Notte

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Dov'era?

Un bar... O, un pub... Lui chi era? Un alieno?

Imbranato. Le aveva rovesciato addosso una bevanda ghiacciata e si era offerto di accompagnarla a casa. Lei aveva accettato titubante, ma avevano chiacchierato fitto fitto per due ore e avevano riso tanto. Un po' ipocondriaco, un po' nerd, un po' buffo. Le era sembrato il tipo giusto con cui continuare a chiacchierare a ruota libera sino a casa.

Lui aveva deviato dal percorso stabilito e aveva imboccato una stradina di campagna, con il luccichio del mare calmo all'orizzonte e un abbraccio serrato e indistinguibile di alberi incombenti come ombre nere.

Aveva spento il motore che era buio.

Si era guardata intorno e non aveva trovato riferimenti. Nemmeno una casupola in lontananza.

Lui si era voltato a osservarla, e aveva allungato una mano per giocherellare con una ciocca scivolata giù dai capelli raccolti.

Istintivamente, si era scostata.

Lui aveva tolto gli occhiali. La debole luce notturna le aveva rivelato un volto del tutto differente.

Prima di riuscire a scendere, si era trovata in trappola.

Con una mano, l'aveva saldamente afferrata per i capelli, mentre si era compiaciuto nell'alitarle veleno dentro le orecchie.

Lei aveva serrato gli occhi.

Le era apparso un grosso ragno sopra la preda.

- - -

Alla fine, era rimasta sola. Inginocchiata sotto il bellissimo cielo stellato di agosto.

Dov'era?

Dove? Si era chiesta spaesata.

Si era guardata intorno e la notte e un'immaginazione disordinata l'avevano gettata in una spirale di timori. Come se gli alberi avessero potuto nascondere fantasmi. Mostri.

Aveva chiuso gli occhi. Per rallentare il battito cardiaco. Per respirare. Per ricacciare indietro le lacrime.

Il profumo, intenso e dolce, della pacifica notte, l'aveva raggiunta.

E, il confortante cri-cri dei grilli...

Aveva riaperto gli occhi e... Girotondi di decine e decine di lucciole l'avevano circondata. Era rimasta a guardare, con la meraviglia di una infante dipinta sul volto.

A un certo punto, sicure della sua attenzione, le lucciole si erano allungate in una scia tremolante, ora un po' più avanti ora un po' più indietro. Volevano qualcosa da lei?

Aveva dubitato della sua sanità mentale, ma le era proprio sembrato che la stessero spingendo a seguirle.

Si era avviata verso la scia che, subito, si era snodata sino a illuminare un sentiero poco battuto e nascosto dalla vegetazione. Senza lasciarla un momento, le lucciole l'avevano condotta sulla strada principale e, lì, l'avevano salutata con altre delicate evoluzioni.

Lei aveva camminato scalza, sull'asfalto ancora caldo e con le luci a pochi metri.

Aveva raggiunto la città. La sua casa. Finalmente.

Aveva fatto una doccia veloce. Si era raggomitolata nell'accappatoio e, con i capelli bagnati, era crollata sul letto.

Prima delle rugiade biancheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora