6 - Da sola

10 1 0
                                    

Ed eccoci qui, è giunta l'ora dei provini.
Il momento tanto atteso. Atteso, si, ma non da me.
Il momento in cui una mandria di ragazzini con dei sogni troppo grandi perché si realizzino si radunano davanti a una porta, con su la scritta "Casting qui" stampata a caratteri cubitali.

È arrivato quel momento.

Vorrei poter dire di sentirmi indifferente riguardo a questa situazione, che non mi interessa quali possano essere le sorti di questo musical, ma non posso. Non posso, perché non è così. Perché quando qualcosa diventa così importante per qualcuno a cui tengo, lo diventa anche per me, soprattutto se quel qualcuno è Gina Porter.
E poi, chi voglio prendere in giro.

Ho ceduto.
Ho passato le ultime ore a provare stupide canzoni e interminabili, a volte insensati monologhi di ogni personaggio femminile presente nella saga. Già, ogni personaggio. E questo mi mette ancora più pressione e mi fa sentire ancora più a disagio.
Tutti qui stanno facendo l'audizione per un ruolo, uno in particolare. E io non ho idea di chi scegliere, di chi voglio provare a rappresentare.

E la verità è che non ho neanche ceduto, piuttosto mi sono lasciata andare. Ma qui, ora, in mezzo a questa folla di adolescenti agguerriti con falsi sorrisi da circostanza stampati sul volto, e indossando un "22" sul petto, lasciarmi andare sembra all'apice dell'impossibile.

Forse anche del soprannaturale.

E in questa circostanza, inizio seriamente a pentirmi di essere qua, a pensare di aver commesso un grandissimo errore e che adesso dovrei trovarmi seduta a uno dei tavoli della mensa sorseggiando un caffellatte che di caffellatte non ha nulla.
Inizio a sentire caldo, una sensazione opprimente, come se questa scuola fosse troppo piccola per contenere tutti questi studenti e le mie paure in un unico posto. Mi guardò attorno , e sono sicura di sentire un attacco di panico che si fa spazio in me.

Sono da sola.
E un attacco di panico è l'ultima cosa che mi serve adesso. Non sarei in grado di gestirlo, e finirei per scappare via piangendo mettendomi in ridicolo davanti a tutti. Sono da sola, perché mi sento da sola. Nonostante Gina sia qui, seduta davanti allo specchio accanto al mio a blaterare cose, che francamente non sto ascoltando, da più di venti minuti, mi sento sola perché nessuno qui è come me. Ognuno è qui per un motivo, ognuno è qui perché è sicuro di se e di riuscire nell'intento di ottenere un ruolo, mentre io non lo sono affatto.

Nonostante qui siamo decisamente troppi per essere presi tutti nel musical, ognuna di queste persone è sicura di farcela, e non avere la minima idea di cosa ci faccio qui perché non ho davvero niente a che fare con loro, mi terrorizza.

Una nota positiva in tutto ciò, però, potrebbe esserci.
Ricky non è qui. Ero sicura, conoscendolo, che si sarebbe presentato ai casting. E non perché gli piaccia l'arte o addirittura i musical, niente del genere. A essere onesti, lui li ha sempre odiati, i musical. Li trovava bizzarri e ultra sdolcinati, diceva che semplicemente "non facevano per lui".
Ma queste audizioni non se le sarebbe lasciate scappare, ne ero convinta.

Il motivo è uno, e ha nome e cognome: Nini Salazar-Roberts.
Nini sì, che era qui. Ed era qui in compagnia del suo nuovo cavaliere, Ej, il quale è stato etichettato come 'Troy' fin da subito sui social, facendo sì che Nini venisse indicata, a sua volta come la 'Gabriella' dello spettacolo.
Ricky non è uno che sta lontano dai social, o dai gossip. E non è nemmeno uno che si arrende quando le cose diventano difficili.

Vedere Nini così affiatata con Ej non l'ha certamente fatto perdere d'animo. Certo, l'ha ferito e non poco, ma dubito che si sia arreso all'idea di tornare con lei.
Per cui, se continua ad essere almeno in parte il Ricky che conoscevo, sicuramente avrà visto i casting come l'opportunità perfetta per riavvicinarsi a Nini, provando a tornare con lei a tutti i costi.
Ricky è uno che se vuole qualcosa, la ottiene.

A risvegliarmi dai miei pensieri autodistruttivi è Gina che, essendosi probabilmente accorta che non le sto prestando attenzione, mi scuote la spalla.
Mi giro verso di lei, e come volevasi dimostrare, ha su quell'espressione saccente da ramanzina.
"Mh?" dico semplicemente, per farle capire che, adesso, ha la mia attenzione.
"Mh? Ti sto parlando da venti minuti. Dovrei essere io quella a dirti 'mh?', si può sapere dove hai la testa?"

E io dove ho la testa te lo direi Gina, ma se lo facessi finirei per tirarti giù in un vortice di domande a cui, purtroppo, nemmeno io so dare una risposta.

"Da nessuna parte." mento.
"Già, e ti aspetti che ti creda?" si dispone a braccia conserte in attesa di una spiegazione.
"Davvero, è così. Sono semplicemente in ansia, qui dentro sembrano tutti così sicuri di se che mi sembra di essere capitata nel posto sbagliato." ed è così, in realtà. Nonostante non stessi pensando soltanto a questo, le mie paranoie prendono grande spazio nei pensieri che mi affollano la mente distraendomi.

Gina mi guarda per qualche secondo, ancora non convinta del tutto, ma decide di non farmi altre domande, probabilmente per non infierire, sapendo che se c'è qualcosa che dovrebbe sapere, sarò io a informarla a tempo debito.
"Ascolta, ti rivelo un segreto." fa una piccola pausa, e mi prende le mani tra le sue.

E io tremo.
Sento una piccola scossa al cuore, e tremo.

"Le persone qui dentro, me inclusa, stanno fingendo questa sicurezza. È una sorta di metodo, si mostrano più sicuri per cercare di risultare più convincenti agli occhi di chi giudica. Siamo pur sempre tutti in lotta per quel che vogliamo, qui." lo dice con una sincerità tale, da farmi credere che sul serio tutti attorno a me si sentano proprio come mi sento io.
Mi guardo attorno, e inizio a guardare tutti con occhi diversi.

Forse non è poi così impossibile.

Chiudo gli occhi. Inspiro ed espiro. Riapro gli occhi.

Gina è qui, crede in me. E se lei ci crede sul serio, mi sembra di poter credere davvero che non ho nulla da perdere. Tentar non nuoce, no?
No, non se lei mi tiene la mano.

Le guardo la maglietta, su cui le hanno attaccato il numero 1.
1. Prima a tutti, come al solito.
Poi rido, e a questo punto lei si guarda la maglietta, per poi riguardare me e mettere su un'espressione confusa.

"Che succede? Sono sporca?" inizia a preoccuparsi.
"Mi spieghi com'è possibile che tu abbia il numero uno e io il ventidue se siamo arrivate qui assieme?" dico semplicemente. Lei guarda la mia maglia, e poi di nuovo la sua, come per confermare a se stessa che quel che sto dicendo sia la realtà.
E poi ride, anche lei.

E io tremo di nuovo, per il suo sorriso.

"Certe cose succedono e basta. Non tutto ha una spiegazione logica."

Occhi di ghiaccio | HSMTMTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora