4 : "tu chi sei?"

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[...]

- felix's pov.

«terrai tu d'occhio a hwang ok?» ordinò una voce in lontananza, prima di chiudere con violenza la porta.

«hwang qua, hwang là...questi deficienti manco si sono resi conto che non ho trovato lui!» il pavimento tremò, probabilmente questa persona aveva battuto nervosamente i piedi sul parquet.

quel leggero suono di suole sul legno, pian piano parve avvicinarsi a me con lentezza.

un pugno afferrò la cima del sacchetto in cui il mio volto era nascosto: «non sanno che ho preso qualcuno persino meglio di hwang», l'uomo mi privò del sacchetto e lo gettò via da qualche parte, lasciando il mio volto scoperto ed accarezzandone le estremità.

«cazzo, non mi dire che hai perso i sensi-...» scosse il mio viso più volte, tenendo il mio mento tra le sue dita, e bloccandomi il capo per poi picchiettarmi per farmi svegliare.

«mio dio- ma come si fa a perdere i sensi per un paio di minuti con una sacca in testa!» ringhiò.

«d'accordo stronzetto viziato, adesso ti prendo e ti porto sul letto a peso morto, ma giuro che ti avrei lasciato per terra se non fossi stato così c-...mh, lasciamo stare».

lasciai che mi trasportasse sul materasso e mi posasse con cautela, dopodiché ad occhi leggermente schiusi, lo osservai uscire dalla stanza e lasciarmi da solo.

«diamine sì, sapevo fosse un'idea geniale fingersi svenuto-» dissi a tono basso tra me e me, alzandomi dal letto ed ispezionando il posto di lusso nel quale sembravo esser finito.

quando ero nel furgone, rigorosamente legato, avevo sentito parlare di kkangpae. non avevo dubbi sul luogo nel quale mi sarei ritrovato.

ma adesso non era il momento di piangersi addosso, stavo per riuscire ad evadere, mi sarebbe bastato correre alla ceca una volta aperta la porta della stanza.

non appena abbassai la maniglia di questa, mi trovai ribaltato sul muro al di fuori della stanza, schiacciato su di esso, e con un braccio muscoloso che mi bloccava il petto.

«biondino ma pensi di avere a che fare con uno stronzo? pensi che stiamo giocando a "un, due, tre, stella"?» deglutì senza rispondergli, abbassando lo sguardo per evitare i suoi occhi taglienti.

avevo riconosciuto che era la stessa voce che all'interno mi aveva definito un bel ragazzo, o almeno, stava per dirlo, ma questo rendeva il tutto ancora più sadomasochista.

alzò quel braccio fino al mio collo, bloccandomi quasi il respiro.
strinse i denti e con aria minacciosa chiarì: «tu adesso sei sotto la mia vigilanza, se scappi ci andrò per sotto io. prova ad evadere un'altra volta e ti faccio fuori, chiaro?».

«e se non ti fosse abbastanza chiaro, intendo che ti uccido», lasciò la presa e mi spinse nuovamente nella camera da dove avevo tentato la fuga, rimanendo alle mie spalle e calciandomi le scarpe, così che non mi opponessi ad entrare.

con violenza mi rigettò sul letto, costringendomi a ginocchiate.
piombato sul materasso afferrò i miei capelli, e bloccò la mia testa tirandola da dietro, affinché il mio sguardo puntasse nei suoi occhi.

«ti ho rapito con le mie mani, sono entrato nel locale e col palmo ti ho tappato la bocca portandoti via con me. come pensi di poter scappare adesso così facilmente?» mi guardò un fastidioso sorrisetto divertito, mollò i miei capelli, e lasciò i suoi occhi scappare sulle mie gambe scoperte e i miei shorts attillati.

a seguire i suoi occhi furono le sue mani, che si aggrapparono alle mie cosce, camuffando gli intenti pervertiti.

«p-perché cazzo mi hai rapito- non so nemmeno chi sei-» cominciai a piangere, cercando di farmi sentire da qualcuno.

«non ti è chiaro? lì fuori pensano tutti tu sia un erede di hwang, qui dentro io penso tu sia un divertente passatempo» ridacchiò, muovendo le sue mani sulla mia pelle scoperta, dall'inguine fino al ginocchio.

«n-non vorrai molestarmi o qualcosa del genere-» pronunciai ansimante, battendo i denti.

il ragazzo si allontanò dal letto, e prese dalla tasca delle cartine e dei filtrini.

«divertente, ma io non sono fatto così, e non ho queste intenzioni. e poi non faccio sesso con altri uomini, a differenza tua- ma sono qui da solo, e non per volontà mia, voglio solo qualcuno che passi il tempo con me, in modo amichevole», si posizionò la sigaretta rollata tra le labbra, e la accese proteggendo con una mano la fiamma.

«ok, bella storia strappalacrime, ma pensi che io voglia stare qui? mi hai preso per un animale domestico? vivevo bene prima che arrivassi tu, ora lasciami andare!» battei i pugni sul materasso.

«reagisci come se ti avessi incatenato. se volessi scappare a tutti i costi, ci staresti già riprovando. non trovi, felix?» sghignazzò sottovoce cacciando il fumo da bocca, mentre intanto i miei nervi salivano a fior di pelle.

«perché sai il mio nome- e perché cazzo dovrei voler rimanere qui con te?! mi hai detto che morirei se provassi a scappare».

«e sai chi altro morirebbe se ci provasse?» domandò.
«...io, hai capito bene felix, io sono nella tua stessa situazione di merda».

«fatti entrare in testa che una volta che hai messo piede qui, non c'è via di uscita», disse secco, diretto al punto.

tirai un sospiro, rassegnato dal discorso del ragazzo, alzando gli occhi appannati verso di lui chiesi: «ok, va bene. e come hai intenzione di passare il tempo assieme mr. senzanome?», mi sdraiai totalmente sul letto sbuffando, guardando il soffitto arreso.

«prima che arrivassi tu, mi allenavo ogni giorno dalla mattina alla sera, finché non mi davano un incarico» si sedette stanco sul letto di fianco a me, parlando con lo sguardo perso nel vuoto.

«già, si vedono i risultati...pensi che daranno anche a me degli incarichi?», il ragazzo scoppiò a ridere appena apri bocca appena fiatai.

«ma sai quanto meno di che tipo di incarichi stiamo parlando? questa è mafia felix, e tu non sei un tipo a cui affiderebbero di uccidere qualcuno, o di rapinare un negozio, o di proteggere un luogo di spaccio. al massimo ti chiederanno di pulire le mensole, ma hanno già abbastanza servi direi-» spiegò.

«...davvero tu fai tutte queste cose spregevoli?» rimasi a bocca aperta per un lungo minuto.

«sì, ed ho fatto cose ben peggiori, ma non ho mai ucciso nessuno, e pure se fosse, non sarebbe stato per volontà mia, ripeto».

«bene, allora se non possiamo allenarci insieme, immagino che potremmo passare il tempo anche chiacchierando» proposi.

«sì, non sembra male parlare con te, forse sarebbe un po' meglio se mi chiamassi per nome ecco. e tornando al discorso di prima, a me piace molto anche ritrarre, so che è da coglioni, ma non lo faccio da un po'...».

«come faccio a chiamarti per nome se non so quale sia il tuo nome?» ribadì.

«allora piacere felix, seo changbin».

il mio cuore in quel momento si riempì di gioia senza motivo. certo, ancora mi chiedevo perché sapesse il mio nome, ma sapere il suo, era importante per me, vuol dire che si fidava.

«bene, io comunque non penso che ritrarre sia "da coglioni", quindi se qualche volta vorrai riprendere a farlo, potrai ritrarre me, changbin» proposi...

Slut Machine | hyunchanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora