Valerio PDV
~ Due mesi prima
Quella ragazza mi aveva incantato come nessun altra avrebbe potuto fare. È diversa dalle solite 19enni che girano per Roma. È semplice, ed è proprio ciò a renderla bella e allo stesso tempo matura.
Gettai il quaderno dalla parte opposta del letto e intrecciai i miei capelli tra i polpastrelli. È da un po' che non li taglio.
La figura di Maddison, tanto fragile quanto sensuale, regnava nella mia mente da giorni. Non l'ho vista tantomeno sentita in questi ultimi tempi e ciò mi sta mettendo a disagio con me stesso. Non riesco neppure a scrivere: ogni frase,ogni rima è riferita a lei, ma il tutto è troppo romantico e non rispecchia me stesso. Mi girai verso il lato del letto sul quale fino a qualche settimana fa dormiva. Ricordo di averla osservata a lungo prima di addormentarmi con la mano poggiata sulla sua schiena. Ora quel letto era troppo vuoto e grande. Il suo profumo rimase sul cuscino per giorni; non lo feci toccare a nessuno, era mio. Anche lei era mia.Non può cambiarmi,non così facilmente.
Mi alzai, da ore provavo a scrivere qualcosa, sono in ritardo con la consegna dei demo.
Andai a lavarmi per poi poggiarmi al muro e osservare il mio appartamento che pareva avvolto da un mantello nero e privo di vita.
Maddison non solo ravviva me e la mia vita, ma colorava anche la mia casa.
Presi le chiavi della macchina e andai da Raw.《 Senti, non riesco a vederti in queste condizioni. Va' da lei e parlate. Siamo in ritardo di due settimane, a te mancano almeno tre testi e senza quelli io non posso fare le basi. Se non vuoi essere espulso dalla casa discografica, mettiti d'impegno.》
Provai ad incidere l'unico pezzo che reputai accettabile, anche se non mi convinceva molto all'inizio, era una bomba.
"Abbiamo fatto parecchia strada,
con gli occhi bendati
e i cuori blindati
alla guida dei carri armati. "Uscii da quello studio abbastanza soddisfatto e da una parte anche molto incoraggiato.
Mi avviai a piedi verso casa sua che distava poco più di 40 metri. La strada era completamente deserta e il mio umore piano piano stava diventando come il cielo di Roma, scuro e triste. Sedendomi su una panchina vicina iniziai ad osservare l'appartamento. Non c'era né la macchina di Giulio nè quella di Andrea ma la finestra del bagno era aperta e da lì usciva del vapore. Si stava lavando e il desiderio di essere con lei, di essere dentro lei si faceva spazio nei miei apatici pensieri. Eppure era una bellezza fin troppo preziosa per me.
Passai gli ultimi dieci minuti a fumare,mentre la mia testa continuava a fantasticare su di lei e di un possibile e futuro "noi".
Non volevo tornare a casa, dovevo liberarmi del suo pensiero nell'unico modo che mi riusciva meglio.Il bar come al solito era vuoto, apparte qualche camionista stanco e i soliti ubriaconi della città.
《Ehy,Valerio.》
Non ci misi molto a riconoscere la voce. Era Fred, il barman; quel ragazzo non mi è mai stato simpatico. Misi su un falso sorrisetto, giusto per non creare lite anche oggi. Da quando mi accusó anni fa di avergli fregato la ragazza,non scorre buon sangue fra di noi. Il bello di tutta questa storia è il fatto che fu la fidanzata che venne da me e a distanza di tempo, mi lancia ancora sguardi maliziosi.
Peccato che i miei desideri non siano rivolti a lei, ma ad una ragazzetta di 19 anni che, per quanto piccola, sapeva gestire una vita problematica meglio di me.
Alla fine di questi pensieri ordinai un paio di B-52.La testa iniziò a girare e diventai sempre meno lucido.
Decisi di uscire e raggiungere Maddison; non sapevo che ora fosse e durante il tragitto mi fermai un paio di volte per riprendermi.
Alcune stanze erano illuminate e a momenti riuscivo a riconoscere anche delle ombre;
mi avvicinai al citofono quando il portone improvvisamente si aprì. Da esso uscirono Luca e Giulio che rimasero sorpresi quando mi videro.
I loro sguardi interrogativi erano puntati su di me.
Luca mi diede una piccola pacca sulla spalla per poi scomparire nel buio della via, Giulio invece mi accompagnò verso la sua macchina.
Durante il tragitto ci fu un po' d'imbarazzo, sentivo che qualcosa non andava ma nessuno dei due decise di parlare. Arrivammo e salimmo nel suo appartamento; la maggior parte della roba era chiusa negli scatoli. Con Andrea decisero di iniziare a convivere, usando la scusa dei bambini ma, infondo, tutti avevamo intuito che questo desiderio era nei loro pensieri ancor prima della gravidanza, ma entrambi non volevano prendersi di coraggio e fare la proposta.
Mi poggiai sul divano e presi dalla tasca un po' di erba. Di scatto Giulio si voltò e mi strappò dalla bocca la cartina.《Mi servi lucido.》
Lo guardai con aria sospetta mentre cercava qualcosa tra le scatole. Lo sentii imprecare e dopo un probabile attacco di rabbia, prese a calci uno scatolone.
《Porca puttana, capisci che non sei più un adolescente del cazzo? Hai quasi ventidue anni, devi crescere!》
Decisi di respirare e calmarmi, non potevo rispondergli male senza avere un perché. Continuai a fissarlo mentre diventava sempre più rosso e gettava a terra con forza le sedie della cucina.
《Io non posso più starti dietro, farti da genitore, cacciarti dai guai. Sto per diventare padre,cazzo. E ancora mi trovo a giocare a 'ste puttanate con te.》
《Che ho fatto?》,risposi con molta tranquillità.
《Cosa hai fatto? Ma pensi che siamo coglioni qui? Pensi che la gente gode, prova piacere a vederti prendere gioco di loro? 》
Buttó per la terza volta la sedia a terra e mi lasciò contro una busta.
《Guarda!》
La aprii e tirai fuori delle foto: ritraevano me e Anna Maria, una mia ex, insieme. Ma erano strane, erano foto strane. Non la vedevo da tanto tempo, non avevo neppure sue notizie da anni.
《Io...》
Le osservai attentamente.
《Io non ne so nulla. Non ci sentiamo da mesi.》
E subito Giulio mi rispose acidamente.
《E quello delle foto chi sarebbe? La maglia di chi è?》
Era
la maglia che mi aveva regalato Madd qualche settimana fa, ma non ero io quello delle foto.《Senti, sei grande ormai, risolvitela tu.》,infine disse.
Ancora non avevo realizzato la grandezza del problema,forse stordito dall'alcool. Presi la busta con le foto e andai a casa.
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I'm not real without you || Ser Travis || ● Sequel ●
FanfictionSequel of: Big as to seem infinite