CAPITOLO 1

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Jade

Mentre guardavo fuori da quel buco che Robert e la sua ciurma chiamano finestra,l'unico spazio da dove può entrare un po' d'aria apparte le sbarre della mia cella,guardavo il mare in movimento con le onde che cullavano la nave,illuminato solo dalla fievole luce della luna. Un giorno sarei stata anche io libera come il mare,me lo sentivo.
Sarei stata libera ritrovando mio padre che è uno dei pirati più famosi di tutti e sette i mari. Non lo vedo da quando avevo otto anni,da quando mia madre è morta. Nonostante adesso abbia tredici anni,ricordo quell'episodio come fosse ieri. Allora mio padre non c'era,stava viaggiando nei mari del nord,perlustrava le acque in cerca di tesori che avrebbe poi riportato a casa. Prima che io nascessi,mia madre andava con lui,erano felici e spensierati accompagnati dalla loro fedele ciurma.

Quando sono nata io mia madre decidette di non accompagnare più mio padre nelle loro avventure,diceva che era troppo pericoloso per me; a mio padre non piaceva l'idea di lasciarci da sole nella nostra casetta in una città portuale del Regno Unito perciò in metà delle spedizioni lui restava con noi mettendo provvisoriamente come capitano della sua immensa nave,il suo secondo nonché il suo migliore amico.

Chi dice che i pirati non si fidano hanno ragione ma fino ad un certo punto perchè anche loro hanno bisogno di qualcuno su cui contare e lui,si è sempre stato degno della sua fiducia. Quando festeggiai il mio ottavo compleanno mia madre mi regalò una catenina con un ciondolo a forma di luna; lei mi spiegò che era molto importante infatti anche lei ne aveva un; a differenza del mio aveva there stelle invece della luna e mi svelò che mio padre aveva il sole.

Rappresentavano noi,il nostro legame speciale,la nostra famiglia e mi fece promettere che l'avrei tenuto per sempre con me. Mio padre invece mi donò un piccolo quadernino con la copertina marrone in pelle. Mi disse che era un messaggio per quando sarei stata più grande e che per il momento non dovevo aprirlo; mantenni entrambe le promesse.

Dopo il mio compleanno,mio padre partì per una missione importante,doveva trovare una fialetta con dentro l'elisir per allungare gli anni di vita: mia madre era malata e solo quel liquido avrebbe potuto salvarla; avendo metà della mappa doveva sbrigarsi a trovare l'altro pezzo. Anche se mia mamma aveva ancora poche settimane di vita,io ero fiduciosa e sapevo,o almeno,speravo che mio padre sarebbe ritornato in tempo.

CINQUE ANNI PRIMA

Un giorno mia madre mi diede del denaro dicendomi di andare a comprare del pane; lei non poteva,era troppo debole per fare questo sforzo.
"Certo mamma,vado io" risposi.
"Brava la mia bambina" replicò con voce dolce ma stanca e mi accarezzò la testa facendo passare le sue dita nei miei lunghi ricci scuri.
"E mi raccomando non fare qualcosa di sospetto"
"Si mamma te lo prometto non farò nulla di sospetto".
Io ero figlia di uno dei pirati più potenti ma nessuno nella mia piccola città lo sapeva e nessuno doveva scoprirlo.
Mia madre era inoltre una strega,si avete capito bene una strega,aveva dei poteri magici,solleva e spostava gli oggetti anche quelli molto pesanti semplicemente con la forza della sua mente. Essendo una mezza strega,anche io dovevo avere dei poteri,non si sa quali ogni strega ne ha uno differente,il mio compito era quello di scoprirlo e di allenarli il più possibile.

Mamma mi rivelò che gli abitanti della mia cittadina facevano delle cose brutte alle streghe e che quindi non dovevo farmi scoprire.

Senza rendermene conto ero già ritornata a casa con il pane in mano.
C'era uno strano silenzio...
Aprii la porta,appoggiai il pane sul tavolo nel salotto e non sentendo la voce di mia madre,mi diressi in cucina pensando che fosse lì. Mi ritrovai davanti un'immagine che non se ne sarebbe mai più andata via dalla mia testa,una delle cose più brutte che nessuno dovrebbe mai vedere in vita sua. Mia madre era a terra in una pozza di sangue con un coltello conficcato nel suo corpo proprio all'altezza del cuore. Non respirava più.

La voce mi si bloccò in gola,le lacrime iniziarono a pungere i miei occhi,le gambe cedettero e caddi a terra. L'unica cosa che ricordo ero io che piangevo,che mi disperavo e urlavo. Non lo avrei mai accettato.

Feci per andare a chiedere aiuto...solo allora mi accorsi che la casa stava andando a fuoco. Ero sicura che mia madre non avrebbe mai provocato un incendio neanche per sbaglio,era stato sicuramente qualcun'altro. Mi precipitai al piano di sopra nella mia cameretta,dovevo prendere il diario che mi regalò mio padre,mi fece promettere di renderlo per sempre con me e non avrei mai spezzato la promessa. Il ciondolo con la luna era nascosto tra i miei vestiti. Lo cercai velocemente dappertutto ma non lo trovai,ero sicura di averlo messo sul mio letto perchè ora non c'è più?

Mentre i secondi passavano,le fiamme diventavano sempre più alte e stavamo per raggiungermi. Decisi di abbandonare la ricerca nonostante mi spezzasse il cuore il fatto di non avere più con me il diario di mio padre; il costo per trovarlo e portarlo in salvo era però la mia vita e non la volevo perdere. Per tutto il fumo del fuoco non riuscii a respirare,i miei  polmoni non funzionavano più...sentivo che stavo per morire. Non so con che forza ma riuscii a scendere in cucina. Quanto volevo portare il corpo di mia madre fuori da quella cosa,ma sapevo bene che non ci sarei mai riuscita.

Proprio quando stavo per sentire il caldo delle fiamme sulla mia pelle dde braccia mi presero in braccio d mi portavano via dalla mia casa.
Un uomo mi salvò e io gliene sarei stata grata per sempre.
"Come stai piccolina?" mi chiese.
Per le troppe lacrime non riuscivo a parlare. Un altro uomo uscii dalla cucina e disse al primo:
"Non l'abbiamo potuta salvare Robert"
"Che gran peccato Owen,che gran peccato".
Sapevo che mia madre era morta ma io non l'ho ancora realizzato e non crederò lo supererò mai.

"Andiamo piccolina,non puoi stare qui,ci penserò io a spegnere l'incendio. Ora Owen ti accompagnerà alla tua nuova casa".
La mia nuova casa..?
"Andiamo" mi disse l'altro uomo porgendomi la mano. Era alto e paffuto con una benda sulla testa. Io un po' riluttante gliela presi, papà mi diceva sempre di non fidarmi degli sconosciuti ma questi sconosciuti mi hanno salvata sono delle brave persone. Non mi potrebbero fare del male,giusto?

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La mia nuova casa era una grande e imponente nave...era così grande che ci potrebbero video cento persone dentro. Da lì riuscivo a vedere quella che era la mia vecchia casa dove stavano Robert e altri uomini che erano riusciti a fermare l'incendio. Adesso solo due pensieri mi passavano per la testa... Che fine avrebbe fatto la mamma? E come mi troverà adesso papà?

ORA

Avevo gli occhi lucidi quando qualcuno mi chiamò.
"Andiamo,Il Capitano ti vuole parlare"
Il Capitano si dovrebbe impiccare stavo per rispondere. Ma mi trattenni perchè sapevo che se l'avessi detto sarebbero stati guai per me.
Senza dire una parola mi alzai e aspettai che la guardia aprisse la porta della mia cella e che mi liberasse i polsi dalle manette che portavo. Erano inutili perchè sarei in grado di togliermele da sola...io non mangio nulla,o meglio,non mi fanno mangiare nulla.
"Forza,e non opporre resistenza" mi raccomandò la mia guardia. Anche questa volta non risposi e camminai fino alla cabina del capitano.
Robert. L'uomo che mi rovinò la vita.

La regina dei sette mari.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora