PARTE TRE - EPILOGO

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Harry passò tutta la mattinata in uno stato di agitazione, cercando inutilmente di non pensare a quanto fosse sexy Louis e a come i suoi occhi fossero di una stupenda tonalità di blu. Da una parte, temeva che Liam gli parlasse del suo lavoro e di trovarselo davanti all'improvviso. D'altro canto, si dava dell'idiota consapevole di essere stato solo uno dei tanti per il calciatore.

All'ora di pranzo, si arrese con un sospiro e chiamò Liam. "Ciao, Li" salutò l'amico in tono mesto. "Ciao, Harry" l'altro rispose in tono fin troppo allegro. "Hai parlato con Louis, vero?" chiese il riccio rassegnato. Dopo un breve silenzio, l'amico ammise: "Mi ha chiamato stamattina ed io sono rimasto spiazzato! Mi ha detto di averti visto e voleva sapere come mai sei in città". Harry era combattuto. Louis aveva chiesto di lui, lo stesso Louis che gli aveva regalato una notte di passione per poi scaricarlo in malo modo la mattina successiva. Non sapeva se sentirsi lusingato o irritato. Forse, entrambe le cose. "Quindi, ora sa che sto da te e dove lavoro, vero?" Harry accusò l'amico. Liam sembrò a disagio: "Beh, ne abbiamo parlato tra le altre cose. Ma so bene che non hai intenzione di rivederlo, ora che conosci la sua situazione", calcò sull'ultima parola in tono allusivo e Harry alzò gli occhi al cielo, anche se l'altro non poteva vederlo. "Tu la conosci?" chiese Harry a bruciapelo, aggiungendo: "La sua ragazza, la conosci?". Liam sospirò, poi spiegò: "L'ho vista un paio di volte alle partite. Ogni tanto gli chiedo dei biglietti, è una bella esperienza anche se tu non apprezzeresti. Comunque, si chiama Eleonor, è una bellissima ragazza. Sembra molto presa da lui.". "Capisco" mormorò Harry, improvvisamente pentito di aver chiesto. "Harry" lo richiamò Liam in tono serio: "Tu non vuoi rivederlo, vero?", l'amico sembrava preoccupato. Il riccio si trovò incapace di rispondere a quella domanda. Era combattuto. Si sentiva incredibilmente attratto da quell'uomo, ma allo stesso tempo sapeva che era impegnato e non aveva nessuna voglia di soffrire ancora. "La pausa è finita, devo andare" concluse di colpo la telefonata, sperando che Louis non lo cercasse così di non doversi mai trovare nella posizione di dover prendere una decisione. Purtroppo, si conosceva bene e sapeva come si affezionasse facilmente alle persone. Nonostante il dolore causatogli da Nick, ancora non riusciva ad imporgli una penitenza per la sconfitta subita dal suo ex. Sua mamma e sua sorella gli dicevano sempre che era troppo buono, che cercava sempre qualcosa di positivo in ogni persona e che questo lo avrebbe portato inevitabilmente a farsi spezzare il cuore. Probabilmente, avevano ragione e per questo aveva evitato di lasciarsi coinvolgere in una nuova storia dopo la rottura con Nick. Aveva rifiutato appuntamenti ed evitato i locali, concentrandosi sulla sua passione per la musica. Ma, inaspettatamente, si era imbattuto in Louis ed era stato praticamente travolto da una serie di sensazioni mai provate. Ma doveva dimenticarlo, non aveva altra scelta.

Il venerdì successivo, di pomeriggio, Harry sedeva dietro il bancone del negozio in cui lavorava, annoiandosi in attesa della chiusura. Era stata una giornata tranquilla, era solo visto che il proprietario era impegnato ad organizzare un evento per il fine settimana e dato il tempo piovoso pochi clienti si erano presentati durante la giornata. Così, il riccio si stava scambiando messaggi con i suoi amici cercando idee per poter decidere entro quella settimana la penitenza da imporre a Nick. Niall aveva proposto di fargli realizzare dei volantini con una sua foto in cui confessava di avercelo molto piccolo, Harry aveva ridacchiato al pensiero. Liam, invece, pensava a farlo partecipare ad un incontro di pugilato con qualcuno che gli spaccasse la faccia, Zayn da parte sua era stato vago, ribadendo che spettava solo al riccio decidere. Ormai mancava poco alla chiusura, così Harry mandò un messaggio sul gruppo dei suoi amici proponendo di incontrarsi il giorno dopo e mise da parte il telefono. Dalle vetrine, poteva vedere il cielo grigio e la pioggia incessante anche se non troppo violenta. Sbuffò, pensando che non poteva andare a casa a piedi ed i mezzi pubblici erano sicuramente molto affollati. Era tentato di trattenersi in negozio in attesa che spiovesse. Per passare il tempo, prese una delle chitarre appese al muro e si sedette su una sedia, iniziando ad accordarla ad orecchio per suonare qualcosa. Quando lo strumento fu a punto, iniziò a muovere le dita velocemente alla ricerca di una melodia affine al suo stato d'animo. Sentendo il campanello della porta, sollevò la testa dallo strumento e vide sulla porta proprio l'uomo che occupava ormai da giorni i suoi pensieri. "Ciao, Harry, vuoi suonarmi qualcosa?" Louis gli sorrise, fermandosi sulla soglia con le braccia incrociate e gli occhi, ora blu scuro, che lo fissavano con insolita dolcezza. Harry aprì la bocca, ma non riuscì a dire nulla. Il calciatore fece un passo verso di lui, indossava un completo formale con le sue iniziali sul taschino, probabilmente era stato a un qualche evento ufficiale o forse si era solo vestito in quel modo per torturare Harry consapevolmente. Il riccio, con i suoi skinny jeans e una camicia nera e rosa, sentì un calore improvviso nonostante la temperatura piuttosto fredda della giornata. "Louis" sussurrò semplicemente, stringendo con forza la chitarra, cercando inutilmente di distogliere lo sguardo dal volto dell'altro. Era come se non esistesse niente altro al mondo, in quel momento. Era destabilizzante e piuttosto preoccupante il modo in cui si fissarono a lungo, persi nel momento. Harry scosse la testa e decise di suonare qualcosa, cercando di ritrovare un minimo di coscienza e di equilibrio. Scelse una canzone di Ed Sheeran, decidendo di aggiungere la sua voce al suono della chitarra. Non era una canzone molto famosa, ma gli sembrò adatta al momento.

Sexy guy Larry  FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora