- Augustus Logan - 🫀Un altro abbondante sorso di Bourbon.
Getto la testa all'indietro, tenendo salda la mano sinistra sul volante. Non so nemmeno su che pianeta mi trovo. Guido la mia amata 918 Spyder a... Trecento all'ora? Ve lo direi, se solo la vista non fosse così appannata.
La mora inizia a muoversi nel sedile del passeggero. Ora mi odierete, ma è più forte di me. Questa è la più insignificante ragazza che io abbia mai incontrato, non scherzo. Considerando poi che sono un caso umano e frequento persone altrettanto "sveglie" come me, è abbastanza difficile battermi in fatto di stupidità.
Ma evidentemente mi sono sbagliato, esiste di peggio.
«Quanto costa questa tua bella macchina?» grida alticcia. E continua a ridere. Che cazzo ha da ridere? «Il paparino ha tanti soldi, vero? O è mammina ad essere ricca?»
La ignoro, bevendo ancora. Sono in uno stato deplorevole, e non siamo neanche a fine settimana. Ormai ci ho fatto l'abitudine. Sono senza speranze. Ho la testa fottuta da tutte quelle voci. Mi perseguitano, dandomi il tormento come un cazzo di spirito. Mi urlano contro, ripetendomi di non essere abbastanza. Sbagliato e colpevole. Forse mio padre ha ragione, forse non sarei mai dovuto nascere.
Sbatto le palpebre, sento qualcosa di umido sul collo. «Dai stronzetto, rispondimi» sussurra con la mano sul cavallo dei pantaloni.
«Sembri più interessata alla mia macchina che a me» replico secco.
«Il mio palmo qui dice il contrario. O vuoi che lo metta subito in bocca per farti vedere quanto mi interessi?»
Il mio uccello ha un sussulto, riflesso naturale immagino. Ad ogni modo, credo dovrò declinare l'invito e mollarla a casa sua prima di fare ritorno alla mia. Sbronzo come sono, non sarei in grado nemmeno di trovare la chiavi, figuriamoci scopare.
Non so cosa mi abbia detto il cervello quando l'ho rimorchiata in quel locale da quattro soldi. Faccio per staccarla quando lei abbassa la cerniera e inizia a succhiarmi. Mi sfugge un gemito di piacere dalla bocca.
Sono costretto a rallentare, se non voglio uccidere entrambi. Già immagino l'ipotetica faccia di mio padre nello scoprire che il figlio ribelle è morto alla guida mentre una sconosciuta gli faceva un pompino. Direbbe che è una cosa da me e che Summer questo non l'avrebbe mai fatto.
Non so cosa mi prende, ma il mio piede ha una reazione opposta a quella che vorrei. Spingo l'acceleratore al massimo. Cazzo...
Non riesco a fermarmi. Più il piacere dilaga nelle vene e l'alcol mi riempie di tremiti, più il cuore aumenta in battiti anomali. Sento quel calore iniziare dal petto per poi espandersi in ogni molecola del mio corpo, irradiarsi come una qualunque malattia. Le nocche mi diventano bianche e il metallo degli anelli per poco non mi oltrepassa la carne per quanto stringo forte il volante.
Sono così consumato e stanco, da non rendermi neanche conto di essere venuto. Me lo ricorda quella accanto a me, non appena si porta sù, leccandosi le labbra piene. Un formicolio d'umiliazione mi aggredisce i sensi. Bello schifo, la merda in cui mi sono trasformato.
Un'ora dopo sono steso sul materasso del salotto. Alla fine, non so come, ce l'ho fatta a tornare vivo. Già, bevo e mi sballo perché non ho il coraggio di mettere la parola fine. Mi nascondo dietro l'alcol, la droga e il sesso. Non so fare altro. L'unica cosa in cui sono bravo è considerata una nullità nella mia famiglia.
E parlando proprio di football, il mio telefono prende a squillare senza sosta. Sguscio fuori dal lenzuolo, barcollando sui miei stessi passi. È un bene che Gran sia uscito per delle commissioni, o altrimenti avrebbe iniziato a farmi discorsi infiniti su come mi sto rovinando da solo. Ad essere onesti ha ragione, praticamente sempre. Se ci penso è più uomo lui del mio stesso padre. Perché anche se rigido e talvolta dispotico, mi vuole un sacco di bene. E vorrei poter dire che è abbastanza per farmi diventare una bella persona, ma non è così. Prima o poi anche lui mi vedrà per ciò che sono veramente e se ne andrà, come fanno tutti.
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𝑾 𝒊 𝒏 𝒕 𝒆 𝒓 𝒍 𝒂 𝒏 𝒅
Romance(I) Sorriso demoniaco, lunghi capelli setosi e neri come la pece, labbra piene, tinte solo di rosso e sguardo raggelante. Icelyn Jordan è quasi una leggenda, conosciuta da tutti per due motivi: la bellezza disumana e il cuore di ghiaccio. Caporedatt...