Si sta avvicinando il momento tanto atteso, è quasi tutto
pronto, pochi dettagli dell'ultimo minuto: mancano esattamente
nove giorni e non mi sembra vero che sia trascorso già tutto
questo tempo, e che io sia giunta a questo punto della mia vita.
Le luci delle stanze sono spente, le porte chiuse, tutto tace.
Nel corridoio buio e silenzioso, le mura biancastre e scarne,
che di giorno sono illuminate dalla luce che attraversa due grandi
finestre lungo la parete, ora sembrano essere un tutt'uno con la
notte cupa, dal soffitto al pavimento grigio chiaro, ora anch'esso
avvolto dall'oscurità.
La mia stanza è illuminata dalla tenue luce sopra il mio letto
e da quella fioca di un lampione che da fuori supera le piccole
fessure della serranda semi chiusa della finestra; ho un po' di
timore a oltrepassare la porta, ma poi, sporgendomi appena,
intravedo una sottile striscia di luce provenire dalla prima stanza
all'inizio del corridoio, che taglia quasi perpendicolarmente il
pavimento.
Così, dolcemente rincuorata dal non essere sola, accendo la
torcia del cellulare e faccio due passi curiosando in giro prima di
andare a dormire.
Il corridoio conta cinque stanze da un lato, con le porte blu e
le maniglie bianche, tutte chiuse tranne la prima, che è più lontana dalle altre e non è numerata, e la mia, la numero due che
ho lasciato socchiusa; altre due camere dall'altro lato, ugualmente
chiuse e non numerate, dopo le grandi finestre che di giorno
illuminano il corridoio.
Al di là di quelle due grandi aperture, il mondo esterno è
avvolto in una cupa notte invernale, neanche una stella nel cielo
nero, tante le nuvole che lo coprono; in sottofondo, da fuori,
oltre il piccolo parcheggio quasi deserto a stento illuminato da
un piccolo lampione storto, si sente il sibilo del vento che si
insinua tra i rami degli alberi scuotendoli con forza.
Quest'atmosfera mi mette i brividi, sebbene sia avviluppata in
una calda e morbida vestaglia di pile e gli ambienti siano
riscaldati dai vecchi termosifoni in ghisa, scoloriti ma ben
funzionanti.
Decido quindi di tornare in camera mia, chiudo la porta
dietro di me e vado a distendermi sul letto, potrei provare a
dormire ma non riesco a rilassarmi, fuori il vento incalza
impetuoso, con prepotenza sfida le possenti vecchie mura, si
insinua tra le fessure, ridendo, fischiando o brontolando a
seconda di quello che, o magari anche di chi, incontra; sembra
di sentirlo addosso, sembra di sentirlo dentro.... (.... ..... continua)Tratto dal libro MILLE E UNA ME
@mellissaenjoy77 @mellycasamore @rosabiancaedizioni
Un controllo medico di routine si rivelerà una giornata indimenticabile per Monica; un mix di emozioni la travolgerà rievocando vecchi ricordi, analizzerà più approfonditamente se stessa, un viaggio introspettivo vissuto minuto per minuto, mentre la sua vita sta velocemente cambiando.
Emozioni del presente unite a quelle del passato, un trascorso che ancora la tormenta tenendola prigioniera di se stessa e delle sue paure.
Il presente, però, ora potrebbe essere in pericolo; tra errori medici, incidenti di percorso e ritorni indesiderati cosa ne sarà di lei e del suo piccolo grande miracolo?
La vita è tutta una questione di attimi... pochi istanti e mille emozioni, a volte Mille e Una.@mellissaenjoy77
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MILLE E UNA ME
ChickLitTratto dal libro MILLE E UNA ME @mellissaenjoy77 @mellycasamore @rosabiancaedizioni (Tutti i diritti riservati) Un controllo medico di routine si rivelerà una giornata indimenticabile per Monica; un mix di emozioni la travolgerà rievocando vecchi...