Capitolo 9: la Valle

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Changbin e Jeongin passarono le seguenti giornate a studiare i cambiamenti avvenuti nell'organismo dei loro amici.

-Allora, volendo fare un resoconto...- iniziò Changbin mentre Jeongin sistemava i fascicoli.
-...Bangchan è, attualmente, quello che più assomiglia a Jisung e Felix, ovviamente parlo a livello cellulare. È come se le sue cellule si fossero immediatamente abituate a questa nuova energia. Seungmin un po' meno, il suo DNA respinge alcuni cambiamenti che, a parere mio, non sono compatibili con il suo. Hyunjin non è messo male, ma l'energia nel suo organismo è molta meno rispetto a quella degli altri. Ma quello che ha la situazione più grave è Leeknow. La quantità di energia è molto poca e il suo organismo non sembra accettarla completamente...-

Leeknow era deluso da se stesso. Ce la stava mettendo tutta, ma non riusciva a capire cosa sbagliasse.
-Davvero? Ed è così grave?-
-Per il momento...-
Jisung era dispiaciuto. Si sentiva responsabile della sua sconfitta, ma non si era dato per vinto.
-Allora oggi ci alleneremo in un posto diverso-
Felix lo guardò ed esordí dicendo -Vuoi portarlo in quel posto?-
Jisung annuì.
-Cos'è quel posto?-
Felix rispose al posto di Jisung -È al centro della foresta. È il posto in cui si vocifera ci sia la fonte dell'energia del pianeta-
-E c'è...ed io l'ho vista.- disse Jisung
-Andiamoci. Ora.-
-Non si può. Bisogna andarci a mezzanotte.-
Leeknow si alzò arrabbiato dalla sedia ed uscì dal laboratorio.
Gli altri fecero segno a Jisung di seguirlo.
All'inizio non voleva, ma poi decise di andarci.

-Leeknow- lo fermò dandogli un colpo sulla spalla -Mi dispiace non essere stato un buon insegnate, ma ora...-
Ma Leeknow non voleva sentir ragione.
-Non è colpa tua. È colpa mia. Non mi sto impegnando abbastanza. Ti sto facendo solo perdere tempo.-
Jisung mise le braccia conserte -Se mi stessi facendo perdere tempo, non avrei assolutamente cercato di impegnarmi ad insegnanti qualcosa.-
Stavolta, Leeknow lo guardò negli occhi.
E quelli di Jisung brillarono. Poi anche quelli di Leeknow, anche se era appena visibile.
-Come dici tu. Quanto dista questo posto dove dovremmo andare?-
Jisung chi pensò un attimo.
-Circa un ora a piedi. Da umano.- sorrise leggermente.
-Va bene. Allora dopo cena andiamo direttamente lì-
Jisung annuì.
Si girò dall'altro lato per andarsene, ma Leeknow richiamò la sua attenzione.
-Jisung-
Poi lui si girò.
-Grazie, Han. All'inizio ti ho trattato male...e mi dispiace. Sono stato un insensibile. -
-Non preoccuparti. Anche io ero molto diffidente all'inizio. Non mi piaceva proprio avere a che fare con dei Terrestri...-
-Alla fine, non siamo così male-
Jisung sorrise e si toccò la nuca.
-È vero, non lo nego.-
Poi ci fu qualche attimo di silenzio imbarazzante. Tanto imbarazzante a tal punto da farli separare senza dire nulla.

Alla sera, Jisung e Leeknow si avviarono per arrivare in questo famigerato posto. Nel tragitto, Leeknow decise di fare conversazione. Era l'unico modo che aveva per ricavare qualche nuova informazione.

Nel mentre, al campo, gli altri astronauti erano attorno al fuoco. E Changbin mise nel mezzo il problema che più li affliggeva in quel momento.
-Ragazzi, ve lo devo dire in tutta sincerità ma...come faremo a tornare sulla Terra senza dire che voi siete rimasti qui? -
Bangchan si mise in un posizione che ricordava quella de "Il pensatore".
-È un problema che mi ero già posto precedentemente e... personalmente, credo di avere una soluzione. Ma non è proprio una soluzione, a dire il vero.-
Tutti presentavano attenzione al discorso di Jeongin.
-Che cosa hai pensato di fare?-
Jeongin sospirò.
-Beh, visto che voi dovrete per forza rimanere qui...non vedo altre soluzioni. Credo che dovremmo dire alle vostre famiglie che siete morti per via dell'attacco di un predatore, e che gli unici sopravvissuti siamo noi.-
Altro silenzio, che venne rotto solo dopo un po' da Bangchan.
-E alla NASA che diciamo? La verità?-
-La scoprirebbe comunque controllando i video del laboratorio, quindi non serve a nulla mentirgli. Alla NASA diremo la verità-
Bangchan annuì.
Hyunjin si mise seduto per bene.
-Ma le nostre famiglie non meritano di sapere la verità?-
Stavolta, fu changbin a rispondere.
-È più facile sapere che sei morto per una cosa che non hai potuto evitare...piuttosto che per una cosa che hai scelto.-

Jisung e Minho arrivarono al posto prefissato. Era un posto incantevole.
C'erano degli alberi che si chiudevano come una cupola da cui pendevano sempre quei fiori viola. Il terreno sembrava curato, l'erba sembrava super pigmentata ed era tutta della stessa lunghezza.
C'erano funghi, piante selvatiche e cespugli che arricchivano la visione.
-È...-
-Ti lascia proprio senza parole quando lo vedi per la prima volta...-
Jisung guardò Leeknow, che ancora stava processando quello che stava guardando.
-... però noi non siamo qui per ammirare il panorama. Allora, siediti a terra. Io mi siedo davanti a te.-
Leeknow annuì e si mise seduto, a gambe incrociate.
Jisung fece lo stesso.

-Ora prendimi le mani- disse jisung, anche se avrebbe preferito evitare un contatto con lui.
Tutto quello avrebbe potuto scatenare una reazione tra le anime gemelle, e Jisung aveva approffittato che non si era creata per dimenticarsi di lui.
Leeknow gli prese le mani.
-Ora chiudi gli occhi-
E leeknow chiuse gli occhi.
Poi, Jisung fece lo stesso.
-Ora è mezzanotte. È il momento in cui l'energia del pianeta viene momentaneamente dispersa. Tu prenderai quella energia da un mezzo che ti permette di entrare a contatto con quella energia, ovvero io-
Leeknow gli toccò il palmo della mano. Scrisse "si" con le dita.
Jisung aspettò il momento in cui il suo cuore smise di concentrarsi su quel gesto, per poi porre la sua attenzione su quello su cui doveva davvero concentrarsi.

La natura sembrava aiutarli, quasi come se anche le piante disperdessero energia. Ed era effettivamente così. Il pianeta era dalla loro parte.
Jisung si concentrò sul far fluire quella energia dentro Leeknow. Poi stava a lui accettarla e farla sua. Stava a lui accettare di diventare parte del pianeta.

-Leeknow- però doveva fargli una premessa -Quando sentirai la mia energia scorrere in te, sentirai come un formicolio alle mani. Quando lo senti, allora è iniziato il processo-
-Va bene- Leeknow si sentiva stranamente rilassato, pronto.
Forse era per il posto, o forse era perché erano solamente loro due in un posto del genere.

Poi sentì quel formicolio.
Era fastidioso, ma piano piano si abituò.
Jisung sentiva la sua resistenza. Però cercò di superarla, concentrandosi su quello che poteva fare per aiutarlo. La sua forza di volontà permise di far entrare in Leeknow quella energia.
Leeknow tirò la testa indietro e sentì che dentro di lui qualcosa stava cambiando.
Ma era piacevole. Era come una carezza, ma alle viscere.

Quando quel processo finì, la testa di Leeknow tornò improvvisamente al suo posto.
Jisung aprì gli occhi, respirando affannosamente.
Leeknow lo prese sulle guance.
-Stai bene?-
Jisung lo guardò e sorrise.
-E tu stai bene?-
Leeknow annuì.
-Sei stato bravissimo, Hannie-
Jisung lo guardò negli occhi. Stavolta, anche gli occhi di Leeknow sembravano due fari.
-Hannie?- era imbarazzato, ma apprezzava quel nomignolo.
-Hannie...- Leeknow si avvicinò a lui, coccolandolo.
-Minho...-disse Han, anche lui avvicinandosi a lui.

E come temeva Han, anche il loro legame si era creato. Ed era molto forte.
E quello lo aveva portato solamente a guardarlo negli occhi, ad avvicinarsi a lui lentamente, fino a quando i loro respiri parevano essere uno.
E le loro labbra si toccarono appena, ma quello bastò per far capire ad entrambi che cosa era successo.

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