am i wrong?

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Dopo la fine del liceo, le strade di Manuel e Simone si sono separate.

Non in maniera definitiva, s'intende - nessuna agitazione!

È che Simone è stato preso alla facoltà di fisica a Padova, mentre Manuel è rimasto a Roma per quella di filosofia.

Sostenere una relazione di distanza, inizialmente, non è pesato molto a nessuno dei due: destreggiandosi tra offerte su Italo, bus vari e via discorrendo, sono riusciti a vedersi almeno due volte al mese, che non è tanto, però è qualcosa.

Il resto del tempo lo hanno impiegato a fare videochiamate, spesso senza dirsi nulla di importante.

Per esempio, delle volte Simone sistemava il telefono appoggiato sulla mensola in cucina mentre si preparava il pranzo o svolgeva qualche altra mansione; dalla parte opposta, Manuel teneva l'apparecchio sulla scrivania e, nel frattempo, provava a studiare.

Di tanto in tanto, se ne usciva con qualche battuta tipo questi pantaloni ti fanno un culo pazzesco - che poi entrambi arrossivano dopo una simile uscita.

Ad ogni modo, per il periodo delle feste natalizie, Simone resta un po' di più a Roma e Manuel è grato di poter avere il proprio ragazzo vicino per due settimane intere, sebbene questo lo porti ad essere estremamente appiccicoso.

Da quando è sceso dal treno, gli è sempre rimasto attaccato: per stringergli la mano, far intrecciare le loro dita, abbracciarlo. Insomma, qualunque cosa conducesse ad un contatto fisico.

Manuel è quel tipo di persona che ha la necessità di sentire qualcuno, per tal motivo la lontananza, per lui, pesa un briciolo di più. Tuttavia, non vuole lamentarsene e rovinare quei giorni insieme.

«Mi lascerai andare prima o poi?» domanda Simone, abbozzando una risata.

Sono avvinghiati l'uno all'altro sul letto in camera di Manuel. Quest'ultimo ha fatto sì che le loro gambe fossero intrecciate, tiene il viso affondato nell'incavo del collo del compagno e, in pratica, non gli offre molta possibilità di movimento.

«Assolutamente no» mugugna in risposta. Solleva il capo un briciolo, ciò che è sufficiente a depositare un lieve bacio sulla linea della mandibola. «Tanto qua devi dormì» borbotta.

«Da quando camera mia è diventata la sala hobby di tua madre, non ho molta scelta.»

«È ancora camera tua, c'ha solo messo 'na cyclette nel mezzo» puntualizza.

Ha impedito con tutte le sue forze ad Anita di togliere la roba di Simone dalla stanza e trasformarla del tutto - in modo piuttosto isterico, a dire il vero, ma questo non glielo rivelerà mai.

«Ce vuoi anna' davvero stasera?» svia il discorso.

Non scende nel dettaglio sul dove: sta parlando della festa di capodanno organizzata dal loro amico Matteo. Si svolge in un loft che hanno affittato mettendo una quota a testa per il pagamento, in periferia, con ampio parcheggio intorno e letti e divani disponibili per dormire così che nessuno debba tornare necessariamente a casa se mai dovesse bere troppo; una scelta abbastanza responsabile, considerando poi che parte da Matteo che non è uno a cui si pensa quando si parla di responsabilità e maturità.

Simone annuisce. «Non vedo gli altri da–un secolo» replica «poi mi pare brutto tornare a Roma ed evitarli perché qualcuno mi ha rapito.»

Sottolinea il qualcuno con tono di voce leggermente più stridulo e un sorriso che si dipinge sulle sue labbra.

Manuel comprende il chiaro riferimento. Spalanca la bocca, fingendosi offeso. «Come se te dispiacesse» rimbecca e gli tira un lieve colpo a pugno chiuso sull'avambraccio.

Whenever you're readyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora