- New Awareness

123 9 0
                                    

Quando mi risvegliai fuori era buio pesto, ricordo che non erano poco più delle due di notte.

Come si poteva immaginare non avevo un minimo di sonno.

Feci una doccia veloce, legai i capelli e tornata in camera indossai una tuta larga, una felpa oversize col cappuccio e un paio di scarpe da ginnastica.
La notte a Dubai faceva terribilmente freddo e non potevo permettermi di prendere qualche malanno.

Uscì silenziosamente nel corridoio, la villa era immersa nel buio e non si udiva il minimo rumore. Era una sensazione così confortante. Mi rigirai le chiavi della macchina tra le mani, avevo voglia di uscire e così feci.

Sfrecciai fra le innumerevoli auto in strada che, come al solito, si facevano largo al mio arrivo. Giunsi in una strada popolata da bar e locali, bere qualcosa è quello che cercavo.

L'aria calda mi colpì in pieno quando aprì la porta d'ingresso. Un paio di persone si girarono ad osservarmi.
Presi posto al bancone.
"Un quattro bianchi ai frutti di bosco."

"Giornata pesante?" chiese il barista in tono divertito. Lo guardai con studiata indifferenza.
"Vita pesante."

La conversazione finì per fortuna lì, mi preparò il mio cocktail e lo bevvi tutto d'un sorso leccandomi le labbra.
"Un altro."

Continuai così per altre quattro volte, per fortuna o per sfortuna reggevo fin troppo bene così dopo quattro cocktail ero leggermente brilla.

Poggiai una manciata di banconote sul bancone e mi alzai diretta verso l'uscita. Mentre passavo attraverso i tavoli sentì una mano posarsi sul mio fondoschiena, mi girai furiosa e incontrai un paio di occhi neri osservarmi con lussuria e un paio di denti gialli che mi sorridevano in modo viscido.

Un sorriso velenoso spuntò sul mio volto, senza nemmeno dargli il tempo di analizzare la situazione gli mollai un pugno dritto sul naso. Fu talmente forte che barcollò all'indietro e vidi subito del sangue scolare.
"Sei fortunato che non ti abbia ficcato una pallottola nel cranio, pezzo di merda" ringhiai mentre si asciugava il sangue col dorso della mano.

Strinsi i pugni e una cameriera urlò, per poco non mi avventai pure su di lei.

Prima di combinare altri casini inutili uscì da quello squallido posto. Respirai a pieni polmoni l'aria fresca, tirava un venticello gelido che in quel momento trovai piacevole.

Un auto rossa mi sfrecciò davanti a tutta velocità, non era difficile capire chi fosse: Bill Kaulitz.

Mi chiesi dove stesse andando con così tanta premura ma poi mi ricordai che correre a tutta velocità era una delle caratteristiche che caratterizzavano i Balck Souls.

Forse incoscientemente, decisi di seguirlo. Misi in moto e riuscì a raggiungerlo non troppo difficilmente però tenendomi a debita distanza in modo da non farmi scoprire da lui.

Fermai la mi auto quando vidi la sua girare in un vincolo. Corsi a perdifiato e mi nascosi dietro un cassonetto dell'immondizia. In quel vicolo c'era puzza di piscio e di animali morti.
Alzai di poco la testa, oltre il mio nascondiglio, e scorsi tutti e quattro.
Un uomo era per terra e strisciava ai piedi di Tom.
"T-Ti prego! Ho una famiglia!" disse l'uomo disperato implorando per la sua vita, per me fu come un flashback quella scena.

Le labbra del ragazzo si curvarono in maniera delicata, le guance si sollevarono. Stava sorridendo in un modo che definirei tetro, metteva i brividi a chiunque, tranne che a me.

Inclinò la testa per osservalo meglio e infine gli sparò, tre volte, dritto in pieno viso.
Il sangue gli schizzò sulla maglia e lo guardò con disgusto per poi sputare sopra il cadavere dell'uomo.

Enemies - Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora