Secondo primo incontro🏈

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Capitolo 5

Dylan

Una figura al margine del mio campo visivo attirò la mia attenzione, e che figura! Statura media, sul metro e settanta, pelle leggermente abbronzata e, da dove mi trovavo, potevo anche vedere le sue bellissime gambe, lasciate scoperte dalla casacca dei Los Angeles Chargers, quel dettaglio rendeva quella figura ancora più interessante. Sognavo da sempre di entrare a far parte di quella squadra, chissà, magari alla fine della stagione sarei riuscito a coronare quel sogno.

Aveva dei lunghi capelli castani, raccolti in una coda alta che arrivava fino ad un sedere da urlo che ondeggiava al ritmo della sua corsa, non potei fare a meno di restare ipnotizzato da quel movimento. Si fermò vicino alla panchina più isolata del parco e si sedette alzando le gambe per nasconderle sotto alla maglia.

Mi avvicinai un po', giusto per riuscire a scorgere il suo viso senza essere sorpreso a spiarla come un guardone maniaco.

"Cazzo!"

Rimasi di merda non appena riuscii a vedere con chiarezza il suo volto. Ma come diavolo avevo fatto a non riconoscere quella vipera di Evie? Che fosse bella non mi era nuovo, non ero mica cieco, aveva una bellezza quasi surreale, eterea, ma su di lei era completamente sprecata.

Odiavo il suo carattere, il suo modo di agire, il suo modo di pensare, la sua finta cattiveria che mascherava le sue insicurezze e le poche cose che di buono c'erano nella sua persona. Tutto di lei mi dava sui nervi, era un concentrato di qualità che avrei voluto tenere il più lontano possibile dalla mia persona.

Ricordo ancora la prima volta che la incontrai, che corrispondeva anche alla prima e ultima volta in cui mi ero interessato a lei...

Era a bordo campo insieme al gruppo delle cheerleader e spiccava tra di loro, la sua bellezza mi aveva colpito, non ho problemi ad ammetterlo. Sembrava un angelo tanto era perfetta, aveva un corpo esile ma con le forme nei punti giusti, proprio come piaceva a me. Indossava la divisa della squadra, una gonnellina a pieghe e il top attillato come una seconda pelle, tutto nei colori del giallo e del blue, colori speculari a quelli della mia divisa. I capelli ondulati svolazzavano liberi accarezzando la sua schiena, pensai subito che sarebbe stato un anno interessante, per una così avrei infranto la mia regola "niente matricole", erano una complicazione, troppo acerbe, appiccicose, te le scopavi una volta e ti promettevano amore eterno, ma... come resistere a quel ben di Dio?

Non riuscivo a staccare i miei occhi dalla sua figura, la mia testa si era appartata con lei in una stanza. Mi guadagnai ovviamente i rimproveri del coach, la mia distrazione non passava di certo inosservata, palle perse, passaggi mancanti, senza contare quante volte mi avevano atterrato, ogni livido che sarebbe comparso sulla mia pelle era più che giustificato. Ma lei non fu da meno, la vidi rispondere prontamente ad ogni mio sguardo, ci stava anche lei! Era sfacciata, mi mangiava con quegli occhi che promettevano un sacco di piacere, era sicura di sé e il suo atteggiamento disinvolto ne era la prova. Una volta finito l'allenamento, che quel giorno mi era sembrato infinitamente lungo, mi fiondai nello spogliatoio, tolsi al volo la divisa e mi buttai sotto la doccia per togliermi di dosso il sudore e già che c'ero anche un po' dell'eccitazione che mi scorreva nelle vene. Non ottenni un grande risultato con l'acqua fredda, la fame di lei era ancora presente, così una volta fuori andai a cercare la mia preda, la trovai fuori dallo stadio, più precisamente vicino alla mia macchina, a pensarci bene, la preda ero io.

Aveva un enorme sorriso stampato in faccia...

<<Cominciavo a pensare che fossi annegato sotto la doccia.>>

<<Potevi sempre venire a controllare il mio stato di salute, ti posso assicurare che ero più che vivo.>> dissi io con un sorriso compiaciuto ripensando a quanto stavo facendo poco prima, e lei mi rispose con uno che andava ad accentuare la bellezza del suo viso e la sensualità delle sue labbra, così piene e bellissime.

Non avevo idea di quale fosse il suo nome, ma non sarebbe servito, tanto la nostra conoscenza si sarebbe limitata al tempo trascorso tra le lenzuola.

Mi avvicinai e posai il borsone dell'allenamento a terra. La guardai un attimo per capire se eravamo veramente sulla stessa lunghezza d'onda, lei in tutta risposta alzò un sopracciglio, più che un invito mi sembrò un'esortazione del tipo "Beh! Che aspetti?"

Avanzai fino ad incontrare il suo respiro e mi fiondai su quelle labbra morbide, fondendoci in un bacio che bruciava di desiderio. Chissà come sarebbe stato averle attorno al mio cazzo. Non era romantico, ma niente in quella situazione lo era, in un attimo il poco contegno acquisito sotto la doccia andò a farsi fottere, il mio amico giù nei pantaloni prese vita. Lei non si tirò indietro, era in piedi sulle punte e nonostante ciò dovetti abbassarmi, avevamo più di dieci cm. di differenza. La alzai di peso e lei intrecciò le sue gambe attorno alla mia vita, tutto prometteva bene. Feci qualche passo per farla sedere sul cofano della mia macchina e cominciai a ispezionare minuziosamente il suo corpo, con le mani, passavo dalla schiena al collo e infine al seno.

"Niente male" pensai.

Lei intrufolò le sue mani sotto la mia t-shirt tastando gli addominali definiti dalle interminabili sessioni di allenamento.

Ma tutto si fermò troppo presto, venimmo interrotti da qualcuno che si schiariva la voce per segnalare la sua presenza.

<<Dylan Quinn siete in un luogo pubblico, evitatemi queste scene, e signorina...>>

<<Graham!>> suggerì lei, non sapevo se ridere o piangere.

<<Signorina Graham>> disse il coach sempre più irritato <<se a lei sta bene essere un'altra delle tante cheerleader che passa dal letto di un giocatore di football non ho niente da rimproverarle, è libera, ma le chiedo almeno di rispettare questo campo più di quanto rispetti sé stessa.>>

"Oh, ci andava giù pesante!"

<<Sì, signore!>> rispose lei facendo il saluto militare.

Non si vergognava per niente, io stavo per scoppiare a ridere in faccia al coach, che sembrava una pentola a pressione aveva trovato qualcuno con la faccia più tosta della mia. Questo sbuffò e se ne andò ma ormai l'atmosfera era rovinata. Lei con un salto rimise i piedi a terra e prese la sua borsa che aveva lasciato cadere sull'asfalto in qualche momento tra un bacio e una palpata. Prima di andare via si avvicinò, si alzò sulle punte, mi leccò il labbro inferiore in modo sensuale, e poi disse:

<<Ci si vede in giro!>>

Ciao a tutti, come promesso ecco un nuovo capitolo della storia The best game, ogni parola vi porta più vicino a scoprire cosa sta accadendo realmente nella vita dei miei personaggi

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Ciao a tutti, come promesso ecco un nuovo capitolo della storia The best game, ogni parola vi porta più vicino a scoprire cosa sta accadendo realmente nella vita dei miei personaggi.
🔖Curiosità: Evie la protagonista è ispirata  a Thylane Blondeau una modella e attrice francese.
Vi prego leggete e commentate in tanti voglio sapere le vostre opinioni.
Cosa pensate succederà?

The best game (Riprenditi la tua vita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora