xvi. look for the light

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▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐬𝐢𝐱𝐭𝐞𝐞𝐧

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▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐬𝐢𝐱𝐭𝐞𝐞𝐧

𝒍𝒐𝒐𝒌 𝒇𝒐𝒓 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒈𝒉𝒕  ▎💐:: 6069 𝖜𝖔𝖗𝖉𝖘























LA LUCE COMPARIVA COME UN FARO, illuminando il suo viso, i punti più perfetti e chiari del suo viso; il suo mezzo sorriso indicava solo che se lo aspettava, si aspettava decisamente che io venissi, o no. Erano passate tre settimane da quando ho conosciuto John B e meno di due assieme a lui per farmi smettere di andare in terapia, ma rieccomi, direi.

"Sky tesoro, tutto bene? È da tanto che non ci vediamo" mi sorrise Jane, seduta sulla sua scrivania e, come sempre, la vidi chiudere la sua cartelletta glitterata, ma ora non mi incuteva nessuna emozione, se non la sensazione di aver perduto tanti ricordi.

"Si" sorrisi, sedendomi sulla sedia in plastica rossa. Come sempre da lei indossavo un top, per le elevate temperature del suo studio, completamente esposto al sole. "Tu?" Domandai poi. Lei sorrise.

"Sky è un tuo incontro, non devi chiedermi se sto bene" ridacchiò in tono materno, giocherellando con la penna.

"Io sarei felice nel sapere che stai bene" insistetti, e lei sorrise.

"Si, Sky, va tutto bene tesoro. Ora parliamo del perché sei qui" mi guardò negli occhi, ed io mi arrigidii, ma continuai a sorridere. "Va davvero tutto bene?" Domandò. Ed io annuii.

"C'entra John B. Il ragazzo che ho conosciuto nei corridoi" iniziai. Le mani mi sudavano, perché avevo paura, avevo paura che potesse giudicare la mia scelta, ma d'altra parte sapevo che se fosse accaduto, avrei smesso di andare da lei, era strano, ma per quel ragazzo avrei fatto di tutto; per quanto valga, avrei sacrificato la mia vita per la sua.

"Sky, dimmi tutto" sembrò sconcertata; sconcertata di non sentire di sangue, morte o qualcosa di macabro, stava ascoltando una semplice discussione di un'adolescente in piena crisi adolescenziale, avrebbe dovuto sentire più drammi sui ragazzi che mani insanguinate.

"Mi ha baciato" iniziai in panico, ma il suo sorriso rassicurante mi rese più tranquilla.

"È una cosa buona Sky" commentò Jane, adoravo il suo sorriso, sin dal primo giorno in cui mi guardò. Ma ora lei è spaventosamente cambiata. Prima era povera senza lavoro, viveva nella mia cameretta e mi ascoltava parlare per ore, con gambe incrociate e il pigiamino della mamma, ora, invece, ascoltava parlare come minimo venti persone, aveva una casa e un fidanzato, ma lo sguardo che custodiva solo a me era sempre lo stesso.

"Si ma-" iniziai, bloccandomi a guardarmi attorno, per calmarmi leggermente, e notai molte cose che prima non avevo notato: per esempio la foto incorniciata che era strettamente girata verso di lei, e se, ti spostassi anche solo di un centimetro potevi scovare la mia faccia divertita ad una cena di festeggiamenti. "Ho paura" ammisi.

CRUEL, john bDove le storie prendono vita. Scoprilo ora