Primo giorno🦋

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Capitolo 7

"Ma come avevo fatto a dimenticare di chiudere la finestra? E perché il sole in quel cavolo di posto sorgeva alle 5 del mattino?

Odiavo alzarmi prima della sveglia senza una ragione valida, e odiavo profondamente il sole negli occhi! Di mattina non ero mai in grande forma, ma a quell'ora ero una zombie, quelle due ore di sonno mancanti si sarebbero fatte sentire durante tutta la giornata. Non ero certamente una persona pigra, praticavo ginnastica, facevo jogging ogni tanto, ma odiavo il mondo prima delle 7.00 del mattino e prima della colazione, solo dopo aver messo qualcosa nello stomaco il mio cervello e il mio corpo si mettevano in moto.

Mi trascinai fuori dalla mia camera fino al bagno, e incrociai la mia compagna di stanza, che sembrava non essere mai andata al letto tanto era sveglia, come cavolo si poteva essere così freschi e pimpanti alle 6:30 del mattino? Sì avevo trascorso più di un'ora nel letto cercando la forza di alzarmi.

<<Buongiorno Lilibeth.>> traspariva così poco entusiasmo dal mio tono che delle condoglianze sarebbero sembrate più animate.

La sorpassai per entrare in bagno e lei si fermò improvvisamente guardandomi con aria stralunata, per poi squadrarmi da capo a piedi.

<<Stai provando un nuovo metodo per farmi impazzire?>> domandò con il piede di guerra già di prima mattina, che forza di spirito che aveva.

<<Ora che avrei fatto?>> domandai confusa, ero certa di essere stata almeno educata.

<<Non so cosa ti sia capitato in Europa, in realtà non me ne frega niente, che ti abbiano rapita gli alieni o che tu abbia subito un trapianto di cervello per me è lo stesso, voglio solo che ti comporti come sempre e non provi ad infinocchiarmi con le tue finte buone maniere.>> detto ciò se ne andò incazzata per un motivo a me sconosciuto. Sentii la porta della sua camera che sbatteva e temetti per l'incolumità dei cardini.

"Cosa avevo fatto?" Mi domandai per un attimo, ma poi mi convinsi che non era il momento per fermarmi a capire che diamine era appena successo.

Mi chiusi la porta del bagno alle spalle e mi buttai sotto la doccia, avevo bisogno di distendere i muscoli, sarebbe stata una giornata impegnativa, per non dire di merda.

Venti minuti dopo ero ancora di fronte all'armadio, disperata, dovevo sembrare Evie, ma non volevo lasciare la mia dignità sull'asfalto della via principale del campus, dovevo parlare seriamente con lei del suo abbigliamento. Mi aveva detto che era femminile, ma non mi aveva detto che i suoi abiti erano così esageratamente succinti, dov'era la stoffa che mancava ad ognuno dei capi del suo armadio? L'aveva data in beneficenza? Ci aveva fatto una mongolfiera?

Rovistai tra tutto quel colore creando un enorme casino, che poi avrei dovuto mettere in ordine. Stavo quasi per arrendermi, rinunciando al primo giorno di lezioni, quando individuai un paio di pantaloncini di jeans neri, alti in vita e un po' strappati, erano abbastanza corti da essere giovanili, una sorta di vedo non vedo, ma coprivano tutto quello che doveva rimanere un mistero agli altri. Indossai una t-shirt grigia scollatissima sulla schiena, ma non potevo lamentarmi, mi ritenni fortunata ad aver trovato qualcosa di più vicino ai miei gusti, la indossai sopra un top nero, ai piedi indossai degli stivaletti a mezza gamba estivi, se avessi avuto un'altra scelta non li avrei mai indossati, ma dovevo ammettere che mi stavano proprio bene.

Io ed Evie eravamo diverse, e indubbiamente il senso estetico apparteneva a lei, io ero più una tipa da t-shirt, jeans e sneakers. Dovevo fare un po' di shopping per smorzare l'eccessiva esuberanza di quel guardaroba.

Presi la borsa con i libri che avevo preparato la sera prima e mi avviai verso l'uscita, prima di mettere piede fuori dal miniappartamento, feci dei grossi respiri e chiusi gli occhi... "Puoi farcela, puoi farcela" ripetei quelle parole nella mia testa, come un mantra, e mi costrinsi ad affrontare il mondo che mi aspettava fuori da quella porta. Un'unica domanda mi ronzava nella testa: come mi avrebbero accolta? Mi avrebbero accolta a braccia aperte? o mi avrebbero calpestato come la nullità che sentivo di essere in quel momento?

The best game (Riprenditi la tua vita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora