L'inizio della guerra

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Davanti a me un ragazzo che presumo abbia all'incirca la mia età.
Indossa dei pantaloni in pelle nera e una giacca che per poco non tocca per terra del medesimo colore.
Ma nonostante la stanza ora sia illuminata, non riesco a vederlo bene in volto.
«È da trentadue anni che sto aspettando questo momento»

Cosa? Trentadue anni?

Una miriade di domande invadono la mia mente.

Come se prima non ce ne fossero già abbastanza.

«E dimmi, come è possibile che ne dimostri la metà del tempo che dici di aver aspettato?»
Possibile che abbia subito una specie di incantesimo di conservazione?
Non pensavo esistessero davvero.
«Questo è semplice, mia cara»
Dice un'altra voce. Questa volta femminile.

Sono in due?
Altra domanda: aggiunta all'elenco.

Scorgo una sagoma slanciata che mi sembra di avere già visto. Ma non capisco dove.
«Garret è resuscitato grazie al mio sangue»
«Aspetta, cosa? Sei tu? Sei tu Garret Gates?»
Mi viene un nodo allo stomaco a pronunciare quel nome.
Credevo che resuscitare le persone fosse una delle cose che la magia non può essere in grado di fare, anche se è successo l'anno precedente con la faccenda di Crackstone.
Il solo pensiero mi fa venire il voltastomaco.
«La mia fama mi precede»

Originalità= 0
Quoziente Intellettivo= 0

Fa un sorriso beffardo.
La figura di prima avanza in avanti avvicinandosi a Garret.
Finalmente riesco a vederla in volto.
Sgrano gli occhi.
«Lei? Preside Lawrence? Che cosa c'entra con tutto questo? Che tipo di legame ha con questo "psicopatico"?»
Alzo il tono della voce.
Sto uscendo fuori di testa.
È proprio vero che non mi posso fidare di nessuno.
Non che abbia mai dato questa impressione alla preside Lawrence. Se è davvero questo il suo nome.
«Questo "psicopatico" é mio fratello»
«Ma... come è possibile? Tutti i membri della famiglia Gates sono morti»
La bionda mi fa un sorriso. Uno del tutto falso.
«A meno che...»

No. Non può essere lei. L'hai uccisa.

«Laurel»
Dico sicura di me stessa.
«Finalmente! Allora in quella testolina c'è qualcosa»
Non rispondo.
La donna schiocca le dita e in un batter d'occhio davanti a me appare la professoressa Thornill. O meglio, quella squilibrata di Laurel.
Devo dire che per quanto sia fuori di senno, ammiro molto il modo in cui è riuscita a farmi credere di essere del tutto innocente. Di non c'entrare nulla con la faccenda del mostro.
E ripensandoci, in questo momento, desidero solo a saltarle alla gola per aver manipolato Tyler.
E per un sacco di altri motivi.
«Ti ho uccisa»
Affermo decisa.
Lei scoppia in una risata.
«Pensi che sia così facile eliminarmi?»
Mostro sorriso sadico.
«Beh, c'è solo un modo per scoprirlo»
Tiro fuori dal mio stivale il coltellino svizzero che porto sempre con me regalatomi da zio Fester per il mio settimo compleanno.

Pensavate davvero che andavo a incontrare un assassino (o meglio, due assassini ) disarmata?

Avanzo velocemente verso Laurel e glielo punto alla gola.
Mi rivolgo a Garret.
«Dimmi che cosa c'entro io con tutto questo o giuro sul mio defunto scorpione che le taglio alla gola davanti ai tuoi occhi»
Per un attimo sul volto di Garret riconosco la paura, ma subito dopo questo sentimento fa spazio a un altro.
Mi sorride.
«Vuoi davvero saperlo, Mercoledì?»
Annuisco.
«Quando pensavi di aver eliminato mia sorella, un uomo molto gentile è venuto a soccorrerla aiutandola a curare le ferite causate da quegli stupidi insetti appartenenti al tuo stupido amico, Eugene, vero?»
Aumento la pressione sulla gola di Laurel per il nervosismo facendola tossire.
Il solo pensiero di essere riuscita ad avere questo potere su di lei, mi fa quasi, e dico, quasi, sorridere. Ma ovviamente non lo faccio.
«Attento a come parli. E Dimmi, chi è quest'uomo?»
«Donovan Galpin»
Il mio cuore improvvisamente salta un battito.
Sento la mancanza di ossigeno farsi strada lungo il corpo.
«Lo sceriffo?»
Domando cercando di calmarmi.
Faccio un passo indietro, tenendo sempre il coltellino puntato.
In un momento di distrazione, Laurel mi fa accasciare in terra con un calcio, facendo così cadere la mia unica difesa. Laurel la raccoglie da terra studiandone ogni lato.
«Sai, penso che uccidere una persona con la sua stessa arma, sia la cosa più bella. Ma c'è solo un modo di vedere se questa mia teoria sia corretta»
In un attimo mi colpisce lo stomaco con forza abbassandosi alla mia altezza, per poi girare il coltello. A quel gesto gemo per il dolore lancinante che mi sta dilaniando chiudendo gli occhi con forza.
Dopo qualche secondo che a me sembra un'eternità lascia la presa facendo rimanere il coltellino conficcato nello stomaco. Cerco di alzarmi, ma invano.
Oltre al dolore alla parte addominale, ora si è aggiunto anche il mal di testa per la grossa perdita di sangue.
«Mi sembra di vivere un deja-vù»
Dico ansimando in cerca di ossigeno.
«Non hai proprio fantasia, eh?»
Improvvisamente capisco il motivo di quel sogno premonitore che avevo fatto su Goody.
Il motivo per cui ero nella cripta, c'era poca luce, il dolore allo stomaco... lei mi aveva avvisata.
Mi aveva avvisata di fare attenzione. Ma ho preferito andare a quello stupido ballo, piuttosto di indagare su quello che era successo.
Laurel si limita a portare gli occhi al cielo non rispondendomi.
Garret si piega sulle ginocchia alzandomi il mento con aria di sfida.
A quel gesto mi scanso provocando un'altra fitta all'addome.
Garret scoppia a ridere.
«Ti sto dando due possibilità: o muoiono tutti i reietti della Nevermore, o muori tu»

Wednesday: Paura Di InnamorarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora