Appuntamento (One-Shot da Nightmare)

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Premessa: non ho mai scritto in prima persona, quindi questo è un beeeel grande esperimento. Grazie a JediKnight01 che sopporta ogni mio sclero e mi è sempre accanto. Se questa OS esiste è grazie a te.
Infine spero che marwoleth ne sia felice. Regalo di compleanno palesemente in ritardissimo, ma mi avevi chiesto di pubblicarla come regalo, quindi ecco(?).
Bene, addio.
Probabilmente questa raccolta verrà aggiornata di tanto in tanto, forse sempre coi Pov di Atlas perché, beh, è Atlas.

***

Atlas

«Ma guarda che meraviglioso figurino.»

Adesso ammazzo Isak. Credo di averne il diritto in quanto suo migliore amico. Dovrebbe imparare a stare zitto. Gli mozzerei la lingua e gliela farei ingoiare, a volte. Soprattutto oggi. Sono nervoso. Se si azzarda a dirmi ancora qualcosa potrei scannarlo vivo.

Gli scocco un'occhiataccia, nel mentre che abbottono la camicia. Sono agitato, non sono a mio agio e sento di dover vomitare, molto probabilmente. Ho lo stomaco più debole di quello di un poppante, Cristo Santo. Forse avrei dovuto prendere la camicia azzurra, non quella bianca.
Ora mi sento un idiota per voler sembrare quanto più passabile agli occhi di Hercule. In pratica tutta la mia sicurezza ha deciso di scaricarsi nel cesso, oggi.

«Giuro che se continui ti ammazzo. Così posso raccontare a tua figlia cosa succede quando non si sta zitti.» Punto un dito contro Isak, quando sento Ida alle mie spalle ridacchiare.
Adesso ammazzo anche lei. Due pallottole, due problemi in meno.

Mi volto a guardare Ida, che mi si avvicina a passo lento e cadenzato, prima di soffermarsi ad osservarmi per qualche istante. Vorrei chiederle se ho qualcosa che non va, ma non ho voglia di rendermi ancora più ridicolo.
Ida mi sistema un ciuffo di capelli ribelle e mi ammicca, porgendomi poi la giacca.

«Smettila, Isak. Non metterlo a disagio, è il suo primo appuntamento.» Sorride poi divertita, sghignazzando insieme al suo futuro cognato.

Due facce di cazzo. Ecco cosa sono. Adesso penso che in effetti potrei rendere Eyre e Bendik vedovi in una sola sera e con un solo colpo. Sarebbe divertente da testare. Il pensiero mi distrae da questo appuntamento che non chiamerò mai così ad alta voce. Nemmeno sotto tortura. Anzi. Adesso nego, perché non devono farsi aspettative.

Socchiudo gli occhi e libero le mani dalla presa mortale chiusa a pugno. «Non è un appuntamento.» Sono in ansia come un sedicenne. E questo ormai è palese a tutti, invece. Vorrei urlare e scappare come un forsennato, sfondando la porta. Non ho mai fatto cose simili, non ne ho mai avuto il tempo. Va bene, non ho nemmeno poi avuto così tanta voglia.
Ammetto che nessuno era abbastanza interessante quanto Hercule.

Eppure, in cuor mio -sempre supponendo che ne abbia uno, ovvio- so che ciò che sta per succedere sia molto simile al concetto di appuntamento, semplicemente preferisco non pensarci.

Isak ridacchia ancora e si passa una mano nella folta barba rossa. «Proprio per questo hai messo una camicia nuova, vero?»

Ma perché quell'idiota parla ancora? Dovrei seriamente mozzargli la lingua. «Vuoi per caso un naso rotto?!»

Ho sempre avuto un debole per le camicie, mi piace essere elegante, ma mai troppo. Così ne ho indossata una bianca, anche se continuo a chiedermi come mi starebbe quella azzurra, dei jeans e un cappotto abbastanza lungo, per restare al caldo. È pur sempre novembre e il freddo si sente così tanto, da poter ghiacciare le ossa.

Mi guardo attorno e faccio per prendere la pistola, ma san Ida rompicoglioni mi ferma.

«È un appuntamento, non una sparatoria, perché non te la godi, ogni tanto?»

𝐑𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐎𝐧𝐞 𝐬𝐡𝐨𝐭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora