Rivelazioni

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Tyler pov:

Sono tornato a Jericho con un Uber come avevo detto a Mercoledì.
Mi domando ancora che cosa dovesse fare di così urgente da scappare in quel modo.
Spero davvero che non si sia pentita di quello che è successo tra noi.

«Sono tre dollari e cinquanta»
Tiro fuori dalla tasca il portafogli e porgo all'autista i soldi.
«Tenga»
Scendo dalla macchina ringraziandolo.

Sospiro.
E adesso, che faccio?

Decido di prendere il cellulare digitando il nome Enid sulla barra di ricerca. Così le avrei chiesto se sapeva qualcosa su Mercoledì.

Come ho avuto il suo numero?

Me lo ha messo a forza quella lupacorno.
Mi ricordo ancora come:
Eravamo al Rave'n, e dovevo andare in bagno. Di conseguenza ho lasciato il cellulare sul tavolo che si trovava al centro della sala chiedendo a Enid se poteva controllare che non me lo fregasse nessuno.
«Sì, sì, tranquillo»
Mi disse lei.
Successivamente quando il ballo era terminato ritornando verso il mio dormitorio notai che c'era un nuovo contatto intitolato:

"La migliore amica della tua FIDANZATA😎"

Avevo capito subito di chi si trattasse e mi limitai a sorridere portando gli occhi al cielo.
Decido di non farlo però. Mercoledì mi ha promesso che domani ci saremmo rivisti. Non voglio starle addosso.

Così opto per tornare alla Nevermore. A pensarci tra tre giorni c'è un compito in classe sulla botanica e io non so praticamente nulla.

Cammino a passo svelto verso la scuola, ma durante il tragitto incontro l'ultima persona che mi sarei mai aspettata: Xavier.

Si avvicina a me squadrandomi dalla testa ai piedi.
«Ciao»
«Ehm, ciao»
Per un attimo porta gli occhi al cielo come se non volesse parlare con me.

Ma che cazzo, ti sei avvicinato tu, mica io!

Cerco di tenere a freno la lingua domandandogli semplicemente: «Hai bisogno di qualcosa?»
«No. Più che altro è il contrario»
Alzo un sopracciglio in cerca di spiegazioni.
«Mercoledì mi ha detto di darti queste»
Mi porge un mazzo di chiavi.
Il mio mazzo di chiavi.
Un'ondata di gelosia attraversa il mio corpo facendo rimanere Xavier con il mazzo a penzoloni davanti ai miei occhi.
«Perché te le ha date a te
«Ehi amico, sta calmo. Doveva sbrigare una "commissione" come ha detto lei e quindi non poteva portarsi in giro il tuo furgoncino»

Il mio furgoncino? Il mio furgoncino?
Ora gli spacco la faccia.

«Quel furgoncino era di mia madre. È una delle poche cose che mi è rimasta di lei»
Il solo pronunciare quelle parole riportando alla mente il suo ricordo mi fa venire una fitta al cuore.
Non ne ho mai parlato con nessuno.
Perché lo sto facendo con lui?

Xavier sbianca in viso.
«Cazzo. Scusa amico, non lo sapevo»
Rivolgo lo sguardo verso le mie scarpe per non incrociare quello di Xavier.
Regna il silenzio per un paio di minuti, finché non è lui a romperlo.

«Mi dispiace. Non pensavo che-»
«Mia madre fosse morta?»
Concludo la frase al posto suo.

«Uhm. Sì. Sai... tra noi due non è mai scorso buon sangue ma, posso farti una confessione?»
Annuisco curioso.
«Anche io ho perso la mia»
Alzo lo sguardo rivolgendolo a Xavier.
«Davvero? Allora, sai un po' come ci si sente?»
«Sì, credimi.»
«Se posso chiedere... come è successo?»
Gli domando cercando di essere il più comprensivo possibile.
«Cancro al cervello. Quella merda ti porta via in un nanosecondo. Non ho mai avuto un bel rapporto con mia madre, e questo di certo non era colpa sua. Lei era sempre stata gentile e generosa nei miei confronti e in quelli di mio padre, ma io ero un adolescente arrabbiato, che ce l'aveva con il mondo. Mio padre era, o meglio, è sempre fuori casa. E di questo mia madre ne soffriva parecchio. Non me ne ero mai accorto di quanto subisse la mancanza del marito, finché...»
«Capisco»
«Sai, sono passati tre anni ormai e non ho ancora trovato la forza di andare a trovarla al cimitero. Mi fa troppo male il pensiero che sia stata colpa mia se lei è - fa una piccola pausa- morta»
«Ehi, non pensarlo neanche questo»
Gli appoggio le mani sulle spalle.
«Ascolta. Anche io non ho fatto altro che incolpare me stesso per quello che era successo alla mamma, ma poi con il tempo ho realizzato che non è colpa di nessuno. Semplicemente significa che quella persona ha finito di compiere il suo cammino sulla terra»
Delle lacrime minacciano di uscire fuori dai miei occhi, ma le trattengo.
«A dire così sembra facile»
Tira su con il naso.
«Non è così. Penso che lasciare andare la persona che ami sia una delle cose più terribili che possano esistere, soprattutto se non saprai quando potrai riunirti a quella persona»
«Già»

Wednesday: Paura Di InnamorarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora