2 - the sorting ceremony screwed up

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Anya

Io e mio fratello passammo un'intera giornata insieme ad Hagrid, il gigante buono, finché non vi abbandonó alla stazione di Londra, e proprio in quel momento inizió la caccia al tesoro al binario inesistente 9 e 3/4.
Saremo anche stati dei bambini, ma non eravamo certo stupidi. Sapevamo, infatti, che non poteva di certo esistere un binario del genere.

Io e mio fratello stavamo girando da troppo tempo ormai, e l'orario della partenza del treno era più vicino che mai. La gentilezza ingenua del mio gemello lo porto dritto da un controllore dei treni, chd ovviamente gli rise in faccia.

«Sto iniziando a pensare che sia tutta una presa in giro... come al solito.» Sbuffai sedendomi sul carrello pieno di roba. Valige, baule, libri scolastici e il trasportino con il gattino nero che Rebeus Hagrid mi aveva regalato per il mio compleanno, il mio primo regalo in tutta la mia vita, la mia piccola moon.

«Ma no sorellina, troverò una soluzione promesso!»Disse doli avermi accarezzato la guancia, per calmarmi,  come suo solito.

Non avevano mai creduto troppo nelle cose, peró avevo smeore creduto alle favole, sopratutto nella magia. Mi ero sempre aggrappata a quello per sopravvivere e scappare dalle rigide regole degli zii.
Sognavo un mondo magico, dove essere me stessa e dove poter vivere libera. Volevo studiare, volevo correre in un campo di fiori, volevo essere normale.
Ma l'unica cosa che potevo avere erano i libri. La lettura, in un certo senso, mi aveva salvata.

« babbani...»Sussurró mio fratello mentre guardava dritto davanti a sé.
«Che cosa?» Domandai guardandolo negli occhi, lui si alzó e mi tese un mano sorridendo.
«Babbani!»Strilló, poi si avvicinó ad una signora dai capelli rossi, che stava salutando due ragazzi, uno dei quali mi fece l'occhiolino, poi, insieme al ragazzo tale e quale a lui, scomparii dentro il muro in mezzo ai binari nove e dieci.

Mio fratello domandò all signora dai capelli rossi come raggiungere l' Hogwarts Express, e subito dopo l'altro figlio, di nome Ron, entrammo nel muro a mattoncini rossi, ritrivandoci davanti ad un binario pieno di persone e ad una locomotiva enorme e maestosa.

Selene

Mi ritrovai il primo settembre a salire le scale enormi del castello di Hogwarts, mentre la professoressa McGrannit ci guidava nella sala grande per la cerimonia di smistamento.

Mio fratello non mi si era staccato un attimo di dosso per tutto il viaggio, ma avevo avuto modo di fare amicizia con una ragazza del primo anno, si chiamava Pansy, ed era abbastanza simpatica.

All'improvviso il biondino mi lascio la mano per sorpassarmi.
«Allora è vero quello che si dice.» disse attirando l'attenzione di tutti ragazzini del primo anno, che come noi stavano aspettando la professore Minerva.
«I Potter sono venuti ad Hogwarts!» Annunciò facendomi aumentare un passo per mettermi al suo pari per avere la certezza che fosseró davvero quei due. I bambini sopravvissuti.

Spalancai la bocca appena apparsetó nella mia visuale un ragazzo moro con gli occhiali tondi e una ragazza castana con le lentiggini sul naso e gli zigomi, entrambi con gli occhi verdi chiari. Sussurri, provenienti da tutti i ragazzini, si sparsero su tutte le scale. Entrambi erano una leggenda, tutti noi conoscevamo la storia dei bamnini sopravvissuti alla bacchetta di colui che non può essere nominato.

"Loro sono Tiger e Goyle, ed io e  lei..." Disse portandomi proprio accanto a lui, "Siamo i Malfoy. Draco e Selene Malfoy." La sua fierezza nel parlare mi ricordó a pieno nostro padre.
E mentre sorridevo fiera anche io di lui, il ragazzino dai capelli rossi accanto ad Harry Potter, emise una risatina soffocata.

«Il mio nome ti fa ridere? Non c'è bisogno che ti chieda il tuo. Capelli rossi, una vecchia toga di seconda mano... Devi essere un Weasley» E a quel punto diedi un nome a quel rosso. E seppi che faceva parte della famiglia più povera del mondo magico.

Mio fratello nel restante momento senza professoressa cercó di fare amicizia con i Potter, ma il moro lo scansó, cercando di essere ancora più duro di mio fratello.

*

Da che ho memoria, una delle lezioni dei miei genitori è stato istruire me e mio fratello sullo Smistamento del cappello parlante, la  cerimonia che avviene nella sala grande, in cui gli studenti del primo anno scoprono a quale casa appartengono, io e Draco eravamo stati proclamati serpeverde sin dalla nascita.

Ma quella sera, il cappello parlante cambiò la mia vita per sempre.

Ci mise esattamente cinque minuti e otto secondi per riuscire a collocarmi in una delle quattro case di Hogwarts. Il dialogo che averti con lui bella mia testa sembrava infinito.
E mentre combatteva contro il suo dubbio cin la casa dei serpenti, perché non volevo stare dalla parte dei disonesti, il capoello magico fece alzare in piedi i prefetti di due case e tutti professori, Albus silente compreso. Tutti a bocca aperta, tutti in silenzio.

Nessuno si aspettava che la figlia di Lucius e Narcissa Malfoy potesse essere una testurbante, figuriamoci se potesse essere collocata bella casa dei tassorosso, coloro che sono inclusivi e gentili, corretti e leali.

E mio fratello?  Cercai con lo sguardo, in mezzo alla folla, la chioma bionda di Draco, e lo trovai ds una parte, con i suoi due migliori amici ai lati del suo corpo, mi stava guardando con la solita espressione facciale di mio padre: la delusione.

Fu proprio un quell'istante che il nostro legame da gemelli si distrusse. Fu dopo che il cappello parlante annunciò la parola "tassorosso", che il filo invisibile che univa me e Draco si spezzó, dando spazio ad un vuoto incolmabile tra di noi, un vuoto che sarebbe andato avanti a non finire.

La cosa che mi dette più sui nervi, oltre che lasciarmi a bocca aperta come tutti, fu che il cappello parlante, quando toccò ai Potter, ci mise in bel po' per mettere Harry in griffondoro, questo fece capire che non voleva andare in serpeverde. Infatti, poco dopo, tutti i griffondoro si misero ad esultare, ma si zittirono non appena urló serpeverde senza neanche toccare la testa di Anya, proprio la stessa reazione che aveva avuto con mio fratello.

Perché lei si ed io no?
Ma non potevo avercela con lei, era più spaventata di uno Snaso qundo gli vine rubato tutto ciò che luccica, o di Dobby, il povero elfo domestico che i miei genitori tenevano a casa, condannandolo ad una vita orribile.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 05, 2023 ⏰

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