Indossai le mie Louboutin nere, ammirando come calzassero bene sulle mie caviglie magre.
Non mi sono mai considerata permalosa, facendo un lavoro come il mio avevo visto davvero il peggio delle persone, e non mi piaceva definirmi permalosa, semplicemente ero molto fiera di me, della mia strada e di quello che sono.
Presi al volo la borsa della nuova collezione di Prada, e mi fiondai fuori dal mio appartamento, diretta verso l'agenzia.
Mi aggiustai gli skinny jeans, lamentandomi mentalmente per essermi vestita così pesante in un giorno afoso come questo.
Salii a bordo della mia amata Peugeot, arrivando a lavoro col modesto ritardo di 10 minuti. Niente, considerando che sono anche riuscita a truccarmi in modo decente, senza sembrare appena tornata da una notte di fuoco.
"Scusate, il traffico era insopportabile" ansimai, buttandomi a capofitto nei camerini.
"Oh Signore, Scarlatt, faresti meglio a fiondarti in quel vestito prima che ti veda Alyss" sussurrò Spencer, già vestita e truccata, pronta per il servizio.
L'azienda in cui lavoravo era molto famosa a Columbus , facevo la fotomodella per l'azienda di Alyss Ceer da quasi un anno, dopo vari anni in altre agenzie meno conosciute, aspettando la tanto sognata offerta per andare a posare per Victoria's Secret.
Sogna Scarlatt, sogna.
Voglio dire, il mio viso era molto noto in tutti gli Stati Uniti, e in Europa da poco ero riuscita a farmi notare.
"Scarlatt entra in quel diamine di abito, esci dai tuoi fottuti pensieri, sveglia!" mi gridò davanti Spenc, con la sua voce insopportabile.
Non fraintendetemi, la adoro, davvero, penso sia l'unica qui dentro che sia riuscita a mantenere intatto il suo cervello senza diventare una menomata che sorride ad un obbiettivo, ridendo e schiamazzando mezza nuda. Oltre me, ovviamente.
Presi riluttante il primo vestito con cui avrei dovuto posare, troppe balze, troppo rosa, già lo odiavo.
"Prude come un dannato, prima di oggi pomeriggio non esisterà più questo vestito" mi lamentai, mentre Spencer era già pronta per andare a posare.
Quando lei ebbe finito, andai verso lo sgabello al centro della grande stanza, facendo un cenno di saluto al fotografo, nonchè mio migliore amico, Thomas, e ad Alyss, che sembrava volesse uccidermi con lo sguardo.
Attenta amica, ti cade la plastica.
Mi sedetti sullo sgabello iniziando a posare, ormai i movimenti erano meccanici, quasi naturali per me. Ma nonostante sapessi che quelle foto le avrebbero viste ovunque, stavo pensando a quanto fosse scomodo l'abito, ignorando l'obbiettivo.
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"Fottuta Alyss e fottuti vesiti pruriginosi" sussurrai, andando verso la mia auto, accompagnata da Spenc e Thom.
"Amica, ti stava da Dio quell'abito, ma non ti invidio affatto" ridacchio Spencer, salendo sulla sua auto mentre Thomas si avvicinava alla sua.
"Stasera ci sarai alla festa di Katy?" chiese quest'ultimo, con sguardo speranzoso.
"Non mi perderei mai i suoi capelli bruciati dalle troppe tinte, lo sai amico" ammiccai verso di lui, salutandoli entrambi prima di salire a bordo della mia auto, diretta a casa per prepararmi.
Katy era una delle fotomodelle più detestate in quel covo di pazzi. Antipatica, permalosa a livelli stratosferici e più falsa della faccia di Kim Kardashian.
Arrivata a casa accesi le luci dell' appartamento,mangiai un'insalata con tutto quello che trovai in casa e mi fiondai sotto la doccia, infilandomi poi in un tubino rosso mogano, lasciai i capelli sciolti ancora umidi sulla spalla e mi truccai leggermente, prima di indossare dei tacchi neri con la chiusura a cavigliera.
"Sto arrivando, tranquilla, non iniziare a diventare paranoica" mandai il messaggio vocale a Spencer, già all'entrata della villa di Katy che distava solo cinque minuti dal mio palazzo.
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"Tu non immagini neanche cosa si sia messa addosso Katy, oh mio Dio credo che avrò un infarto" non capii le parole di Thomas finchè non entrai nella villa, accolta da una Katy schiacciata all'interno di un vestito bianco e stretto, lungo fino al pavimento, ricoperto di perline.
"è qui il matrimonio?" ironizzai, salutandola.
Inutile dire che mi fulminò con lo sguardo. Missione compiuta.
Durante la festa, parlai del più e del meno con vari conoscenti che trovai all'interno della casa, sorseggiando non so quanti drink, e la mia mente iniziava a vacillare.
A fine serata, Katy decise di accompagnarmi a casa con la sua auto, essendo che nè io nè tantomeno Thom o Spencer potevamo guidare.
"Guardate quel ragazzino, cazzo quanto lo adoro" ridacchiò Katy con fare derisorio, tutt'altro che amichevole, guardando sul marciapiede fuori dal finestrino.
Voltai lo sguardo giusto in tempo per vedere un ragazzo alto, i capelli scuri gli ricadevano sulle spalle in dei ricci spettinati, i jeans scuri fasciavano le sue gambe magre. Non capii di che colore fosse la camicia, per colpa del buio e della mia sobrietà, ma gli calzava bene.
"Ehi bello, vuoi un passaggio per caso? Dove lo hai lasciato il tuo bastone?"
Riddacchiai senza capire niente, la mia lucidità andava a svanire.
Solo quando il ragazzo si voltò verso l'auto notai il cane che teneva al guinzaglio, e dei grandi rayban neri sui suoi occhi. Il ragazzo la ignorò, sarrando le labbra, finchè Katy non riaquistò velocità.
"Quello sfigato si è trasferito qui da qualche mese con la sua stramba famiglia, l'ultima volta che l'ho incontrato mi ha urtata col suo cazzo di bastone per ciechi, vi rendete conto? Ha rovinato i miei fottuti jeans bianchi nuovi di Dolce e Gabbana!" Strillò isterica.
Un groppo in gola mi si formò, mi sentii in colpa per aver riso a quella cattivera detta da Katy, le parole che aveva in precedenza urlato contro di lui, che acquistarono senso.
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ED ECCO QUI UN ALTA FANFICTION! BEH, CI STO PROVANDO, QUESTA TRAMA MI PIACE MOLTO, E NON SO PERCHè STO SCRIVENDO IN STAMPATELLO.
Comunque, nel corso della storia scoprirete chi è questo ragazzo ( nessuno di voi lo avrà capito, giustamente) e la sua storia.
Potreste, nel frattempo, dirmi cosa ne pensate? Avere dei pareri mi darebbe davvero una bella spinta a continuare, grazie per essere arrivati fin qui, kisses
-A