Sguardi di fuoco

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"Vai via." La voce uscì tremolante ed incerta, mentre una luce accecante mi illuminò il volto, costringendomi a portare una mano davanti al viso come protezione per i miei occhi dalla luce forte.

"Che ci fai qui, tutta sola?"

"Non credo siano affari che ti riguardano, sparisci." il terrore prese il sopravvento nei miei occhi e il respiro si fece più veloce, quando il cerchio di luce, da cui si diramavano i diversi raggi, si avvicinò lentamente in un lasso di tempo che a me sembrò essere troppo veloce.

"Bene, sembri molto simpatica." Il suo tono sarcastico non riuscì a rilassarmi, quandanche fosse quello lo scopo. Indietreggiai nuovamente, ma la schiena andò quasi immediatamente a contrastarsi in un angolo, dove avrebbero dovuto esserci i cassonetti della spazzatura.

All'improvviso la luce si spense e tutto ritornò come in precedenza: buio da far bruciare gli occhi. La presenza di un ragazzo che mi osservava mi tenne sulle spine ed il suo atteggiamento non mi suggeriva nulla di buono. 'Sono colui che ti trasformerà' aveva detto, ma cosa intendeva?

Di certo le mie labbra non avrebbero mai fatto lo sforzo di muoversi per pronunciare un'apparente semplice domanda come "Chi diavolo sei?" o "Che intenzioni hai?", così restai immobile attendendo che il mio cuore rallentasse la sua galoppata.

"Se non vuoi neppure parlare, bè..." la torcia illuminò improvvisamente un volto tetro a pochi centimetri di distanza da me. Emisi un urlo spaventoso coprendomi velocemente il volto con entrambe le mani, come se quello sarebbe bastato a proteggermi da qualsiasi cosa o attacco.

Tuttavia non accadde nulla per cui ripararsi; si solo sentì uno scatto e una risata fragorosa. Spostai leggermente le dita per guardarci attraverso: la luce era spenta però il suo respiro era ancora vicino al mio corpo perché potevo sentirne la leggera aria calda sul viso.

"Stavo scherzando, però dovevi vedere la tua faccia terrorizzata." scoppiò in un'altra risata mentre il mio povero cuore iniziava a recuperare i battiti e a tornare alla normalità: la sua voce era improvvisamente cambiata e pareva a me familiare; tuttavia mi lasciava perplessa quel volto che, nella paura, potevo giurare di non averlo mai visto.

"Ma chi sei? Scusa se te lo dico, ma sei terrorizzante."

Lo sento sorridere. "La luce era proiettata dal basso verso l'alto, non credo tu possa trarre conclusioni da questo. Lo prendo come un complimento comunque."

Le mie gote si colorarono di rosso, ma era buio e la luna era appena stata coperta da una nuvola, così non me ne preoccupai.

"Potresti riaccendere la torcia? Odio stare al buio." aggiunsi abbassando di poco il tono della voce, tradendo una mia reticenza nel dirlo.

"Odi il buio e sei nella parte più oscura di tutto il quartiere?" mi prese in giro mentre accendeva la torcia, puntandomela addosso.

"In realtà non so neppure come ci sono arrivata. E tu che ci fai qui? Sei notturno?"

"No, sto cercando i miei gatti ma ora, grazie a te, non so dove diavolo sono." sbuffò con fare teatrale. Riuscì a delimitare la sua sagoma: è alto e magro, ma prima che riuscissi a vedere di più, puntò la torcia per terra, impedendomelo.

"Puoi benissimo continuare la tua ricerca, io cerco una via d'uscita senza disturbarti, tranquillo."

"Va bene." ridacchiò. Ma che ha da ridere sempre questo?Infastidisce e non poco.

Roteai gli occhi quando la luce venne spostata dalla parte opposta a quella che stavo per percorrere: voleva proprio essere d'aiuto. Un leggero venticello invase il vicolo e mi fece pentire di aver ascoltato mio fratello; sfregai le mani lungo le braccia nel tentativo di scaldarmi, allontanandomi dalla luce con passi decisi. Mi ricordai improvvisamente di non essere riuscita a capire il proprietario di quella voce e, evidentemente, il ragazzo stava aggirando l'argomento.

You could be my only cureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora