Un nuovo inizio

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Rimanemmo lì  per quei minuti che parvero un'eternità .
Era passato tantissimo tempo dall'ultima volta in cui mi sentii così umiliata e ferita.
Continuai a guardarlo dritto negli occhi, vedendolo incapace di fare altrettanto .
Mi si inumidirono gli occhi davanti alla brutta realtà .
《 Vuoi dirmi qualcosa per piacere ? 》 chiesi .
《 Cosa dovrei dirti ? Tu stai per tornare nella tua città, probabilmente ci vedremo la prossima estate . Che altro ci resta da fare ? 》
《 Sono stata così stupida..》 iniziai 《  Sono stata un vera stupida ad illudermi che potessi provare qualcosa per me! 》Lo sguardo inizió a farsi sfocato .
《 Non ho mai detto di non provare niente .》 Aggiunse, senza dimostrare alcun minima emozione .
《 Tutto qui ? E mi lasci andare così ? 》 ribattei sfregandomi gli occhi, cercando di farmi notare il meno possibile .
《 Il tempo passato insieme è  stato bello. Ma è stata una circostanza, un' avventura estiva . Sappiamo entrambi che io non sono fatto per stare con te , e viceversa. 》 concluse.
Restammo per qualche minuto in silenzio .
Stava succedendo veramente ? Stava dicendo addio a quelle settimane passate insieme ?
Ci conoscemmo  durante una serata in un locale  e non era da me  dare il mio numero di telefono  ad un emerito sconosciuto.
Ma vedevo qualcosa in lui di particolare .
Oltre ad essere straordinariamente bello e in forma pur avendo soltanto diciotto anni ,  Diego aveva un fascino inconfondibile ed irresistibile . Riusciva ad attirare l'attenzione in mezzo ai suoi coetanei .
Era il classico ragazzo dal quale ci si voleva mantenere le distanze , ma ne diventavi palesemente incapace .
Con quei capelli biondo cenere , che gli cadevano sugli occhi accompagnati da dei leggeri e morbidi boccoli , una carnagione olivastra per l'abbronzatura estiva , occhi verdi e un fisico palestrato.
Non si incontravano spesso ragazzi così nella mia città .
Forse era questo che mi aveva colpita .
Ma adesso stava andando tutto in frantumi  .
Per la prima volta in vita mia avevo baciato un ragazzo poco dopo averlo conosciuto e come immaginavo era e sarebbe stato un errore .
 Da nessuno , tanto meno da lui che conoscevo da qualche settimana, mi sarei dovuta far trattare in questo modo.  Non glielo avrei permesso .
Evidentemente aveva ragione : non eravamo  fatti  l'uno per l'altra.
E sarebbe stato meglio chiudere una relazione senza darle il tempo di incominciare .
Almeno in questo modo sarebbe stato meno doloroso.
Stavano così le cose : dovevo prendere in mano la situazione .
《  D'accordo , hai ragione.  Sapevo benissimo che uno come te non  avrebbe potuto rispecchiare le mie aspettative. Mi sono soltanto illusa. 》 dissi in tono più duro possibile. 
Lui fece per interrompermi come per scusarsi, ma io lo precedetti.
《 Oh no no . Non devi scusarti . La colpa è solo mia che ti ho lasciato avvicinare così tanto.  》
Feci per andarmene ma mi  fermai .
《 Spero che un giorno tornerò nella tua testa e ti renderai conto di ciò che stai lasciando andare  . 》
Mi allontanai da lui .
Non avevo mai mantenuto così tanta calma in tutta la mia vita .  Ero fiera di me .  Ero riuscita a chiudere il punto e in qualche  modo gli avevo fatto credere che questa sua decisione non mi avrebbe cambiato la vita.  
Anche se in realtà fosse stato così , non gli avrei permesso di godere della mia delusione .
Sarei stata bene anche senza di lui .
Poco più tardi mi misi in viaggio verso casa.
Quando salii sul pullman fui interrotta da Camille.
Io e lei avevamo stretto amicizia sin da subito. Era una compagna di scuola di Diego e usciva spesso con lui e la restante comitiva.
Era l'unica che aveva fatto il possibile per non farmi sentire in imbarazzo o fuori luogo .
Con il suo caschetto marrone e quei grandi occhi verdi sembrava la classica ragazza che sarebbe potuta piacere a chiunque la incontrasse .
《 Vai via senza salutarmi? 》mi disse con difficoltà , respirando pesantemente e appoggiandosi le mani sui fianchi .
Probabilmente era venuta fin qui di corsa .
《 Ti ho mandato un messaggio vocale circa 30 minuti fa !》
《 Oh. 》 abbassó lo sguardo esasperata .
《 Il mio cellulare è morto . Non so perché ma non vuole accendersi per nulla al mondo .》
Risi insieme a lei .
Quando smettemmo, si avvicinó e mi abbracció con quella che credevo fosse tutta la sua forza .
Adesso ero io che avevo difficoltà a respirare.  La supplicai di allentare la presa . Lei si scusó e ritornó composta sistemandosi i capelli dietro le orecchie .
Aveva  un paio di orecchini che le risaltavano il colore degli occhi .
Era davvero bella .
《  Grazie per essere venuta fin qui . 》
《 Fai buon viaggio Bell. E ritorna presto . 》
Presto . Già . Probabilmente  non sarei mai più ritornata in quel luogo .
Venivo qui da due estati per venire a trovare un'amica d'infanzia  e la sua famiglia.
Solitamente restavo per qualche settimana per poi ritornare a casa dai miei genitori che durante le vacanze non partivano perché non avevano mai abbastanza soldi .
《 Già . Lo spero . Ti voglio bene. 》
Mentii.  In realtà non credevo veramente di voler ritornare qui .
Quando salii il primo gradino del pullman  lei mi fermò.
《 Ho saputo di Diego . Mi dispiace . Ti avrei dovuto avvertire . È  tutta colpa.. 》
《 No.  Non pensarlo lontanamente. Sarei dovuta stare attenta . 》 Le sorrisi.
Lei ricambió.
Quando mi sedetti , aprii subito lo zaino, uscii un libro e le cuffiette del cellulare .
Iniziai sin da subito  ad ascoltare musica  e aprii il libro sulle mie cosce.
Il pulman non perse molto tempo per partire e mentre l'autista si preparava , osservai Cami allontanarsi .
Era lei che mi sarebbe mancata più di chiunque altro .
Aimé, dentro me sapevo che anche Diego mi sarebbe mancato.  
Quanto era strana l'idea di ritornare a casa  con il cuore spezzato ed un semplice libro a farmi compagnia.
Pensavo che questa volta sarebbe stato diverso. Lui era riusciuto a farmi sentire attraente , desiderabile.
Forse era questo che mi piaceva di lui , mi piaceva come mi sentivo in sua presenza .
Ma avrei ricominciato la scuola tra qualche giorno , conosciuto nuove persone e fatto nuove amicizie .
Mi sarei ripresa da questa storia e da Diego.
Insomma , ero stata felice con la persona sbagliata , chissà quanto lo potrò essere con la persona giusta .

Ogni giorno ero costretta ad alzarmi alle sei del mattino per far svegliare mio padre con piú calma per andare a lavoro.
Decisi di cambiare un po', alle 06:15, sempre meglio di niente.
Riscaldai un po' di latte , perché anche in estate odiavo l'idea del latte freddo.
Lo presi con le classiche palline di cioccolato, che adoravo sin da piccola.
Poco dopo essermi lavata , davanti lo specchio decisi di mettere soltanto un po' di correttore sulle occhiaie, blush sulle guance bianche , un rossetto rosa nude sulle labbra e un leggero strato di mascara .
Attaccai i capelli in uno chignon un po' spettinato . Non avevo la minima intenzione di perdere più di un quarto d'ora lì davanti : il sonno aveva la meglio su di me.
Scesi come al solito di casa alle 07:30, tanto Margaret avrebbe ritardato,come sempre, ed io sarei stata costretta ad aspettarla sotto casa (cosa si fa per una migliore amica! ).
L'arrivo a scuola era il vero momento critico: tutti gli alunni si trovavano davanti al cancello e nel momento in cui qualcuno passava, si ritrovava in una specie di sfilata di moda, osservato dalla testa ai piedi , dando vita così ad una  situazione decisamente imbarazzante.
Io e i miei nuovi compagni prendemmo l'abitudine di incontrarci a destra del cancello, accanto ad un muretto sul quale si appoggiava ogni mattina "Edward".
Non di certo il Cullen amato da tutto il mondo ma un ragazzo che indossava quasi sempre abiti scuri , chiaro di carnagione , grandi occhi marroni e  un piercing all'orecchio.
Dal primo momento in cui lo vidi, io e Marge non potemmo far a meno di denominarlo in questo modo.
Ero costretta a passargli davanti, in quanto si trovasse a fianco del cancello principale.
Notai che mi fissava ogni giorno dritta negli occhi, in modo profondo e intenso ,  ed ogni santa volta provavo una strana sensazione allo stomaco .
Io, come risposta,  ricambiavo  sin dal primo giorno.
Ormai il nostro era diventato una sorta di gioco a chi resisteva di più ed io non avevo alcun intenzione di perdere e questo mi divertiva.
Suonata la campana salii in classe, ma dal momento che la professoressa non si presentava, rimasi davanti la porta.
Pian piano arrivarono i miei compagni, uno dopo l'altro e tra la folla vidi arrivare anche lui ma questa volta mi passó accanto guardando fisso davanti a sé come se non ci fossi.
Probabilmente, in realtà, per lui neanche esistevo. Sembrava che non mi avesse riconosciuta.
Forse era tutta mia immaginazione . Forse non stava guardando realmente me .
In effetti non ero quel tipo di ragazza che si notava in mezzo alla folla .
Rientravo nella categoria delle ragazze semplici, che sognano dietro i libri.
Forse proprio per questo motivo, in passato , ero rimasta scottata più e più volte dall'amore.
Come Diego . Ma non avrei dovuto pensarci. Non adesso . Non più .
Non volevo cancellare il mio passato, perché mi aveva resa quella che ero oggi.  Grazie a loro avevo scoperto cosa significasse essere felice e cosa significasse star male per amore e questo mi bastava .
Adesso , avrei trovato un modo per andare avanti e pensare a me .
Ero sempre stata attratta dai ragazzi con un carattere estroverso, riuscivano a far uscire un'altra  parte di me , il meglio di me. Ma troppe volte rimasi scottata a causa loro.
Gente come mister "mi diverto a flirtare con tutte" adesso mi faceva girare le palle.
Capivo che era difficile stare con una come me. La gente diceva che ero complicata , che avevo aspettative troppo alte, che leggevo troppi libri e forse avevano ragione.
Ma a differenza di altre , a me non interessavano i rapporti inutili .
Amore è litigare . Litigare fino a perdere la voce e magari mandarsi a quel paese milioni di volte. Ma credevo che se si trattasse di vero amore, avrebbe superato tutto questo.
Ormai non mi interessava più piacere alla gente o dimostrare qualcosa.
Per fortuna , si trattava ancora dei primi giorni di scuola e i professori non spiegarono un granché nelle ore successive .
Durante la ricreazione lo vidi da lontano insieme alla sua classe davanti al bar e tanto per fare un po' la stronza gli camminai davanti con tutta la sicurezza che potevo dimostrare.
I jeans aderenti e il top rosa chiaro esaltavano tutto ciò che avrebbero dovuto esaltare.
Notai , con la coda dell'occhio, che mi guardava. Ma non fece niente . Come al solito.
La giornata finì al suono della sesta campana e benché nella mia scuola gli alunni erano circa 600, tra la confusione persi di vista Margaret , quindi decisi di aspettarla in un angolo.
Tra la folla però riuscii a vedere lui. Mi stava già fissando ed era immobile. Pensai che stesse aspettando qualcuno proprio come me, ma quando Margaret mi raggiunse una volta terminata la confusione, lo guardai di nuovo e lui ricambiò per poi avviarsi verso quella che credevo fosse casa sua .
Sentii di nuovo quello strano mal di stomaco.
Davvero,quel ragazzo mi mandava in confusione .
Non mi parlava, non si avvicinava a me, mi teneva soltanto d'occhio.
Quando ero in compagnia evitava i miei sguardi, ma quando ero sola mi guardava in quel modo, come se volesse trasmettermi o dirmi  qualcosa .
Ci mancava solo lui con i suoi atteggiamenti da stalker.
Una volta tornata a casa cercai su Facebook il gruppo della scuola per vedere se riuscivo a trovare qualche sua foto e quindi anche il suo nome.
Ma c'erano così tanti ragazzi che dopo mezz'ora ci rinunciai, crollando nel sonno accumulato in questa giornata.

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