Capitolo 3

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•SPAZIO AUTRICE•
Ecco ragazzi scusate il ritardo ma avendo altre storie da gestire è difficile aggiornarle tutte. Vediamo se riesco a scrivere più spesso, ormai che è estate! Un bacio e buon capitolo!

Bussò un paio di volte alla porta della classe, prima che la voce del professore tuonasse un "avanti!". Lelia girò la maniglia e aprì la porta.
«Signorina Ravens, è la prima volta che arriva in ritardo. Si sieda. Immagino che l'altra ragazza sia sua cugina, Alexandra Smith, vero?» disse il professore, alzandosi.
Lelia annuì.
«Sì, è lei. Essendosi trasferita qua e avendo la nostra stessa età frequenterà la nostra classe per due mesi.»
«Grazie Lelia, lo stavo appunto spiegando alla classe. Ora per favore va a sederti.»
La ragazza si avviò verso il suo banco, accanto a quello di Anthony. Lui le sorrise.
Poggiando la cartella a terra notò che la cugina si era seduta vicino a Melinda, una delle ragazze più popolari, e sinceramente antipatiche, della classe: lunghi ricci rossi e penetranti occhi verde chiaro. Lelia pensò che sarebbero andate d'accordo.
La lezione di geografia trascorse in fretta, soprattutto grazie ai bigliettini che cominciò a scambiare con Anthony dopo mezz'ora di spiegazione sull'agricoltura est asiatica. Lelia si scusò col fidanzato dell'assenza all'appuntamento del pomeriggio prima, dovuta all'improvvisa venuta della cugina. Lui le rispose che non importava, e che se andava bene si sarebbero visti quel pomeriggio in piazza. Accordarono l'orario alle sei.

Quando il sole lanciava i suoi deboli raggi del tramonto, Lelia uscì di casa. Si sfregò un attimo le mani sui jeans, per finire di asciugarsi le mani. Sua cugina Alexandra le aveva spalmato del miele sulla maniglia della sua camera, così Lelia dovette andare in bagno a lavarsele, e per questo era in ritardo.
Non sapeva perché, ma da quando era arrivata la cugina provava una strana sensazione dentro, una specie di... voglio quasi. Ma non sapeva di che cosa, né tantomeno in cosa sarebbe sfociata.
Lelia pensava a questo mentre passava davanti al fioraio e raggiunse Anthony nella piazza.
«Ciao, perdona il mio ritardo, ho avuto un contrattempo.» lo salutò lei, abbracciandolo. Il ragazzo le sorrise.
«Non preoccuparti. Andiamo al parco, ti va?» le propose. Lei annuì.
Mano nella mano si diressero verso il parco, accanto al centro storico. Il paese non dava molte tracce di vita a quell'ora, solo qualche anziano che passeggiava o altri che tornavano a casa dopo il lavoro. Non avrebbero dato fastidio a nessuno facendo le prove.
Arrivati in uno spiazzo erboso, Anthony le allungò il foglio con le parole e accese il suo MP3, facendo partire il suono delicato di un pianoforte, raggiunto presto dalla voce cristallina di Lelia.
Dopo circa una mezz'ora decisero di fare una piccola pausa, e mentre la ragazza si avvicinava alla fontanella per bere qualche sorso, Anthony aggrottò la fronte, leggendo qualche informazione sul forum del concorso.
«Strano. Senti un po' qua Lelia: una coppia ha deciso di rinunciare al concorso. Siamo in nove ora.»
«Buffo, mi chiedo chi mai potrebbe rinunciare a una simile possibilità.»
«Vero, ma qui dice anche che chiameranno una coppia tra quelle eliminate.» ribatté il ragazzo, rimettendosi il cellulare in tasca.
«Sarà, per ora concentriamoci su di noi. Abbiamo tutte le chance per vincere.» rispose la ragazza, togliendosi una ciocca dai capelli e premendo il tasto "play" dell'MP3.

Lelia ripensava alla coppia che aveva deciso di lasciare il concorso mentre tornava a casa. Era curiosa di sapere chi avrebbe preso il suo posto.
Infilò le chiavi nella toppa e un profumo di pollo investì le sue narici: probabilmente la cena era già pronta.
«Lelia vieni, siamo a tavola tranquilla.» la voce di sua madre riecheggiò nel corridoio, mentre a passi veloci la ragazza si avviò in cucina. Aprì la porta e salutò con un cenno la madre e la cugina, sentendo di nuovo quella sensazione nel petto, fluendo nel sangue e dandole una strana energia repressa. Come al solito la ignorò e si sedette a tavola.
«Mamma, papà ancora non è tornato dal suo viaggio di lavoro?»
«No tesoro, ma ti manda una cartolina dalla Svizzera.» le sorrise sua madre, allungandole un quadrato di cartoncino raffigurante delle montagne innevate. Diede una rapida lettura alle dediche, ma il suo sguardo si fermò alla correzione di non uno, ma ben due errori grammaticali. Lelia ci pensò un attimo: suo padre non ne faceva mai, e quel "dopottutto" suonava strano.. Inoltre il suo nome era sbagliato. Leila invece di Lelia, eppure era lui ad avere deciso il nome... Attribuì questo alla stanchezza, però il dubbio aleggiò nella sua testa, annegato nella stana sensazione.
Scosse impercettibilmente la testa mettendosi una porzione di riso al pollo nel piatto, e si intrattenne in una rapida chiacchierata con sua madre, che sembrava più stanca del solito. Che strana serata.
Tuffò il piatto nel lavandino e andò in salotto, riaprendo Capricci del destino al punto in cui lo aveva lasciato sere prima, e cadde nella lettura cullata dalle note di chissà quale soap opera televisiva che al momento Alexandra stava guardando alla TV.
Diede di nuovo una lettura agli appunti, ma i suoi studi sulla quinta declinazione furono interrotti dalla domanda di sua madre, che guardava la puntata con Alexandra.
«Allora tesoro? Come è andata con Anthony?»
Lelia poggiò gli appunti e raccontò delle prove e della coppia che aveva lasciato il concorso.
«E sarei molto curiosa di conoscere la coppia che prenderà il posto della precedente.» concluse. Alexandra e la madre si scambiarono lo sguardo, per poi lasciarsi sfuggire una leggera risata. Lelia inarcò un sopracciglio.
«Oh tesoro, ma già li conosci!» esclamò sorridendo sua madre.
«Come?» domandò la ragazza alzandosi.
«È così, cara cugina.» disse Alexandra, un sorriso vittorioso in volto.
«Mi ha mandato un messaggio oggi pomeriggio il mio ragazzo, Martin. Siamo noi due, la coppia che gareggerà.»

Lelia the killer: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora