Pov: Ukai
Dopo decisamente troppo tempo passato a tamponarmi il naso sanguinante con un fazzoletto gentilmente offertomi da Makoto, che se ne stava in silenzio poggiato sul piano della cucina, con le mani posizionate poco dietro ai suoi fianchi ed i piedi incrociati e, nonostante non riuscissi a vedere la sua espressione, già immaginavo il suo viso corrucciato, quello con le sopracciglia aggrottate e le labbra arricciate in un broncio che molto spesso trovavo divertente e che puntualmente assumeva quando trovava stupida qualcosa che avevo fatto io o il biondino che invece continuava imperterrito ad insultarmi pesantemente per le "continue cazzate" che a quanto pare non mi risparmiavo mai, ad ogni serata che veniva organizzata. Mi ritrovai a sbuffare pesantemente, passandomi una mano tra i capelli, cercando di liberarmi dei due ragazzi, nonostante fossero loro la ragione per cui ero ancora in piedi, seppur con un fazzoletto intriso del mio stesso sangue in mano. Avvertivo un fastidioso mal di testa impedirmi di ragionare lucidamente, anche se dopo tutti quei drink che mi ero scolato, senza curarmi delle conseguenze, me lo dovevo aspettare, così come il solito quarto grado che mi facevano i miei due migliori amici: uno gridandomi addosso, l'altro lanciandomi sguardi poco piacevoli stando comunque in silenzio. Più notavo il loro modo di agire, più pensavo a quanto fossi stato fortunato, o sfortunato, dipende dai punti di vista, a trovare due persone così opposte tra loro, con modi diversi ma uguale obiettivo, che per la cronaca era chiaramente farmi il culo o rompermi le palle. Girai gli occhi, non riuscendo tuttavia a trattenere un sorriso divertito, ripensando a quante volte questa scena si fosse ripetuta, quasi nello stesso modo, facendomi avvertire, come sempre, una strana sensazione di calore al petto, che sapevo non essere nulla di brutto. Ero il primo a tenere a loro più di quanto tenessi a me stesso, pronto a proteggerli qualunque stronzata facessero e quindi anche a rimproverarli quando erano nel torto, nonostante fosse Yuusuke a combinare più casini, rispetto al corvino; ed era nello stesso modo che loro si prendevano cura di me.
"E dì qualcosa tu, che cazzo sei, una statua? Le tue espressioni non può neanche vederle!"
Aveva gridato ad un tratto il biondino e questa volta non era un urlo riferito a me, bensì a Makoto, che come detto precedentemente, non era solito parlare in queste situazione, bensì fissarti in malo modo, il che, non vi nego, a volte metteva molto in soggezione, quasi peggio delle "dolci ramanzine" del biondo. Trattenni a stento una risata, portandomi la mano libera, la sinistra, sulle labbra e chiusi le palpebre in un espressione evidentemente divertita sapendo che in ogni caso non si sarebbero accorti di me. La risposta del corvino, decisamente infastidito dall'avance di Yuus, non tardò ad arrivare.
"Perché invece urlagli addosso quanto sia un coglione funziona, eh cervellone?"
Lo prese apertamente in giro, utilizzando quel tono di superiorità e presunzione che avrebbe sicuramente infastidito anche a me se mi fossi trovato nei suoi panni. Sapevo che la discussione sarebbe andata avanti per un pò e decisi di approfittarne ed allontanarmi da "mamma e papà" per iniziare la ricerca di ciò che davvero mi interessava. Il ragazzo su cui era inciampato, scomparso davanti a me in poco più di dieci millisecondi, come dotato dell'abilità del teletrasporto. Era lui che invadeva i miei pensieri da ormai metà serata a questa parte per non so esattamente quale motivo, probabilmente per l'espressione terrorizzata che si era formata sul suo viso non appena si era reso conto di essere circondato da quella folla di gente, tutta accalcata, insieme ai flash dei telefoni che presumibilmente registravano video o scattavano foto per postarli o mandarli a chissà quale amico, o magari era il modo in cui era caduto, le gambe poggiate di lato rispetto al corpo, una sopra l'altra che si erano immediatamente mosse freneticamente insieme al suo corpo, in gesti non esattamente eleganti, per andare alla ricerca degli occhiali, ormai distrutti sul pavimento, che alla fine erano stati abbandonati in quello stesso luogo. Più ci pensavo, più l'idea che se ne fosse andato si intrufolava come un tarlo nella mia mente, consigliandomi di non cominciare neppure a cercarlo, nonostante ciò, il bisogno di chiedergli scusa per scendere a patti con la coscienza e forse anche per rivederlo, per bene questa volta, mi avevano convinto ad avventurarmi prima in bagno, trovando solo una coppia che pomiciava ed un ragazzo che, uscito dal bagno, cominciava a strepitare battendo le mani alla coppia avvinghiata sul lavandino, poi feci un giro in camera dal letto del biondo, trovandoci una coppia, anzi, due coppie che si davano da fare, senza badarsi di avere dei vicini di letto, mi richiusi immediatamente la porta alle spalle ridendo per qualche secondo, già immaginando la reazione che avrebbe avuto Yuus, scoprendo che avrebbe dovuto cambiare le lenzuola e riordinare la stanza per l'ennesima volta dopo un party. Girai un pò tutta la casa, trovandomi ad ogni stanza più rassegnato e stanco di cercare, quindi arrivato nel grande studio, dove le soffuse luci di ogni colore continuavano, accompagnate dal ritmo della musica, a far ballare i presenti in sala, pensai di trovarmi un angolino e tentare di dormire, non avendo più nessuna voglia di bere, ma nemmeno di andarmene e sicuramente ballare non sarebbe stata tra le opzioni. Ma proprio quando stavo per scivolare contro il muro, in modo eccessivamente melodrammatico come mio solito, una consapevolezza mi colpì dritta nel petto, o mi si accese una lampadina nella mente, qualunque cosa fosse, mi ringraziai da solo, festeggiando internamente. Mancava il pianerottolo all'esterno, quello costruito intorno alla porta d'ingresso. Bloccai con le mani la neo-caduta verso il pavimento cosi velocemente che avvertì i muscoli flettersi eccessivamente e strinsi i denti, "idiota" pensai di me stesso, continuando incessantemente a chiedermi come mai mi interessasse tanto quel tipo da arrivare addirittura a farmi del male per la fretta di trovarlo, purtroppo non ci pensai abbastanza da impedirmi di tentare quest'ultima possibilità rimasta. Dopo essermi rimesso poco agilmente in piedi, sbuffai lievemente e scrollai le spalle avviandomi finalmente verso quel benedetto pianerottolo.
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Come fuochi d'artificio.❤︎︎ -ukatake
FanfictionÈ stato ormai appurato che nella vita si compiono scelte, continuamente. Ad esempio, c'è chi nella vita decide di cogliere ogni momento, di rischiare senza impegno, senza pensare alle conseguenze e c'è chi, invece, non per forza per paura, ma per p...