2.Born to die

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« Ero una gran bevitrice un tempo. [...] Mi sono detta 'Sono fottuta, sono completamente fottuta'. Così, all'inizio è bello e pensi di avere un lato oscuro -è eccitante - e poi ti rendi conto che il lato oscuro vince ogni volta che decidi di indulgere in esso. È anche un modo completamente diverso di vivere quando lo capisci ... una specie diversa di persona. » Ecco il tema del famosissimo album "Born to die" che la fece arrivare in ben 11 continenti in cima alla classifica. Lana in un'intervista dichiara di essere stata dipendente dall'alcol a soli 14 anni e che l'album parla proprio dei momenti più brutti della sua vita. L'album inizia con "Born to die" che parla di una storia d'amore problematica. La relazione non è stabile e la ragazza si rende conto che a volte l'amore non basta perché le cose funzionino, ma per ora preferisce non pensarci e continuare a divertirsi. Il ritornello si conclude con il titolo della canzone "cause you and I, we are born to die": alcuni interpretano questo verso pensando che sia la relazione a essere destinata a morire, altri forniscono invece l'interpretazione secondo cui la ragazza voglia portare avanti la relazione nonostante i problemi, perchè "la strada è lunga", da intendere come la vita e alla fine tutti noi siamo destinati a morire. Anche la seconda strofa lascia aperte entrambe le interpretazioni: Lana dice che prima si sentiva confusa e spaventata, cercava una risposta per ogni cosa, ma ora finalmente ha avuto l'illuminazione "lost but now I am found, I can see but once I was blind". La risposta potrebbe essere l'aver conosciuto il proprio ragazzo oppure l'aver acquistato la consapevolezza che è inutile preoccuparsi troppo perché tutte le cose finiscono. "Off to the races", secondo brano estratto dal suo imminente album, è un brano elegante e raffinato costruito su un beat quasi trip-hop; voce vellutata e incredibilmente espressiva che spazia con naturalezza da un genere all'altro e ti trascina in un incredibile vortice emozionale. Terza traccia di questo album è "Blue jeans" che, merito forse di qualche pubblicità, la strofa vi si inchioderà in testa e vi perseguiterà fino a che non conoscerete a memoria ogni parola. Qui Lana è in tenuta casual: blue jeans, white t-shirt e dichiara di amare il suo uomo più di quelle stronzette che ci sono state prima di lei, ma lui se ne infischia altamente e l'ha già abbandonata. Ecco il pezzone,"Video games" quello per cui l'abbiamo conosciuta, quello per cui verrà ricordata e quello con cui si faranno comparazioni negli anni a venire. A primo ascolto capisci già che si tratta di una canzone difficile da comprendere ma non puoi fare a meno di rimanerne stregato. Sviluppato in un lento trascinare quasi agonizzante, il pezzo è in realtà la lode delle piccole cose e il compromesso che ogni tanto è giusto pagare per amore di chi ci sta accanto. Lana, con "Diet mountain dew", riesce a dare dignità persino ad un pezzo che parla della famosa bibita americana a base di agrumi, caffeina e zero zuccheri. Il ritornello è azzeccatissimo, il ritmo è incalzante e lei è combattuta perché ne è ossessionata ma sa che la farà solo star male: un'ottima metafora per descrivere un amore malato. "Dark paradise" parla di paradisi oscuri eppure il ritornello, bellissimo, ha quel non so di libertà e liberazione. Lana deve essere una che ha sofferto molto per amore se una canzone ogni due parla di lui che abbandona lei che aspetta (e spera) che torni lui che magari è già impegnato con un'altra. Birichina , monella e vanitosa. Così descriverei la Lana di questa canzone, "Radio", in particolare durante il ritornello. Della serie "Amami perché stanno suonando la mia canzone alla radio". Arriva, quasi a fine primo tempo, il pezzo melodrammatico:"Carmen". Parla di Carmen, un'adolescente che fa di tutto per andare contro le regole imposte dalla società per sentirsi libera e viva. Si direbbe che il titolo e la musicalità evochino atmosfere spagnoleggianti, ma verso il finale c'è spazio per una breve chicca en français... Ormai l'abbiamo capito, Lana dà il meglio di sé sui ritornelli e lo dimostra anche in questo preziosissimo lento, "Lucky ones", che va a chiudere Born to Die, quasi a promettere la rinascita e a dare l'indizio per il sequel di The Paradise Edition.

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