Prologo

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La luna risplendeva nella notte senza nuvole, le stelle erano come piccole luci che osservavano la città sotto di loro. Una figura si muoveva agilmente e correva per le strade illuminate dell'immensa città.

Mentre correva sentiva il vento freddo graffiargli la pelle delle braccia scoperte e del volto. In tutta la sua vita non si era mai sentito così bene come da quando tutto era cominciato. Non era piú la stessa persona che era un tempo. Tutto era cambiato da quel giorno di cinque mesi prima.

La figura, il volto coperto dal cappuccio della felpa nera a maniche corte che aveva indosso, si fermó in un vicolo. Protese il braccio destro, alzandolo leggermente. Una luce calda e verdognola illuminó il vicolo per qualche istante.

Quando la luce si dissolse, nella mano della figura c'era un arma. Essa assomigliava a una chiave, l'impugnatura era ovale di un colore verde scuro, la lama era di un verde piú chiaro circondata da nove anelli di luce di colori diversi e una sfera d'oro alla cima. Dall'impugnatura usciva una catenella con alla fine una piccola mano stretta a pugno.

-Venite fuori, so che siete qui, creature nere!- esclamó la figura, rivelando la voce di un ragazzo.

Subito dopo la sua frase, nel terreno si crearono delle macchie nere da cui uscirono delle creature simili a formiche giganti con gli occhi dorati, tutte concentrate sul ragazzo davanti a loro.

All'improvviso si lanciarono all'attacco, saltando addosso al ragazzo, ma questi non si fece trovare impreparato. Colpí con un solo fendente tutta la prima linea delle creature, facendole dissolvere e liberando dei cuori che volarono verso il cielo notturno.

Una piccola sfera azzurra cadde da una delle creature, essa era luminosa e il ragazzo la notó subito. Sorrise sotto il cappuccio, quelle sfere erano rare, ma erano davvero molto utili! Solitamente gli donavano o una nuova abilitá o una nuova magia o un potenziamento per una magia già in suo possesso.

Allontanó con la sua chiave i suoi nemici, eliminandone alcuni. Poi puntó la sua arma contro la sfera. Dalla punta della chiave uscí un raggio argentato che colpí la sfera, facendola illuminare con una luce azzurrina. L'arma si illuminó a sua volta, segno che il contenuto della sfera si stesse trasferendo alla chiave così che si trasferisse al ragazzo.

-Posso volare! Forte!- esclamó quest'ultimo. Pian piano si alzó in volo, un sorriso lungo da un orecchio all'altro sul volto nascosto.

-Thundaga!- esclamó il ragazzo, alzando la chiave verso il cielo. Da esso caddero dei grossi e potenti fulmini che schiarirono il vicolo per qualche secondo, polverizzando tutte le creature.

Il ragazzo vide i cuori uscire dalle creature e li guardó salire al cielo e sparire. Atterró sopra al tetto di un palazzo. Si sedette sul parapetto, guardando la città addormentata. Guardó l'orologio e vide che era l'una di notte. Era passata un'ora da quando era uscito di casa.

Si tolse il cappuccio dalla testa rivelando dei folti e mossi capelli verdi e neri, essi erano mossi dal vento. Il volto lentigginoso del ragazzo era leggermente illuminato dalla luce dei lampioni.

I suoi occhi verde smeraldo guizzavano da una parte all'altra per scruttare eventuali movimenti delle creature nere. Le notó subito. Questa volta si trovavano in strada, illuminate dai lampioni.

Si rimise il cappuccio sul volto e prese il volo. Vide che oltre alle formiche giganti c'erano anche delle creature colorate, le creature degli elementi, come le chiamava lui. Esse, infatti, a seconda di che colore erano potevano usare un elemento. Quelle blu potevano usare il ghiaccio, quelle rosse il fuoco, quelle gialle il tuono e così via...

-Blizzaga!- esclamó il ragazzo puntando l'arma verso le creature del fuoco. Esse si disintegrarono all'istante, ma questa volta non rilasciarono cuori. Il ragazzo aveva notato che quelle che presentavano un simbolo nero e rosso dalla forma di cuore non ne rilasciavano, al contrario di quelle che non l'avevano.

Li eliminó tutti in pochi minuti. Aveva il sudore che gli colava sulla fronte, volare era davvero stancante. Si passó una mano sopra alla fronte per togliere il sudore, senza accorgersi che qualcosa era apparso dietro di lui. Qualcosa che non aveva mai visto.

Poi un colpo. Sentí il dolore propagarsi per tutta la schiena. Venne sballottato via, rotolando a terra per qualche metro.

Il ragazzo aveva perso la presa dalla sua arma. Si alzó, dolorante. -Ahi, ahi... ma cosa é stato?- disse, massaggiandosi la schiena.

Davanti a lui c'erano delle creature bianche, creature a lui scosciute. Si muovevano ondeggiando, avevano corpi sinuosi e lunghi. Non avevano occhi, la loro bocca era chiusa da una cerniera. Sul volto avevano uno strano simbolo che il ragazzo non aveva mai visto prima.

Notó che la sua chiave era rimasta dietro alle creature bianche. Protese nuovamente il braccio e la chiave sparí nella stessa luce famigliare di prima per poi ricomparire nella sua mano.

Attese qualche secondo prima di lanciarsi all'attacco. La sua poteva sembrare una mossa molto aventata e sciocca, ma aveva imparato che alcune volte fare la prima mossa poteva essere la miglior scelta da fare con quelle creature.

Riuscí a colpire una di quelle creature. Essa, peró, non si disintegró come le creature nere. Era ancora lì, un taglio su un fianco. Da esso non usciva nulla... era come se fosse vuoto, senza sangue o altro.

Cos'erano quelle creature?

-Firaga!- gridó il ragazzo, puntando l'arma verso la creatura. Una palla di fuoco la colpí e finalmente essa si disintegró in polvere bianca.

"Sono solo piú resistenti, ma hanno le stesse debolezze delle creature nere. Posso farcela!" pensó il ragazzo, sorridendo sotto il cappuccio.

— 🗝️ —

Gli ci volle molto prima di eliminarle, era stremato e senza forze. Non poteva continuare così. Per quella notte aveva finito.

Riuscí a raggiungere casa sua in volo. Infiló le chiavi nella porta e aprí cercando di fare meno rumore possibile. Entró e chiuse nuovamente la porta, poi camminó silenziosamente fino a camera sua. Una volta entrato e assicuratosi di non aver svegliato sua madre, inizió a togliersi i vestiti che aveva indosso. Consistevano in una felpa nera a maniche corte con delle decorazioni in verde ai lati, dei pantaloni neri con anche essi delle decorazioni in verde ai lati e delle scarpe rosse da ginnastica.

Mise i vestiti in una sacca verde scuro che teneva nel fondo dell'armadio. Le scarpe le portó all'ingresso.

Tornato in camera, si infiló il pigiama che consisteva in un paio di pantaloncini neri e una maglietta a maniche corte verde spento, poi si infiló a letto.

Chiuse gli occhi e si addormentó subito, entrando nel mondo dei sogni. Essi, a volte,  potevano essere significativi, e quella notte, per lui, Izuku Midoriya, lo divennero. Stava sognando il giorno in cui gli era stata conferita quella strana arma che lui brandiva da ormai cinque mesi e che gli aveva cambiato la vita.
Il Keyblade.

~ Angolo Autrice ~

Eccomi con una nuova Fanfiction! Era da molto tempo che avevo in mente di fare un crossover tra Kingdom Hearts e My Hero Academia solo che non sapevo come strutturarla. Ma poi ho pensato: "Perché non dare un Keyblade ad Izuku?". Ed é così che nasce questa storia.

Come ho già scritto nella Descrizione della storia, questa Fanfiction fa spoiler fino all'ultimo gioco uscito di Kingdom Hearts, cioè Melody of Memory quindi occhio agli Spoiler. Cercheró comunque di spiegare il più possibile per i neofiti.

Detto questo, da Allis_05 é tutto!

Il Custode della Speranza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora