Carter non si alzò dal letto per una settimana.
Suo zio gli aveva tassativamente proibito di compiere qualsiasi movimento tra cui camminare, fare le scale e giocare ai videogame.Immaginate ora un ragazzo costretto alla noia più assoluta per sei giorni consecutivi.
Non avrei mai voluto essere al suo posto.***
"Blue, allora vieni?", dato che Carter non poteva muoversi avevo promesso a mia zia Gwen di accompagnarla a portare l'invito per il suo matrimonio ai miei genitori.
"Arrivo!", feci saltellando per la mia stanza mentre cercavo di infilarmi i leggins strettissimi che avevo appena comprato.
"Ti aspetto di sotto, fai alla svelta"
Scesi le scale correndo e mi infilai al posto del passeggero controllando se avevo messo tutto nella borsa.
"Vai pure, zia"Il viaggio fu più lungo del previsto. Avendo due bambini piccoli, la media della velocità in rettilineo era di cinquanta chilometri orari, quindi anche una lumaca poteva benissimo mettere la freccia e sorpassarci senza farsi tanti problemi.
"Eccoci arrivati", scesi dalla macchina e mi diressi al campanello percorrendo il vialetto ciottolato a suonare, "al ritorno guido io"
"Andavo così piano?"
"Leggermente", feci una smorfia e aprii la porta sentendo la voce di mia madre che urlava di entrare.
Era sempre così in quella casa, prima o poi, secondo me avrebbero ricevuto un furto, non chiudevano mai né le porte né le finestre."Anna!"
"Gwendoline!"
Le due donne si abbracciarono forte, come una rimpatriata dopo un lungo periodo. Chissà da quanto tempo non si incontravano quelle due, diciassette anni minimo.
"Allora, come va?", chiese mia mamma ancora incredula.
"Bene, grazie", rispose zia Gwen, "sono venuta per portarti questo", fece prendendo dalla tasca del giaccone l'invito.
"Ti sposi?", mia madre era allibita, "era ora!"Si riabbracciarono come due adolescenti e ce ne andammo subito.
Mi era stato vietato l'ingresso in questa casa per ragioni di sicurezza, quindi dovevo ascoltare quello che mi era stato detto, anche se avrei voluto disdire questa regola."Ci si vede in giro, ma", dissi io mentre mi incamminavo verso la porta.
"Sai che qui sei sempre la benvenuta"
"Dove è Luce?"
"A scuola, adesso l'abbiamo iscritta in collegio. È più sicuro per lei"
"Ah, non lo sapevo", ero sempre la loro figlia, perché non mi avevano avvisato?
"Scusa, ma in questo periodo siamo un po' presi", cercò di giustificarsi lei.
"Fa niente, ci vediamo"
Salii in macchina al volante, misi in moto e partii verso il Quartiere.***
Carter era ancora K.O., quindi decisi di passare la serata alle giostre con Noah.
"Allora, dove vuoi andare prima?", mi chiese lui mentre di aggiustava i capelli blu con l'aiuto dello specchietto.
"Andiamo alla Casa della paura!", feci tutta felice.
"Scherzi spero!", mi guardò male, "è solo una stupida attrazione per bambini dove dei teli sbucano fuori dal nulla a farti BUUU, niente di che"
"Hai paura",feci mettendomi davanti a lui, in modo di guardarlo in faccia.
"Va bene, andiamo"lo presi per mano e lo trascinai davanti alla biglietteria.
Prendemmo il nostro ticket ed entrammo nella casa. Non c'era fila quindi fummo subito dentro."Ah!", urlai saltando in braccio a Noah quando dal basso si alzò uno spruzzo di nebbia.
"Chi è quella che ha paura, ora?", disse scherzando.
"Non è vero", brontolai attaccandomi al suo braccio, "ahi!", urlai.
"E adesso che c'è?"
"Sono andata a sbatter contro un muro", mi massaggiai la fronte che pizzicava. Mi faceva male il naso, gli occhiali erano andati indietro a causa della botta.
"Sai, si chiama casa della paura per qualcosa, segui il sentiero e vedi che non ti fai male", rideva come un matto, "ehy", fece.
"Dimmi", guardavo verso il pavimento, ero terrorizzata, volevo uscire di lì.
"Guarda quelle statue la', sembrano così realistiche. In quella centrale c'è anche il sangue che scorre dalla gola e una scritta sul torace. Wow, forte. Troppo bella!"
"Smettila Noah, non è divertente", sbottai.
"Guarda avanti, fidati di me"
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The Amethyst Dagger
FantasíaLa gente dice sempre che la quarta superiore è la classe dove ci si diverte di più, non si è né bambini né adulti, è un periodo di transizione, una passaporta, peccato che io non sarei più stata una semplice adolescente. cap. 6 Tutti i diritti riser...