Capitolo I

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Capitolo I
Took the breath from my open mouth

-Cazzo è tardissimo!- fu più un urlo e Louis sbuffò, spostandosi il ciuffo sudato dalla fronte.
-Stai fottutamente fermo. Abbiamo quasi finito- continuava a muoversi su Harry, ma quest'ultimo cercava di toglierselo di dosso.
-Louis abbiamo il cazzo di allenamento- ma gemette quando l'altro riprese a cavalcarlo con foga.
-Andiamo, siamo entrambi vicini. Non saranno cinque minuti a causarci un problema- ma in realtà fu così. Harry lasciò che Louis finisse ed entrambi vennero in pochissimo tempo, se non fosse che Louis doveva ripulirsi ed Harry doveva ancora preparare il borsone.

-Te l'avevo detto che dovevamo evitare di scopare prima. Il coach deve parlare e noi arriviamo in ritardo- lo sgridò il più alto.
-Ne stai facendo un dramma-
-Possiamo essere i fottuti capitani e mi dici che ne sto facendo un dramma?-
-Sì?- Harry scosse la testa e aumentò il passo, lasciandosi l'altro dietro. Arrivarono negli spogliatoi e tutti si voltarono a guardarli.
-Che c'è?- ringhiò Louis. Il coach non era ancora arrivato e i ragazzi tirarono un sospiro di sollievo.
-Stasera puoi dimenticarti il mio cazzo- borbottò Harry.

-E tu puoi scordarti il mio culo per tutta la vita- rispose Louis, fregandosene dei ragazzi intorno che li ascoltarono in modo curioso.
Sistemarono il borsone sulla panchina e aspettarono l'arrivo del coach, ma la cosa strana fu che il ritardo aumentava inesorabilmente e nessuno era ancora passato ad annunciare un'eventuale assenza.
-Pensate dovremmo andare?- chiese Ross.
-Penso di sì, è sempre un'ora di ritardo, l'allenamento sarebbe terminato comunque- rispose Josh.
-Sì, infatti- disse qualcun altro e piano tutti raccolsero le proprie cose e uscirono dallo spogliatoio.
-Hai visto, hai rovinato il nostro orgasmo per poi venire qui e non fare un cazzo- disse Louis quando rimasero soli.
-Non lo so Lou, a me sembra abbastanza strano. Solitamente veniamo avvisati da qualcuno quando il coach manca, invece oggi siamo stati qui senza che nessuno ci dicesse nulla- Harry era ancora seduto e Louis lo guardava confuso.

-Di cosa ti stai preoccupando? Forse l'hanno solo dimenticato- il riccio scrollò le spalle.
-Sì, probabile- si mise il borsone in spalla e si alzò, ma un rumore lo fece fermare.
-Hai sentito?- chiese piano il più alto.
-Pensi che sia sordo? Certo che ho sentito- proveniva da uno dei bagni ed entrambi si avvicinarono lentamente. Aprirono tutte le porte con il cuore in gola, ma non c'era nessuno.
-Magari è stato lo scarico- disse Louis, per poi prendere la mano di Harry e stringersi appena un po' di più all'altro.
Harry guardò un po' in giro, ma alla fine chiuse la porta dietro di sé. Tornarono in camera insieme e, appena entrati, arrivò un messaggio nel gruppo della squadra.
Era il coach.
"Scusate l'assenza, ma ho avuto un contrattempo. Ci vediamo domani alla stessa ora".

-Hai visto, niente di grave. Magari gli si sarà guastata l'auto- Louis gli aveva già messo le mani addosso ed Harry sospirò.
-Vuoi sempre scopare in questo periodo. Che succede?- gli prese le mani tra le sue e ne baciò il dorso.
-Niente, perché me lo chiedi?- poggiò la testa sulla sua spalla e sospirò sul suo collo.
-Sappiamo entrambi che lo fai per distrarti. È per l'incontro al tribunale? Ti ho detto che posso farlo da solo- sciolse la presa delle loro dita e gli accarezzò la schiena.
-È per Lottie, in realtà- ammise -Lì ha tutti i suoi amici e se papà finirà dentro lei dovrà cambiare ancora una volta città- sospirò ed Harry poggiò la guancia sulla sua testa.
-Se vuoi posso rimangiarmi tutto. Non fa niente, è passato tanto tempo e...-
-No- lo fermò subito -No Harry, devi prenderti la tua rivincita. Però è normale che io possa pensare anche ad altro nel mentre. Sfortunatamente è stato mio padre a farti tutto quel male- si allontanò e lo guardò meglio in viso -Voglio che finisca dentro e voglio che chiunque ti abbia fatto quelle cose terribili gli faccia compagnia- Harry abbassò lo sguardo.
-Possiamo non parlarne?- uscì come una preghiera -Non...mi piace ricordare il mio passato- Louis gli baciò la spalla.
-Certo, scusami- si sedette sul letto e le braccia caddero molli lungo i fianchi -Però non possiamo non parlarne, Harry. Sono passati tre mesi da quelle cassette e vorrei che tu mi parlassi. Sono il tuo ragazzo, dovrei essere in grado di aiutarti-

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