Capitolo 1:Quando tutto ebbe inizio

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Vanessa

Avete mai pensato di non essere in grado di fare qualcosa? Di non essere mai abbastanza per nessuno? Di voler mettere fine a tutto una volta per tutte?Se la vostra risposta è no sono felice per voi...

Io sono Vanessa e ho 17 anni ma morii dentro quando ne avevo 14. Da allora non sono più la stessa e probabilmente non lo sarò più in vita mia.Quello è stato il periodo che mi ha segnato dentro,che ha rovinato la mia vita.Allora i miei genitori davano molte più attenzioni a mio fratello che a me (il che accade ancora),morii mia nonna l'unica persona con cui mi sentivo sicura all 100%,l'unica che mi capiva è morta d'infarto...i medici non sono riuscita a salvarla. E pensare che uno di quei medici era mio padre, sì proprio mio padre. Lui e mia madre divorziarono quando io avevo 10 anni e quando ne compii 15 mia madre si risposo con un uomo rimasto vedovo che aveva un figlio della mia stessa età,abbiamo anche qualche corso in comune a scuola,con la quale però non riuscii a legarmici subito. Me lo aspettavo in fondo,le persone non vogliono avere rapporti con me o che si sappia in giro che spendano del tempo con "il mostro" come dicono loro.

In quel periodo buio non avevo nessuno con cui parlare o sfogarmi...mia nonna non c'era più,mio padre non voleva più avere rapporti con persone che rappresentavano il suo passato,mia madre non mi avrebbe mai capita,e non mi fidavo così tanto da parlarne con mio patrigno o con il mio fratellastro. E per finire la lista delle mie disgrazie,non ho neanche amici.

Ho sempre pensato che per essere felici non servano gli amici,ma una famiglia che ti sostenga,peccato che la mia non esisteva più e non sarebbe mai ritornata. Gli amici rappresentano per molte persone una seconda famiglia,volevo provare anch'io questa emozione di empatia forte con persone scelte da te e non come i familiari,quelli non li scegli.

Una mattina d'estate mi incamminai verso il supermercato quando un pensiero rimbombava continuamente dentro la mia testa: "Perchè proprio a me? Perchè ho questo masso sopra la testa che mi impedisce di essere felice,che mi impedisce di fare amicizia?".

Il primo anno i ragazzi mi prendevano in giro per via dei miei occhi viola chiamandomi "mostro" mentre le ragazze non volevano fare amicizia con me perchè dicevano che erano delle lenti a contatto e che me mettevo solo per stare al centro dell'attenzione.Il fatto è che neanche io so come abbia fatto ad avere questi occhi,e sì mi piacciono,il viola è il mio colore preferito ma dall'altra parte non mi permettono di avere una vita "normale". Non mi faccio mettere i piedi in testa dai bulli che dicono che sono sovrannaturale perchè io amo e amerò per sempre i miei occhi,l'unica cosa è che questi commenti mi impediscono di avere una vita sociale. Fino a quando un giorno,quando mentre Mike,il capo dei bulli,e tutte quelle teste vuote che gli vanno dietro come se fossero dei cagnolini mi tapparono la bocca impedendomi di rispondere ai loro insulti e bloccandomi le spalle contro il mio armadietto. A quel punto arrivò una ragazza con i boccoli biondi,Emma,mi salvò dalle grinfie di quei ragazzi facendomi riprendere da quello stato di soffocamento in cui ero entrata. Quando qualcuno mi tappa la bocca o mi prende con forza i polsi,la vista mi si annebbia,il cuore batte sempre più forte ed è come se entrassi in uno stato di trance. Non riesco a reagire a niente,non riesco neanche a respirare.

Emma mi aiutò a stare meglio e da allora è diventata la mia migliore amica, è l'unica che mi capisce mi ricorda un po' la nonna è che some se lei dal cielo l'avesse mandata qui per aiutarmi a sopravvivere e a non annegare nell'oceano impetuoso della vita. Perchè molte volte morire e molto più semplice di vivere. Io posso dirlo con certezza. Non ho paura della morte,ho paura di vedere le persone a cui sono legata,le persone che amo morire. Quando successe a mia nonna la mia anima volò in cielo insieme alla sua e mi lasciò un vuoto dentro.

Stavo pensando a questo mentre disegnavo una rosa nera,la preferita della nonna sul mio quaderno e  ascoltavo  The lonliest dei Måneskin
fino a quando mia madre entrò nella mia stanza.

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