Capitolo tre:Una piccola vendetta

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Vanessa

La mattina dopo Jake mi svegliò con delle cuscinate in faccia urlando:
"Sveglia pigronaa".
Mormorai una veloce risposta che avrebbe dovuto significare che avevo capito che dovevo alzarmi,e alla svelta anche.
Sollevai lentamente la faccia dal cuscino stropicciandosi gli occhi.
"Buongiorno anche a te,che ore sono?"- gli chiesi dato che di solito ero io a svegliare lui e non il contrario.
"Abbastanza tardi se intendi fare colazione stamattina"- rispose lui con un sorriso nel frattempo che si avvicinava alla finestra di camera mia. La aprì,facendo entrare tutta la luce all'interno e mi coprii subito gli occhi.
"Buongiorno mondo!"- urlò lui con la testa che si affacciava dalla finestra.
Io, più infastidita che stanca ora,mi rimisi a letto e mi pirtai le coperte fin sopra la testa,coprendomi completamente.

Era venerdì,e alle prime due ore avevo educazione fisica. Sì,avete  capito bene,educazioni fisica,alle prime due ore cavolo! Per questo facevo di tutto per non andare a scuola quel giorno o almeno,entrare dopo per seguire le altre lezioni. Non avevo nulla contro il movimento fisico,anzi adoravo mettermi alla prova sfidando me stessa ogni giorno con i corsi di autodifesa e tiro con l'arco che seguivo;l'unica cosa che mi preoccupava era il giudizio delle persone sul mio fisico. Nonostante facesse freddo fuori,la palestra era riscaldata, perciò dovevamo vestirci come se fosse estate. Con i pantaloncini non mi ci trovavo proprio a mio agio,ma ci andavo lo stesso con quelli addosso. Avevo paura di risultare goffa nei movimenti e di conseguenza,di mettere in mostra in una brutta luce il mio corpo. Probabilmente sono io che mi faccio troppi film mentali o che penso sempre all'inevitabile,ma è qualcosa che ho nelle vene,qualcosa più forte di me: pensavo sempre troppo. E se quella persona si mette a ridere dei miei movimenti? E se quell'altra inizia a parlare dietro alle mie spalle? Era un lungo ciclo che non finiva mai,che mi tormentava sempre durante le ore di ginnastica. Quando invece seguivo i miei corsi era diverso...mi sento libera quando li pratico,non penso a niente,la mia mente si svuota e penso soltanto a dare il massimo in quello che faccio,in quello che mi fa stare bene.

"Eii,sei ancora viva?"- mi chiede Jake mentre mi sfila dalle mani le mie coperte calde,risvegliandomi dai miei pensieri.
"Si,almeno per ora"- risposi con un sorrisetto sul volto. Lui riusciva sempre a strapparmi un sorriso anche di prima mattina,la parte più traumatica della giornata per me.
"Meglio per te, perchè oggi andremo a pranzo dai nuovi vicini per dargli il benvenuto nel quartiere".
"Oggi? Si sono già trasferiti"- chiesi dubbiosa.
"Sembra proprio di sì,sorellina"- mi rispose.
"Oh,va bene"- non sapevo cos'altro dire.
"Perciò oggi usciremo prima di scuola e ti accompagnerò io con la mia macchina"- mi disse.
"Ma io sono troppo giovane per morire"- dissi ironica.
Jake aveva preso la patente da cinque mesi ormai,ero già stata in macchina con lui alla guida ma si sa...la prudenza non è mai troppa.
"Tranquilla,il tuo giorno arriverà,ma quel giorno non è oggi"- rise.
"Molto confortante, davvero"- sorrisi a mia volta.
"Oggi Juliet ha preparato i pancake con lo sciroppo d'acero per colazione"- mi informò.
Non riusciva a chiamarla "mamma" e io potevo capirlo dato che non chiamavo ancora Ryan "papà".
"Va bene scendo subito" dissi.
Jake fece un cenno con la testa,informandomi che aveva capito; scese le scale e subito dopo con uno sbuffo,mi alzai dal letto.
Andai in bagno e per svegliarmi del tutto mi sciacquai la faccia con dell'acqua fredda. Subito dopo scelsi il mio outfit del giorno.
Un pantalone cargo abbastanza largo di colore nero con delle cuciture bianche e una maglietta attillata che mi arrivava sopra all'ombelico blu elettrico con sopra disegnate, tre rose con i contorni bianchi. Era uno delle mie combinazioni preferite in assoluto,e avrei sempre optato su di lui quando non avrei saputo cosa indossare.
Dopo essermi vestita,mi truccai leggermente: il mio prodotto preferito è senza ombra di dubbio il mascara,che secondo Emma mette in risalto i miei occhi. Questi,sono sempre stati oggetto di imbarazzo per me,ma ora con il tempo,ho imparato che non sono i miei occhi ad avere un problema,sono gli altri ad averlo con le mie iridi viola. Ad oggi ho imparato ad amare e il viola è diventato il mio colore preferito. Dopo aver finito il mio make-up sistemai i capelli arricciandoli un po' e poi indossai dei gioielli. Misi dei piccoli cerchi argentati con il Sole e la Luna come pendenti sui lobi e,per abbinare,anche una collana e in bracciale con delle stelle. Finiti tutti questi passaggi mi guardai allo specchio: era una delle poche volte in cui mi vedevo bella veramente. Ultimamente sono sempre di più le giornate in cui ho l'impressione di essere bella proprio come le altre ragazze: ed è una sensazione stupenda. Sorrisi al mio riflesso,uscii dalla mia camera e scesi le scale per arrivare in cucina.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 09 ⏰

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