Chapter One

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- Mi dispiace signorina Dix, ma non ha ricevuto nessuna borsa di studio..- 
Quando sentii queste parole, tutti i miei piani mi caddero come un grosso macigno. 

"Senza una borsa di studio non andrò da nessuna parte.."

- Purtroppo nel secondo trimestre è andata giù parecchio con i voti, non le servirà a molto la buona condotta e la vincita del campionato di pallavolo. - ne sono consapevole anche io. Ma come si fa a dimenticare ciò che mi è accaduto? Non è una cosa che posso passarci sopra così facilmente. 
La signora Filch si avvicinò a me e appoggiò la sua mano nella mia tremolante
- Senti Sam - disse guardandomi negli occhi - Quello che stai passando è un momento molto difficile, perdere entrambi i genitori non è facile - lo potevo capire guardandola ciò che voleva dirmi, ma come posso fare? 

- Il futuro è molto importante e lo sai che i tuoi genitori ci tenevano tanto che tu andassi al college -

" - Cosa vuoi fare da grande?? - 
Scorrazzavo in giro in costume insieme alla mia bambola Cindy 
- Voglio diventare la miglior giocatrice del MONDO! - dissi fermandomi, mio padre mi guardò ridendo e mi prese in un forte abbraccio 
- E invece a scuola?? - chiese appoggiandomi alle sue ginocchia.
Mio padre quando ero piccola aveva sempre questa abitudine di mettermi sulle sue ginocchia e farmi cavalluccio, mi piaceva un sacco e mi rilassava tantissimo. 
- Non lo so ancora, ma voglio essere come tu e la mamma!- sentendo queste parole mi diede un bacio sulla fronte e iniziò il cavalluccio. "

Mio padre e mia madre si conobbero al college. Mia madre era una secchiona di prima categoria, mentre mio padre amava giocare a football. Fin da quando ne ho memoria chiesi sempre la storia di come si conobbero, perchè per me era impensabile che due mondi opposti si potessero incontrare e fondere insieme per creare ciò che hanno avuto loro. Una bella storia d'amore, proprio come vediamo noi nei film, senza lasciare però nulla al caso.

Strinsi la mano libera nel bracciolo della sedia e mi alzai di scatto
- Non si preoccupi signora Filch, se non riuscirò ad entrarci troverò un'altra soluzione -
Uscii dalla porta rattristandomi e continuai a guardare fisso per terra fino al mio armadietto, non vedevo l'ora che la giornata finisse per tornare a casa a trovare una nuova soluzione al casino che avevo combinato. Mancavano solamente 2 settimane alla fine della scuola e non potevo di certo sperare in un miracolo per quanto riguarda i voti.

- Ehilà estranea - disse una voce alle mie spalle. Era Daisy, con le sue cuffie gigantesche intorno al collo che le facevano da collana e i suoi capelli rosa.
Ragazza molto eccentrica, con un gran senso dell'umorismo e voglia di combinare guai, solo quest'anno fu mandata dal preside almeno 10 volte..e deve ritenersi fortunata perchè il preside è suo padre, sennò si ritrovata praticamente bocciata per tutte le riprese fatte dai professori. Diciamo che per lei la scuola era solamente un passatempo obbligatorio imposto dai genitori, lei era un'artista..di quelle brave però.
- Ehy - risposi finendo di rimettere a posto i libri nell'armadietto
- Mhh..diciamo che non è giornata per te - si appoggiò all'armadietto vicino per avere un contatto visivo con il mio - Raccontami tutto, dall'inizio alla fine -

Ci spostammo in biblioteca, visto che praticamente apparte pochi compresa me, la frequentava.
Iniziai a raccontare ciò che la Filch mi disse senza lasciare nessun dettaglio.
- Che stronzata! - era furiosa, riuscivo a capirlo dal fuoco intorno agli occhi - Parlerò con mio padre e troverò una soluzione - la vidi partire come un fulmine, ma la fermai prendendola per un braccio. 
- Non farlo ti prego - poteva di certo aiutarmi visto che era la figlia del preside, ma non volevo avere favoritismi. Il padre, Oras, mi aveva parlato in privato e aveva già fatto tutto il possibile per non bocciarmi. 
- Ce la farò, dovrò solamente pensare a come fare - dissi cercando di tranquillizzarla, ma la prima persona che dovevo tranquillizzare ero io. 
Daisy si fiondò verso di me abbracciandomi, in un abbraccio di puro conforto, da lei è molto strano ma delle volte aveva questi attacchi.
Ricambiai.
- Lo sai che sarò sempre al tuo fianco e che ti aiuterò in qualunque modo - 
Lo sapevo benissimo, ed è per questo che sono grata di averla conosciuta.

- Sono a casa! - urlai sbattendo inavvertitamente la porta. 
Appoggiai lo zaino ormai vuoto nella cassapanca davanti alla porta e andai in cucina.
- Com'è andata?? - mi chiese Amanda, la sorella di mia madre. Quando i miei genitori morirono, io fui affidata a mia zia, ragazza ancora giovane, con soli 20 anni più di me. Era completamente diversa da mia madre, se non l'opposto. Le piaceva vivere la vita, non ha frequentato il college, ma non perchè non ne era in grado ma perchè ha trovato lavoro in un'azienda di gran fama.
Non vedendo rispondermi, fece lei la mossa.
- E' come pensavo..vero?? - lasciò tutto quello che stava facendo per avvicinarmi a me
- Purtroppo ha detto che far vincere il campionato e avere una buona condotta non basta - a sentir queste parole fece un muso lungo, come biasimarla.
- Troveremo una soluzione! - disse - Chiederò al mio capo se riesco ad inserirti magari in queste ultime due settimane nell'azienda, magari per prendere qualche credito in più - aveva incominciato ad innervosirsi, lo riuscivo a vedere da come tagliava i pomodori. 
- Ovviamente tu dovrai collaborare!! - mi disse puntandomi il coltello, ovviamente non potevo fare altro.

Il giorno dopo, Amanda entrò presto nella mia camera spalancando le persiane. 
- Dai su forza svegliati! - prese la cima della mia coperta e la tolse dal mio corpo caldo, mi pervase un brivido che mi fece aprire gli occhi per qualche secondo, giusto il tempo di vedere l'orario sulla mia sveglia. Erano le 6:30.
Amanda si sedette di fianco al mio corpo rigido - Dobbiamo andare e non possiamo fare tardi -
Si alzò e si avvicinò alla soglia della porta
- Ah mi raccomando..Vestiti bene, in maniera formale -
Sentendo queste parole mi voltai verso di lei e mi sorrise.
Sapevo già dove mi avrebbe portato.

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