2° capitolo: povero giullare!

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Il nostro povero protagonista, si ritrovò a dormire in terra in un angolo di una piccola cella di una prigione, con solo una piccola coperta per coprirsi dal freddo.

Venne il mattino e raggi del sole che filtravano dalle sbarre della cella gli illuminarono il triste volto; ma lui non volle aprire gli occhi anzi volevo continuare a ripensare alla sera prima passata in dolce compagnia con quella stupenda fanciulla dai capelli riccioli; quei pensieri gli rasserenarono il volto.

L'unico difetto è che aveva il sonno pesante e con il suo russare svegliò il suo compagno di cella; un pover uomo che vivendo ai margini della società che venne imprigionato dopo aver rubato cinque galline e un po' di carne di manzo per sfamare i suoi otto figli.

Siccome quest'ultimo aveva dormito poco durante la notte; da lontano iniziò a imprecare e pronunciare parole che è meglio non ripetere; ma vide che la situazione non cambiava, allora gli si avvicinò e gli diede qualche manata sul capo poi sulla faccia e infine qualche calcio sulle gambe, ma vide che non smetteva.

Allora chiamò a gran voce le guardie che intanto erano qualche metro più in là a giocare a carte, sentendolo gridare in quel modo, i soldati arrivarono subito, aprirono la cella del giullare e spostarono il corpo del dormiente pieno di lividi in una stanza un po' più comoda: la cella di isolamento.

Intanto la nostra donzella, cercava in tutti i modi di sfuggire dalla presa dei soldati ma venne relegata a una sedia con delle corde, vicino alla scrivania reale; dove il sovrano era solito scrivere lunghi poemi. La fanciulla però si accorse che sottostante il tavolo vi era un piccolo cagnolino che all'apparenza sembrava dolce; ma alla sua presenza iniziò subito ad abbaiare.

Nel frattempo arrivò il principe che con aria sarcastica disse alla fanciulla:" Eccoti qua finalmente!" e chiuse la porta, togliendosi di dosso il pesante spadone e il mantello, proseguì dicendo:" Appena vi ho visto alla locanda, mi ha colpito la vostra silhouette così snello e aggrazziato e quindi tutto ciò che m'intriga ... mi appartiene".

Lei volle rispondere ma la interruppe l'arrivò del fedele consigliere; che sbattendo la porta e avvicinandosi alla scrivania disse: "Mio Signore ci sono delle novità: il re Ferdinando I di Svezia vi ha inviato una lettera molto importante e...." ma non fece in tempo a finire la frase che il principe gliela strappò di mano dicendogli: "fatti gli affaracci tuoi, quante volte ti ho detto di non aprire le lettere altrui?", il suo amico amareggiato gli disse:"Mi perdoni sua maestà!".

Crucius allora proseguì: "Guarda che bello, il Re Ferdinando I di Svezia mi invita a dei festeggiamenti e in mio onore preparerà un banchetto da mille e una notte. Dice anche che ci sara' da bere in abbondanza!!! Però specifica che devo essere accompagnato da graziosa compagnia femminile ".

Il sovrano guardando in direzione della ragazza, sogghignò e nel frattempo arrivò una serva avvisando i nobili signori che la cena era servita....

LA LEGGENDA DI CRUCIUS IL GRANDEWhere stories live. Discover now