«Dicono che quando il risentimento cresce, l'amicizia finisce, sa?»Mi sorride paziente.
L'uomo annuisce e porta le mani avanti, chinandosi sulla scrivania. Il distintivo gli brilla, deve averlo lucidato da poco, credo. «Ed è così che è andata, Kayden?»Se è andata così. Una bella domanda. Non lo so. Com'eravamo noi?
Cos'eravamo? Un gruppo?Una famiglia. Dovevamo essere una famiglia.
Ma in famiglia non dovrebbero esserci mostri.Ma forse noi eravamo così.
Sporchi.
Convinti di essere dei grandi nei nostri vizi.
Forti delle nostre conoscenze.
Superbi della nostra forza.E forse era stato bello essere amici per un po', credere che l'intero mondo fosse nelle nostre mani.
Era stato bello pensare di potersi amare.
Era stato bello pensare che avessimo un futuro tutti insieme. Quando ascoltavo i lori progetti, sorridevo. Sorridevo come non facevo da tempo.Adesso non ci riesco.
Il solo pensiero non mi provoca nulla.
Non sento nulla.
E mi piace.Abbiamo sempre voluto di più
E abbiamo creduto di essere i migliori, di essere superiori.
Tutti ci guardavano curiosi.
Ci ammiravano.
Brillavamo in tutto.
L'intero college era ai nostri piedi.
Nei corridoi sussurravano i nostri nomi con timore.
Quel timore reverenziale che si riserva soltanto agli dei.E pensavamo di esserlo.
E invece eravamo impegnati a scrivere solo l'ennesima pagina dell'apologia delle cause perse.
Non eravamo altro che un gruppo di illusi perdenti.
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𝐑𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐎𝐧𝐞 𝐬𝐡𝐨𝐭
Historia CortaRaccolta di One Shot su alcuni personaggi delle mie storie