Fluff

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Kumiko/Reina, "Hibike! Euphonium"

La prima volta che l'aveva vista, davvero vista, stava piangendo. Ma non quelle lacrime belle, quelle da primo piano. No, le sue erano lacrime brutte, con il viso contorto, la frustrazione che trapelava da ogni suo poro.

In quel momento aveva capito che Reina era una persona determinata, avrebbe fatto di tutto per raggiungere il suo obbiettivo, e lei aveva solo due scelte.
Iniziare a correre.
O essere lasciata indietro.

Kumiko non aveva nessuna intenzione di correre, stava bene nel suo piccolo angolino, quello in cui non sai cosa vuoi, non sai chi sei e ti va bene così. Lei pensava davvero le andasse bene così. Ma Reina non era dello stesso avviso.

A Reina piaceva Kumiko, le piaceva quella ragazza un po' sfrontata, senza peli sulla lingua, ma molto impacciata. E lei non avrebbe mai permesso che Kumiko restasse indietro.

Lo sapeva. Kumiko sapeva che Reina la voleva al suo fianco, eppure non lo capiva.

Il loro primo "appuntamento" era stato improvviso e strambo, aveva scoperto che quella ragazza, che aveva lo sguardo sempre alto, rivolto al futuro, era anche bizzarra. Era una dea nel suo vestito bianco, eterea, ma con una purezza solo apparente. Era una masochista e una sadica, ma solo quando erano sole.

Quella sera di qualche mese prima, mentre guardava il suo vestito svolazzare, mentre la guardava raggiungere la vetta, si rese conto che non voleva più vederla solo da dietro. Kumiko voleva starle accanto, ogni giorno.

E così iniziò il suo percorso verso la vittoria, la vittoria di quelle labbra che aveva desiderato per la prima volta quella sera, e da allora ogni secondo che passava.

La seconda volta che avrebbe voluto davvero baciarla, lo aveva fatto.

Stava toccando il cielo con un dito, e sapeva di non essere la sola, erano felici come mai prima e si stavano guardando, quando gli ultimi fuochi scoppiarono nel cielo e Kumiko capì, che era ora o mai più. Prese il viso di Reina, e lo avvicinò al suo, aspettando, timorosa, un gesto di rifiuto.

Ma non arrivò nulla, negli occhi che aveva davanti a sé, c'era solo desiderio. E quelle mani che già avevano sfiorato castamente la sua pelle e le sue labbra, ora la stringevano avida, senza distogliere lo sguardo.

Vedere il viso di Reina avvicinarsi le diede la conferma che tanto aspettava: poteva baciarla. Le sue labbra screpolate si dissetarono con il burrocacao di Reina. Un dolce sapore di vaniglia e la consapevolezza di volere di più, sempre di più.

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