Capitolo 7: Stella

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Non vedevo Ray Armstrong solo da un paio di giorni, eppure, sembrava così diverso dall'ultima volta che lo vidi. Di certo era stanco, le sue occhiaie grigie lasciavano intendere che non riposasse bene... O che magari, non avesse riposato affatto.

Ray abbassò lo sguardo per un istante, le sue spalle si rilassarono come se portassero un peso insopportabile. I suoi occhi cercarono i miei, quasi a chiedere silenziosamente il mio permesso prima di parlare.

«Scusa se mi son presentato qui. Ero tentato di chiedere a Brian il tuo numero ma... Preferisco parlare di persona» sussurrò infine, la sua voce carica di un'emozione che faticava a controllare.

Scossi la testa.

«Non scusarti, Ray. Anch'io ti cercavo. Avevo intenzione di ringraziarti di persona, piuttosto che per messaggio»

Ray sorrise abbassando il capo.

«Ti va di entrare? Offrirti una tazza di tè mi sembra il minimo dopo quello che hai fatto per me»

Lui annuì, entrammo in casa e lasciai accomodare Ray in salotto. Si sedette sul divano, ma non si rilassò. Le sue mani, intrecciate sul ginocchio, tremavano appena. Quando i suoi occhi incrociarono i miei, vidi un lampo di qualcosa che assomigliava alla paura, ma subito svanì.

«Fai come se fossi a casa tua, preparo il tè»

Mi diressi in cucina per accendere il bollitore con l'acqua, poi mi affacciai alla porta del salotto. Ray osservava il libro che avevo lasciato sul divano la sera prima. Maledizione.

«Posso?» chiese con tono gentile.

Non riuscivo a dirgli di no. Lo prese, e iniziò a sfogliarne le pagine. Il profilo del suo viso proiettava un'ombra insolita sul muro, come se una luce fioca l'illuminasse da dietro. In un battito di ciglia, l'ombra era svanita, e io sentii il cuore accelerare senza motivo apparente.

Forse lo stavo guardando troppo intensamente poiché un attimo dopo alzò un sopracciglio rivolgendomi un sorrisetto curioso. La sua somiglianza con Rigel era davvero impressionante.

«Perché tutte le ragazze sono fissate con gli Angeli Caduti?» chiese, riferendosi al libro.

Risi leggermente «Forse perché rappresentano qualcosa di proibito, di misterioso. Un amore che supera ogni ostacolo»

Ray mi guardò intensamente «E tu, Emily, credi in un amore così?»

«Non lo so» risposi «ma mi piace l'idea di un amore che può superare qualsiasi cosa»

Ray richiuse il libro e lo appoggiò accuratamente di fianco al portatile che era sul tavolino, per fortuna qualche secondo dopo il bollitore iniziò a fischiare. Era un ragazzo incredibilmente diretto e questa cosa mi destabilizzava.

Perché Ray Armstrong mi faceva questo effetto? Era come se ogni volta che mi guardava, qualcosa di sepolto dentro di me si svegliasse, reclamando la sua esistenza. Non dovevo sentirmi così, non era giusto, eppure non riuscivo a fermare quella marea di emozioni che montava ogni volta che lui era vicino.

Sistemai le due tazze col tè e lo zucchero su un vassoio e mi diressi verso il salotto, Ray mi venne incontro per aiutarmi.

«Grazie»

«Non ringraziarmi o ci farò l'abitudine»

Sorrisi come un ebete. Appoggiò il vassoio sul tavolino e mi porse una tazza.

«Gra..»

Mi morsi il labbro, e Ray scoppiò a ridere, avvicinandosi a me.

«Mi piacerebbe essere il tuo angelo caduto, se me lo permetti»

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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