Capitolo 5 ~Sogno o realtà ?

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Dal capitolo precedente:

Il ragazzo si mise di fronte a me sistemandosi la giacca nera, interrompendo il lavoro che la consapevolezza stava facendo nella mia mente.

"Allora.. pronta a combattere, Soul ?"

*******

Combattere.....Quella singola parola girava nella mente, mi passava davanti agli occhi, penetrava nella pelle. Io ? Combattere? Ma che diavolo succedeva?? Proprio me doveva scegliere ? Dannata sorella! La sua fama e il suo dannato potenziale!
E ora?? Cosa dovevo fare ? Le energie magiche per sostenere un combattimento le potevo solo sognare e di certo non ero in un sogno. Quindi.... fregata su tutta la linea!
Ero li ferma, bloccata, spiazzata, mentre il rosso continuava a guardarmi con aria soddisfatta, come il gatto con il topo. I suoi occhi, che brillavano di luce e ardore, li stessi che credevo fossero di un color oro accesso, mi scrutavano. Esattamente quello che i miei facevano con lui. Non volevo voltarmi, di sicuro ci stavano fissando tutti, in attesa di uno spettacolo che non sarebbe mai arrivato. Tutti credevano che la sorella Soul fosse come la prima ed io, non potevo far altro che deluderli, mostrando il nulla.

"Perfetto ragazzi, potete iniziare. Ricordate che è una dimostrazione e non un vero e proprio combattimento. Detto ciò, non ferite l'avversario e buon divertimento!" Annunciò con forza la donna. Non la guardai per paura di leggere ciò che temevo: il confronto con mia sorella. Rabbrividii. Non volevo farlo. Anzi, non potevo! E i brividi lungo la schiena aumentarono quando vidi il ragazzo creare una palla di fuoco dallo stoppino di una candela per portarselo alla mano.

"La prima mossa è tua, come si dice... prima le donne"disse senza spostare lo sguardo dai miei occhi.

" Eh? cosa ? N-no no, non potrei mai.."balbettai cercando di mostrarmi il più sicura possibile, ma ero esattamente il contrario. Terrorizzata e con lo sguardo fisso sul fuoco nella mano del rosso.

"Se non te la concedessi, non sarei educato" disse sfoggiando un sorriso ironico.
Educato ? Educato ? Avrei decisamente voluto non lo fosse, almeno avrei avuto il tempo per pensare a cosa fare e a come risolvere quel pasticcio. Ricambiai il sorriso con una leggera riverenza, barcamenandomi tra le mille idee completamente inutili che mi passavano per la testa. Tutti i suoni diventarono di colpo ovattati, sentivo solo i miei pensieri. Pensa..pensa..Dannazione Synra pensa!! Mi diedi una manata mentale, doveva pur esserci un modo. Guardai ancora una volta il ragazzo con occhi spaventati e nei sui notai una luce estranea al combattimento che mi incuriosi. Poi ricordai di colpo: Iris che mi porgeva il bracciale con la frase "Prendi, ti aiuterà!". Spostai lo sguardo sul gioello per niente prezioso, istintivamente. Osservai le perline blu luccicare alla luce all'interno della stanza, quelle mi avrebbero aiutato e sapevo anche come. Lo avevo letto l'anno prima in un libro per Incantatori: privarsi di una parte dei priopri poteri per imprimerli in un oggetto, e mai in un essere vivente, ed essere usato da un altra persona o per conservarli. Iris aveva fatto quello. Inserire parte dei suoi poteri nel bracciale, per aiutarmi, in quella eventualità. Grazie Iris!! Ora mancava solo una cosa, come usarli. In quel libro parlava di una scintilla per accenderne la magia. Una scintilla magica non era difficile da creare, almeno non doveva esserlo. Bastava un minimo di concentrazione.
Mentalmente iniziai a lavorare per creare la chiave che mi serviva, ma venni interrotta da una voce maschile.

"Allora vi date una mossa o no ? Qui stiamo facendo la muffa!" Urlò dal posto il ragazzo dagli occhi azzurri, mandando in fumo tutta la mia concentrazione. Quel Jhon, Jose, o come diavolo era mi stava davvero facendo arrabbiare, mi dava sui nervi! Lo fulminai con lo sguardo, ottenendo solamente un sorrisetto compiaciuto di rimado. Quanto si poteva odiare una persona del genere ? E dire che non lo conoscevo manco da un'ora, neanche! Da meno di trenta minuti!
Il rosso non si voltò, il suo sguardo rimase fisso su di me, accigliato. Aspettando la mia mossa, come se in quella stanza ci fossimo solo noi due e il combattimento imminente.
La professoressa si avvicinò al...tizio..., con sguardo irato, e gli tirò un ceffone sulla nuca, facendogli cambiare la posizione dei suoi occhi che si posizionarono su di lei.

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