CAPITOLO 3

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Pov. Narratore

Il giorno seguente Isagi non fa in tempo ad entrare in classe che si ritrova bloccato sulla soglia della porta, nonostante sia intimorito dall'espressione scura presente sul tuo volto, prova comunque a darti il buongiorno «Buon...»
«Non c'è tempo per questo, devo raccontarti una cosa» vi sedete e gli riferisci tutto quello che è successo ieri «Cosa?! Kira si è rifatto vivo?! E per di più quel bastardo ha osato sfiorarti?! Giuro che lo faccio a pezzi!» poi come se avesse avuto un illuminazione sorride maliziosamente «Aspetta però, io non ti servo, c'è il tuo fidanzato Nagi a difenderti»
«Non dire certe stupidaggini! Qualche studente potrebbe crederci e sarebbe una grande seccatura per me».

«Ok scusa, in ogni caso ti ha aiutata come minimo, dovresti dirgli grazie»
«Ecco...volevo farlo... però di tante scuse plausibili proprio quella doveva usare?
«Senti, tu sai che non è vero giusto? Ringrazialo e tanti saluti, perché voi ragazze rendete complicate anche le cose più semplici?
«Isagi aiutami, invece di farmi stare peggio»
«Sto analizzando la situazione, se non è aiuto questo».


Tuo. Pov

«Senti, cambiamo discorso che è meglio» dico mentre distendo le braccia sopra al banco, e allungo le gambe sotto di esso tirando la testa all'indietro «Come vuoi, stasera esco con Kunigami e Bachira per vedere una partita, vieni con noi?» appena pronuncia la parola partita mi siedo composta rischiando addirittura di cadere dalla sedia «É ovvio, dimmi dove incontrarci e soprattutto l'ora»
«No, chiederò a Kunigami di passare a prenderti, intanto io e Bachira occuperemo i posti a sedere»
«Ok, devo ammettere che la tua idea è migliore della mia» resto in questa posizione fino all'arrivo dell'insegnante, poi mi siedo come si deve fino alla fine delle lezioni, oggi non ho gli allenamenti perciò posso prendermela comoda.

Chiamo mia madre per dirle che mangerò fuori, dopo averlo fatto mi reco in un bar dove ordino un semplice tramezzino, la cameriera me lo lascia sul tavolo «Grazie» mi sorride per poi tornare a fare il suo lavoro.
Appena addento quello che è il mio pranzo una voce che non mi è affatto nuova si fa sentire «Non credo che il tuo stomaco sarà sazio dopo quello»
«Ciao Nagi, Reo non è con te?»
«No, aveva altri programmi per questo sono tutto solo, penso che andrò a casa a schiacciare un pisolino»
«Oppure potresti fare qualcosa di più produttivo, tipo andare a studiare»
«Non ho niente da studiare per domani, quindi non seguirò il tuo consiglio»

Ad un certo punto si siede davanti a me diventando serio «Cerca di essere il più naturale possibile, c'è il tizio che l'altra volta ti stava dando fastidio» piego la testa di lato per vedere oltre le sue spalle e mi accorgo che a qualche tavolo più in là è seduto Ryosuke Kira circondato dai suoi amici.
Dopo aver pagato il conto se ne vanno senza fare casa a noi «Per fortuna non ci hanno visti» affermo mettendo una mano sul cuore «Puoi dirlo forte, se non mi fossi accorto in tempo di loro sarebbe stato un bel problema»
«Sono d'accordo, grazie Nagi mi sei stato di grande aiuto, onestamente non credevo di incontrare di nuovo l'ex amico di Isagi»
«Isagi?
«Si ,è un mio compagno di classe, noi due siamo molto legati»
«É il tuo ragazzo?»
«No, abbiamo un rapporto d'amicizia, oltre che la passione in comune per il calcio, approposito a te piace?»
«Devo ancora capire che cosa ci sia di divertente nell'inseguire una palla, ma tutto sommato non è un brutto sport»
«Beh vediamo...posso provare a spiegartelo...ho trovato! Quando segni in porta, è come ricevere una scarica elettrica, l'adrenalina sale e nel tuo cervello nasce l'irrefrenabile desiderio di vincere»


Pov. Nagi

Dal modo in cui ne parla capisco che ama veramente questo sport, credo di essere incuriosito da lei, non è come le altre ha qualcosa di diverso o forse sono solamente attratto dal suo stile di gioco, mando avanti la conversazione poggiando il mento sul palmo della mano destra «Fino ad ora non mi è mai capitato, ma se dovesse succedere sarai la prima a saperlo, adesso andiamo si è fatto tardi» l'accompagno a casa, poi torno a casa mia pensando a T/n o meglio penso alle sue parole.

Perché io non sento quella scarica? Forse non prendo il calcio sul serio perché non c'è nessuno capace di accendere in me quel desiderio, oppure la spiegazione è molto più semplice di quanto sembra, ovvero la mia pigrizia.

Spengo la TV che avevo accesso per guardare un film invece ho fatto altro, è che proprio no riesco a togliermi dalla testa quel sorriso, mi sdraio lasciando penzolare una mano giù dal divano, mentre posizioni l'altra sullo stomaco «Voglio vederlo ancora» dico piano.







Seishiro Nagi × ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora