8.

253 6 2
                                    

▶️ Play: Vetri neri - Capo Plaza ft. Anna

"Nella Bottega bag troppi guai, tra me e te c'è stand by, oh my love, oh my love, non guardarmi così"

*

Le ore si erano trasformate in giorni ed i giorni erano pian piano diventati settimane.

Non ci potevo credere che era finita così tra noi, con un litigio culminato in un sonoro schiaffone. Non mi davo pace, ma nonostante ciò neanche mi sognavo di scriverle io per primo.

Mi ero preso una bella cotta per lei, ma ancora avevo una dignità.

O meglio, provavo a mantenerla. Per fortuna c'erano sempre con me i miei amici, senza di loro sarei stato perso.

Incredibile quanto una frequentazione di un paio di mesi potesse fottermi così facilmente, provocarmi lo stesso stato di tristezza come se avessimo condiviso anni.

Era solo una cosa fisica, non c'era nient'altro, sei stato tu lo scemo a cascarci, mi ripetevo. In effetti lei non mi aveva mai promesso niente, era stata chiara da subito: ero io il terzo incomodo. E forse proprio per questo non avrei avuto il diritto di incazzarmi in quel modo, di parlarle con quei toni, ma non ce l'avevo più fatta. Uscire con lui neanche mezz'ora dopo che avevamo appena finito di fare l'amore era un vero e proprio affronto. Sbattermelo in faccia così, come se fosse normale, come se non dovesse importarmi, senza alcuna delicatezza, mi aveva mandato il sangue al cervello.

I miei amici erano convinti che prima o poi uno dei due avrebbe ceduto, che era scontato che avremmo sistemato le cose.

Spoiler: avevano ragione loro, perché dopo quindici giorni la chat con Ludo era risalita in prima posizione rispetto a tutte le altre conversazioni, a causa di un suo messaggio in ingresso.

*

DA: LUDOVICA
Ciao, ti devo parlare

*

Avevo visualizzato ma non le risposto. Pianificavo di farlo almeno dopo quattro o cinque ore, giusto per non fare la figura del sottone, ma un suo successivo messaggio aveva cambiato i miei piani di comportarmi in modo risoluto e distante (per non dire da stronzo).

*

DA: LUDOVICA
È una cosa seria. Puoi venire da me adesso? Per favore. Non voglio parlarne per messaggio

*

Non avevo idea di che cosa fosse successo, ma la cosa sembrava piuttosto grave se aveva addirittura messo da parte il suo ingombrate orgoglio per ricontattarmi per prima.

Ero andato a casa sua nervoso, non sapevo cosa aspettarmi da lei, non sapevo nemmeno come comportarmi. Dovevo fare quello sostenuto, oppure essere gentile?

Quando Ludo mi aveva aperto la porta del suo appartamento, mi aveva sorriso un po' imbarazzata ed io avevo subito accantonato la possibilità di fare lo stronzo. Non serviva, nessuno dei due voleva veramente questo. E poi anche volendo non ci sarei riuscito, inutile fare quello superiore.

"Come stai?", mi aveva chiesto lei.

Ma non mi interessavano i convenevoli, mi ero precipitato a casa sua per un motivo e volevo saperlo il prima possibile.

"É successo qualcosa?".

Non mi aveva risposto a parole, in compenso mi aveva mostrato tre confezioni di test di gravidanza sul ripiano del bagno, ancora incartate.

LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora