Osservai con disgusto i ragazzi davanti ai miei occhi.
"Glielo hai detto?" chiese Bill guardandomi dritta negli occhi.Tom lo zittì con un gesto della mano.
"Fa la difficile?" la voce di Georg sembrò fargli perdere la poca pazienza che aveva mantenuto fino a quel momento.
"Statevi zitti cazzo, silenzio."
"Mettiamola così, so che preferiresti una pallottola al petto piuttosto che collaborare con noi" risi in modo sarcastico. Intelligente il ragazzo.
"Ma va?"
"Rivolgiti di nuovo a me con quel tono e giuro che il cimitero sarà la tua prossima e ultima meta" mi minacciò con voce carica di rabbia. Cane che abbaia non morde si dice a casa mia.
Ghignai strafottente il che sembrò irritarlo maggiormente.
"Si tratta di un colpo grosso, potremmo guadagnarci entrambi" scossi la testa, era impazzito.
"Visto che siete così astuti e bravi non avrete bisogno del nostro aiuto. Vaffanculo a voi" dissi salendo sulla mia auto.
Tutti e quattro si piazzarono davanti per ostacolarmi il passaggio.
"Lo sapete pure voi che potrei investirvi senza problemi e ciao ciao gare; che ne dite?" il ragazzo dalle treccine nere batté una mano sul cofano.Ok tutto, ma la mia fottuta macchina no. Potevo sentire la rabbia ribollirmi nelle vene.
"Ehi testa di cazzo! Fallo un'altra volta se hai le palle" ringhiai, sogghignò dando un altro colpo secco.
Scesi di scatto dall'auto e sotto il loro sguardo indagatore aprì il cofano posteriore della vettura da dove presi una pesante mazza da baseball. Con sguardo inviperito mi diressi verso l'auto del moro iniziando a colpire il cofano anteriore sotto il suo sguardo incredulo.
Sentì i loro occhi bruciarmi addosso e il suono di pistole che caricavano, non avevo paura. Non di questi quattro idioti che si credevano chissà chi.
Mi girai nella loro direzione, Tom venne lentamente verso di me con un coltellino in mano e un sorriso che non prometteva niente di buono.
Prima che potessi agire in qualsiasi modo mi afferrò tenendomi stretta a se e me lo puntò alla gola."Adesso dovrei ucciderti per quello che hai fatto, brutta stronza" il suo volto era una maschera di rabbia, gli occhi erano diventati due pozze nere iniettate di sangue.
"Sei fortunata che mi servi" premette con leggerezza la lama sulla mia guancia facendo un leggero taglio.
Piccole gocce di sangue caddero per terra, sgranai gli occhi.
"Sei un fottuto pezzo di merda, non ti aiuterò mai" potevo sentire il suo fiato caldo sul collo, sapeva di menta e tabacco.Rise amaramente.
Inspirò contro l'incavo del mio collo.
"Mh.. hai un profumo troppo dolce per essere così acida" la sua voce rauca mi fece venire i brividi lungo la spina dorsale. Deglutì.Gli diedi una gomitata sullo stomaco e me lo scollai di dosso, si piegò a terra dal dolore e corsi alla mia macchina.
"Puttana maledetta! So dov'è il vostro ritrovo, avrai presto mie notizie!" sputò con rabbia mentre mettevo in moto per allontanarmi il prima possibile.Battei più volte una mano sul volante durante il tragitto verso casa, gettavo sempre un occhiata allo specchietto retrovisore nel caso avessi avuto qualche brutta sorpresa ma per fortuna non fu così.
"Cos'è successo?" chiese Cassie quando sbattei con forza la porta d'ingresso.
Ero arrabbiata, arrabbiata perché sapevo. Sapevo che non avevamo scelta e che dovevamo aiutare i Black Souls qualsiasi cosa volessero fare. Opporre resistenza avrebbe solo causato spargimento di sangue inutile e cosa più importante non avrei mai voluto perdere quelle ragazze che consideravo ormai la mia famiglia.
Sarebbero stati capaci di uccidere chiunque intralciasse i loro piani e soprattutto chi non voleva collaborare.Presi un bicchierino e lo riempì di Burbon, me lo scolai velocemente sentendo la gola bruciare. Non bastava a calmarmi, decisamente no.
Mi buttai sulla poltrona del salotto accavallando le gambe, le ragazze stavano in piedi davanti a me aspettando che dicessi qualcosa.
Qualsiasi cosa."Cos'hai fatto al viso?" urlò Morgan, sconcertata.
"Tom" dissi solamente.
"Quel figlio di puttana! Cosa cazzo è successo?" cercai di essere convincente dicendo loro che era una cosa da niente. Non furono granché convinte ma non potevano fare altro che credermi.
"Dobbiamo prepararci per un colpo.." iniziai dopo alcuni secondi di silenzio, batterono le mani eccitate ma ancora il peggio non glielo avevo rivelato "... con i Black Souls."
Fu come se l'aria si fermò, smisero di festeggiare e mi guardarono incredule, con le bocche spalancante per lo stupore.
"Ma cosa diavolo stai dicendo? È per quello che hai quel fottuto taglio?" Reina inarcò un sopracciglio.
"Non abbiamo scelta, sono più forti di noi. Lo so io, lo sapete voi e lo sanno loro."
Cassie si sedette al mio fianco battendo più volte le palpebre come per accertarsi che quello non fosse un brutto incubo. Purtroppo era la triste realtà.
"Di cosa si tratta?" la voce di Morgan era un sussurro percettibile.
"Non ne ho idea, ha detto che mi farà avere sue notizie."
Mi alzai, non ebbi nemmeno il coraggio di guardarle nel viso.
Andai in camera mia e chiusi la porta con un tonfo. Con rabbia iniziai a tirare gli oggetti che mi capitavano sotto mano per terra, alcuni si ruppero mentre altri fecero solo un gran frastuono.
Osservai la città dall'enorme vetrata che offriva la stanza. Le luci la rendevano uno spettacolo mozzafiato ai miei occhi, più di quanto non fosse già bella.
Non potevo starmene chiusa lì con milioni di pensieri negativi che mi passavano per la testa e che riconducevano per la maggior parte a quell'idiota dalle trecce nere.
Indossai un pantaloncino da basket ed una canotta larga. Legai i capelli in una coda da cavallo alta e mi diressi nella palestra che avevamo in casa.
Sentì di stare per esplodere.
Sferrai il decimo colpo sul sacco da box e continuai a tirarne finché una mano non si posò sulla mia spalla, la ignorai continuando a colpire il mio bersaglio."Se non volete ritrovarvi con una pallottola alla testa lo farete senza fiatare.." tirai un altro pugno ancora.
Nonostante avevo legato i capelli mi si appiccarono alla fronte dalla quale scendevano piccole gocce di sudore che si andavano a depositare sul petto.
Mi scrollai la mano di Rainer dalla spalla allontanandomi dal sacco da box. Evitai il suo sguardo. Bevvi metà bottiglia d'acqua e ciò che rimaneva me lo buttai in faccia e sul petto. Mi sedetti sulla panca poggiando i gomiti sulle ginocchia prendendomi la testa tra le mani.
Odiavo quel fottuto ragazzo, odiavo tutto ciò che lo riguardava, la sua banda del cazzo. Lo odiavo e basta.
Mi sfregai le mani sul viso e mi uscì un lamento di frustrazione. Rainer mi fissò dispiaciuto, senza batter ciglio.
Tolsi i guanti dalle mani e prendendo la bottiglia vuota mi diressi nella mia stanza senza dire una parola.Mi spogliai dai vestiti sudati e mi gettai sotto la doccia. Insaponai il corpo e lavai i capelli. Mi sentivo leggermente più calma rispetto a qualche ora fa, ma non avevo del tutto esaurito la rabbia dentro di me e pensavo che non sarebbe finita mai.
Tornai in stanza con i capelli ancora umidi, li legai in una crocchia disordinata. Tolsi l'asciugamano lasciandolo ricadere per terra, infilai l'intimo e indossai un completo comodo della Nike composto da un top nero e un paio di pantaloncini abbinati.
Qualcuno bussò alla porta della mia stanza, scocciata mormorai un "avanti", Morgan mi guardava con occhi spalancanti.
"Loro... sono qui."
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Enemies - Tom Kaulitz
FanfictionCosa succede quando i capi di due gang mafiose rivali di Dubai iniziano a sviluppare degli strani sentimenti l'uno verso l'altra? Un finto angelo e il diavolo in persona. È ciò che sono Tessa e Tom. Così simili eppure così diversi. Lei stronza, na...