Capitolo 1: spazio

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Lo spazio.
Freddo e ostile.
Leeknow lo stava attraversando.

Non sapeva ormai quanti anni erano passati. Nonostante la grande tecnologia di cui disponevano nel 4078, le navicelle spaziali ancora ci mettevano tempo per percorrere lo spazio.
Sicuramente vi erano dei vantaggi.

Bangchan sedeva al tavolo. Il pilota automatico era attivo.
-La gravità su quel pianeta è come quella della luna- disse Bangchan mentre leggeva il famigerato fascicolo con tutte le informazioni sul pianeta.
-Lo hanno soprannominato Ocra per via del colore-
-Che fantasia...- rispose Hyunjin accanto.
-Ci sono possibili fonti di vita data la presenza di acqua-
-E quindi possibili pericoli- disse Jeongin, che era seduto accanto a Changbin.
-Ragazzi, ci hanno pagato bene per fare questa stronzata. Dobbiamo solamente cercare di sopravvivere.- disse Changbin mentre addentava del cibo preparato a microonde.
-Cazzo, e a te pare una cosa facile?- rispose Jeongin, che si era spostato sulle gambe di Changbin.
-Sentite, quello che troveremo lo affronteremo.- disse Bangchan, per dare un po' di speranza a tutti i presenti.
-E pensi che ce la possiamo cavare? Non abbiamo abbastanza provviste per stare lì tutti e sei i mesi- disse poi Hyunjin, preoccupato più per il cibo che per la missione in se.
-Ha ragione- ed ovviamente Changbin non poteva che supportare quel suo pensiero.
-Siete dei cagasotto.- rispose leeknow, con tono freddo e distaccato -Arriviamo lì, vediamo cosa c'è e cerchiamo qualcosa di commestibile. C'è l'acqua, per lo meno-
-E l'aria e respirabile.- aggiunse Bangchan, che stava ancora guardando il fascicolo.
-Cazzo, quanto manca ancora per arrivare su questo cazzo di pianeta?- chiese Hyunjin che era in astinenza da cellulare.
-Circa 3 ore. Ormai ci siamo. Dovremmo vederlo...-

Fuori dalla finestra si vedeva la figura di quel pianeta. Più o meno grande quanto Venere, il colore ocra della terra ricordava molto quello della sabbia. Era impensabile, se lo si guardava, pensare che l'aria fosse respirabile.
I corsi d'acqua più grandi si cominciarono a vedere quando la navicella era ormai vicina all'orbita.
C'era qualche punto verde.
Girava attorno ad una stella che, forse per una sottile ironia, equivaleva al nostro Sole, ma ai tempi della preistoria, a quando, ipoteticamente, nacque l'uomo.
C'erano due lune. Una più piccola, la JK1, assolutamente inospitale per l'uomo, e la JK2, anch'essa inospitale e leggermente più grande della prima.
Giravano attorno al pianeta, che aveva un moto rotatorio simile a quello della terra. Solamente che le giornate duravano 12 ore invece che 24. Il giro completo attorno al pianeta però avveniva nel corso di circa 296 o 300 giorni.

L'impatto della navicella fu brusco, ma non quanto si aspettavano gli astronauti che erano all'interno.
Alla cerimonia di annunciazione della missione fatta dalla NASA avevano detto "scenderanno come se fossero in crociera: l'aria è respirabile e l'ambiente apparentemente ospitale. Non ci sarà bisogno delle tute".

Tutti, tranne Leeknow, decisero di mettersi le tute classiche degli astronauti.
-Che cagasotto che siete- disse, prima di andare ad azionare l'apertura della loro astronave.
-Leeknow, è per prevenzione-
-Stranamente, mi fido di quei pazzi scienziati che stanno sulla terra- e lui scese vestito come se stesse scendendo di casa.
Quando mise fuori il piede dalla navicella, un ondata di ossigeno gli riempì in polmoni.
Lui respirò.

-Visto? Si può respirare!- disse e corse verso quell'immenso deserto.
Si, era quasi completamente desertico. A parte qualche corso di acqua, per arrivare alla foresta bisognava camminare.
-Quanto dista la foresta dove dovremmo fare le nostre ricerche e sistemarci?- chiese Hyunjin che aveva gli occhiali da sole.
-Non troppo- disse Bangchan, che aveva effettuato lui la discesa.
La gravità differente rendeva difficile camminare, ma alla fine spesso si erano esercitati con la gravità lunare, che era la stessa, pressoché.
-Quanto dista, Bangchan?- lo guardò Jeongin, che invece era diventato astronauta da poco e che faceva ancora fatica.
-Circa una ventina di chilometri-
-UNA VENTINA?- jeongin si mise le mani nei capelli.
Changbin però rispose dicendogli -Tranquillo, ti porto io-

-Allora, venite oppure volete rimanere lì?-
Nella navicella, o almeno, quello che era rimasto, non c'era molto da portarsi dietro.
Una terzina di tende da portare, un capanno scomposto da montare per eventuali esperimenti ed uno zaino pesante con tutto ciò che gli serviva, come provette e microscopi.
Di cibo non potevano portarsene troppo. Sarebbero sopravvissuti con quello circa un paio di settimane.

Quando arrivarono alla foresta, fitta e ad un primo impatto, ostile e tetra, invece si rivelò piena zeppa di sorprese.
La prima cosa che notarono fu la quantità di animali simili a quelli che c'erano sulla terra, ma con qualche differenza sostanziale. Poi le bacche, le erbe e alcuni frutti vennero assaggiati da Changbin -piú pazzo che affamato- che confermò la loro commestibilità.

A quel punto, decisero di trovare un posto dove fermarsi, dove avrebbero costruito la loro piccola abitazione.
-Sistemiamoci qui, vicino al corso d'acqua- disse Bangchan, quando vide un fiumiciattolo passare in mezzo alle piante.
-Che dite, assaggio anche l'acqua?-
-Prima fammi controllare il Ph-
Seungmin si avvicinò con una boccetta in plastica ed una strisciolina coperta di soluzione.
-Si può bere... è solo un po' acida, ha un ph di 6.6.-
-Allora beviamo-
E dopo 27 chilometri a piedi, per la precisone, tutti si bevettero quell'acqua.

Alla sera mangiarono uno dei pasti dell'astronave. I primi che andarono a dormire furono Jeongin e Changbin, seguiti da Hyunjin e Seungmin. Chan e Leeknow rimasero un po' fuori a chiacchierare.

-È stato...tutto troppo facile. Ci siamo addentrati nella foresta e abbiamo trovato subito delle forme di vita animali-
-Anche io penso sia strano, Bangchan... c'è qualcosa che non quadra...ed io voglio scoprire di che cosa si tratta-
Ed avevano ragione. C'era qualcosa di strano su quel pianeta e non ci volle molto prima che si palesasse.

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