Controllo il mio cellulare con l'agitazione pari a quella di una cagna in calore. Sembra che da questo dipenda la mia vita e, in un certo senso, è proprio così. La mia vita sessuale dipende proprio da questo. Non so spiegare nei dettagli come sono finita in questa posizione, ma ormai è tardi per tornare indietro. Mi trovo al centro di una matassa che non può far altro che ingigantirsi e intricarsi ancora di più.Nutro dubbi sui miei sentimenti, sul mio orientamento sessuale, su ogni cosa...
Tutto è messo in discussione questa sera stessa, e non ho la minima idea di come frenare il corso di questi pensieri, di come frenare le conseguenze scaturite dalle mie azioni. Ogni gesto, ogni atto, conduce a una serie di avvenimenti a catena difficili da frenare, un effetto domino irreversibile.
La verità è che sotto la mia corazza di forza e capacità di annientamento delle considerazioni della gente, mi sento una vera merda.
Apro una chat, dando inizio alla prima di una lunga serie di conversazioni virtuali.
ARON
Ci possiamo vedere?
IO
Quando?
ARON
Adesso?
IO
Dove sei?
ARON
Sono qui sotto.
IO
Ok, aspettami. Scendo subito.
Lui chiude la conversazione con l'emoji di una faccina sorridente con le guancette rosse. Una delle mie preferite.
Aron è il mio vicino, da anni ormai, e confesso che ci vediamo molto spesso. Siamo davvero in sintonia. Stessi pensieri, stessi desideri... Manco lo facessimo apposta. Ma questa volta mi sembra tutto così strano, diverso, in un modo che non riesco ancora a definire con chiarezza.
Mi chiudo la porta di casa alle spalle, scendendo rapidamente le due rampe di scale che mi separano dal piccolo giardinetto al piano terra, dove Aron mi sta aspettando.
«Ehi, Alice.» Mi saluta Aron, accogliendomi con un bacio sulla guancia.
Mi guardo intorno e, dopo essermi accertata che non ci sia nessuno nelle vicinanze, gli metto le braccia intorno al collo e lo bacio con decisione, la mia lingua vogliosa alla costante ricerca della sua.
«Wow, che accoglienza calorosa!» Commenta soddisfatto, un sorriso stampato sulle labbra.
«E non hai ancora visto niente!» Lo stuzzico, baciandolo una seconda volta.
«Vieni.» Lo invito, conducendolo con la mano verso quella piccola casetta di legno situata proprio all'estremità del giardino.
«Che intenzioni hai?» Mi domanda sospettoso.
«Lo sai bene.» Rispondo, i miei occhi traboccanti di malizia.
Una volta raggiunto il mio obiettivo, chiudo la porta con violenza, attirando Aron a me attraverso la sua maglietta, l'altra mano diretta alla cintura dei suoi pantaloni. Il suo respiro affannato manifesta i suoi desideri, le sue mani su ogni centimetro del mio corpo, finché non mi solleva la maglietta poco dopo aver gettato a terra il mio gilet di jeans. Mi bacia il ventre, mi accarezza la schiena, mentre gli slaccio la cintura e apro la patta dei suoi pantaloni.
«I tuoi gesti selvaggi mi sorprendono sempre.» Esordisce in un sussurro.
«E a me sorprende il fatto di riuscire ancora a sorprenderti, dopo tutti questi anni.»
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Traditrice di professione
General FictionDubbi, insicurezze, e una serie di segreti... Alice non riesce a trovare pace, né con se stessa, né nel suo cuore. Ma c'è un elemento che segna costantemente il percorso della sua vita: il tradimento. Andrà avanti così per sempre?