Prologo

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Alti, tutti in fila dritti e ordinati come soldati, ma comunque stanno cadendo a pezzi sia dentro che fuori.

Questi sono i palazzi del mio quartiere.

Condomini vecchi almeno cinquant'anni, fatiscenti, con i muri scrostati e che al loro interno portano in grembo la parte peggiore della società. Cinque o sei piani, una trentina di appartamenti minuscoli e più di cento persone che ci vivono all'interno. O meglio, ci sopravvivono.

Un posto di merda, dimenticato da Dio. Ma, a differenza sua, Dio qui noi non ce lo scordiamo mai perché è vero che il mondo fa schifo, ma per assurdo sarebbe potuta andarci persino peggio.

Pensa se papà fosse rimasto in Marocco. Pensa se mamma non avesse voluto seguirlo fin qui a Milano. Magari io non sarei nemmeno nato. Oppure sì, magari quella sera di novembre sarei comunque venuto alla luce, ma in un Paese diverso, e questo mi avrebbe reso sicuramente una persona diversa.

Sono fiero di chi sono, della strada che ho fatto finora, del modo in cui ho trovato una soluzione ai problemi che, per quanto sbagliata, é pur sempre una soluzione. D'altronde quando stai in strada è facile imboccare un brutto percorso ed è persino più complicato ritrovare la via di casa.

Questo io lo sono bene e l'ho imparato a spese mie. Ma certe volte é il fine quello che conta, non i modi per raggiungerlo.

Ed io mi sono rotto il cazzo di essere povero, di vedere mio padre lavorare per mille euro in bustapaga. Tanto i soldi non bastano mai, che senso ha cercarsi un lavoro onesto se non ti permette comunque di arrivare tranquillo alla fine del mese? Non voglio fare 'sta vita per sempre, sono stanco di essere guardato dall'alto in basso, ne ho pieni i coglioni di stringere i denti e di tirare la cinghia.

Voglio di meglio perché so di meritarmelo.

L'obiettivo è ripagare tutti i sacrifici fatti da me e dalla mia famiglia, peccato solo che il modo per farlo è illegale.

Non è un motivo di vanto e non rende di certo fieri i miei genitori, ma vendere per strada é ciò che mi permette di avere qualcosa. Le scarpe di marca, l'iPhone, il giubbotto pesante, quattro soldi per andare al McDonald's con gli amici dopo una serata. Niente di che, solo qualche sfizio ogni tanto che mi fa sentire come un ragazzo normale, che mi aiuta a mettere a tacere un po' del rancore che covo.

Ci ho pensato tante volte di smetterla con questa vita, di provare a fare le cose per bene, di tornare a scuola e prendermi un diploma per poi trovarmi un lavoro come tutti... ma che cosa otterrei in cambio?

Niente, solo un calcio in culo come sempre. La vita non fa regali, soprattutto a quelli come noi.

Beh, a dire il vero io un regalo l'ho ricevuto, perché una sera di inizio novembre il destino ha voluto che incontrassi lei.

Completamente diversa da me, cresciuta in una maniera e in un contesto opposti al mio, lei è riuscita a farmi credere nell'amore e nelle seconde chance.

Volevo fosse mia dal primo secondo in cui l'ho vista.

Non mi importava degli ostacoli che c'erano tra noi, di quello che pensavano gli altri, delle differenze che inevitabilmente ci causavano problemi. Per averla, per stare con lei, ero pronto a fare follie.

Letteralmente.

LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora