare gli altri dal balcone, sorseggiando un drink, spesso analcolico e lamentandosi della terribile noia che provavano.
Il divertimento loro non sanno nemmeno cosa sia avevo pensato svariate volte, continuando tuttavia a farmi gli affari miei.

Perso il contatto con la realtà è la condizione del tempo...
Approposito, e il mio orologio?
Non mi importava davvero, ma guardandomi il polso quell'inutile aggeggio non c'era più.
...avevo cominciato a ballare, ormai del tutto brillo e mi guardavo intorno destreggiandosi tra i caldi corpi che mi circondavano e ad un tratto, da lontano, senza neanche comprendere perché mi fossi soffermato su quella figura sconosciuta, avevo notato un ragazzo, con gli occhiali che gli cadevano sul viso probabilmente provocandogli abbastanza fastidio e un ammasso di capelli castano scuro. Si muoveva come se fosse l'unico presente nella pista da ballo, ma nessuno lo guardava, nessuno si avvicinava.
Non riuscivo a vedere il colore dei suoi occhi, ma dio solo sa quanto in quel momento avrei pagato per farlo.
Mi riscossi poco dopo da quei pensieri che ebbi paura di ammettere provenissero da me dando quindi la colpa ai..
cinque? dieci? ven-..
..tanti drink che avevo ormai ingerito, senza il minimo pentimento.

Come fossi finito a baciare la ragazza di uno tizio, ed essere ora rincorso da due tizi che non sapevo se fossero due per gli strani scherzi che la mia vista cercava di farmi o fossero effettivamente due e come,  senza nemmeno rendermene conto fossi finito addosso ad un ragazzo cadendo rovinosamente al suolo io non sapevo spiegarmelo.
Ma quello che la mia mente aveva deciso di conservare erano gli occhi dello sconosciuto, profondissimi occhi scuri, ma che non emanavano alcuna luce particolare nonostante i mille colori proiettati dalla lampada a led presente nella stanza, che si spostavano alla velocità della luce visualizzando l'ambiente e l'espressione stessa del..moro! che si guardava intorno terrorizzato, ascoltando le risate provenienti da tutti i lati della stanza, primo rumore che avevo registrato dopo un lungo silenzio inquietante.
Mi ero girato per visualizzare ciò che vedeva lui, mi ero girato nuovamente per scusarmi e per aiutarlo.
Ma lui non c'era più.
Avevo senza dubbio aggrottato le sopracciglia e forse avevo anche sperato che ricomparisse, come era appena scomparso.
L'avevo già visto, vero?
Mi ero domandato aspettandomi una risposta dalla mia mente ormai del tutto contorta e per niente lucida, prima di ricevere un pugno dritto sul naso e abbandonarmi ad un, per niente coraggioso, collasso istantaneo.

Come fuochi d'artificio.❤︎︎ -ukatakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora