14. La lingua affilata di un giovane lupo

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🚨QUESTO È UN DOPPIO AGGIORNAMENTO E SE NON LO AVETE FATTO TORNATE AL CAPITOLO 13!🚨

JULIA POV

Thomas Fuller un giorno scrisse: "È follia per la pecora parlare di pace con il lupo."

Ci ritrovammo nella mensa di quella struttura, ma notammo subito che vi era qualcosa di strano; tutti si erano addormentati, cuochi compresi. Corremmo per le aule a controllare, ed effettivamente tutti erano immersi in un profondo sonno.

Cosa diamine era successo?

Una puzza di chimico mi si insinuò nel naso. Sentii la testa girarmi e una stanchezza improvvisa mi scosse il corpo, per poco non chiudevo gli occhi e mi sdraiavo a terra.

«Delle mascherine, correte!» urlò Alicia.

Andammo nel ripostiglio dei cuochi e ne rubammo un paio. Bastarono pochi secondi per riprenderci. «Che sta succedendo?» interrogò Lucas, incuriosito da ciò che ci era appena successo.

«Qualcuno ha rilasciato un potente sonnifero sotto forma di gas attraverso i condotti di aereazione della città. Tutti dormono, persino al parco.» Era Felipe, con in braccio Aria e le mascherine sul volto. «Qualcosa non va.»

'Grazie, l'ho notato.'

Sentimmo dei passi pesante venire dal corridoio, sempre più vicini. Il cuore mi balzò in gola e le mani tremarono, non di nuovo, stavo per perdere il controllo di nuovo. L'ansia mi stava assalendo.

'Respira Julia, respira.'

Erano sempre più vicini. «Andate tutti di corsa a casa. Alicia prendi un campione di questo gas, analizzalo. Devi trovare un modo per risvegliare tutti, chiunque sia stato non vuole far sapere a tutti che è qui. Qualcuno che gioca utilizzando le ombre» ordinò Felipe, così severamente da farmi accapponare la pelle. Gli diede tra le braccia Aria, per portarla al sicuro.

Alicia era una biotecnologa esperta; una scienziata che analizzava, progettava e se serviva modificava dei sistemi biologici e molecolari, vaccini e armi a livello biologico ancora non conosciuti. In pratica si occupava di tecnologie che utilizzavano quest'ultima.

Rimanemmo in pochi a combattere o a cercare una soluzione; io, Matthew, Kate e Benjamin. Altri come Lucas e Destiny andarono a prendere le armi nel van, dato che eravamo anche disarmati davanti quella minaccia.

La porta non venne neanche aperta, la sfondarono senza battere ciglio. «Mettete le mani sulla testa e inginocchiatevi!» ci ordinarono due uomini con indosso delle tute anticontaminazione gialle. Per non causare complicazioni eseguimmo senza problemi. «Perché siete qui?»

Felipe si alzò in piedi tenendo i palmi sulla nuca. «Sono il preside di una prestigiosa scuola poco fuori città, i miei alunni hanno causato una rissa e come punizione stavano facendo dei servizi sociali utili alla comunità. Sentivamo uno strano odore e ci siamo messi le mascherine, cosa sta succedendo?», cercò di tenere la calma.

Sentivamo già che qualcosa non andava, ma non poteva agire finché non avremmo avuto la conferma. I nostri due amici tornarono, facendo finta di nulla, sembrava che le armi non le avessero neanche prese. Si misero dietro di noi, nella nostra stessa posizione. «Hanno pale e attrezzi fuori da qui» ci informò Destiny.

La lampadina nella testa di Felipe si accese. «Non sono qui per caso o per risolvere la questione, stanno cercando il componente.»

Lo guardai con la coda degli occhi, non capendo perfettamente perché avevano quelle cose. «Dove l'hai messo?» domandai.

Fatal Obsession (Trilogia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora