🔅 Il ballo d'estate pt.1💐

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Bussarono alla porta..
«Meg muoviti a prepararti, sto per andarmene senza di te» disse Damon lamentandosi.

Aprì la porta ormai esausta del vestito a tubino, aderente, di un azzurro pastello, che le ragazze mi hanno  obbligata a mettere.
«Odio chiederti aiuto ma riusciresti a chiudere la cerniera?» chiese evitando il suo sguardo.
Questa proprio non ci voleva..
Mentre mi girai di schiena, lui sogghignò.
«Ti diverte?» chiesi quasi innervosita della sua fastidiosa risata.
Appoggiò una mano a lato della cerniera per aiutarsi a spingerla in su, mentre con l'altra la tirava in su cercando di chiuderla.
«Forse un po'» disse.
Il suo respiro mi colpì dritto sul collo e un leggero brivido mi percorre la schiena.
Ad un tratto si bloccò, e lo percepì avvicinarsi di più.
«Frutti di bosco, eh?» chiese sussurrando.
Spalancai gli occhi confusa.
«Cosa..»
Questa volta si avvicinò al mio orecchio e sussurrò : «il tuo profumo..è come quello di quando eri piccola».
Il suo sussurro mi fece tremare le ossa e dovetti impegnarmi per cercare di respirare in modo adeguato.
«Si, è sempre lo stesso», confermai la sua teoria.
Allora si ricorda cosa eravamo..
«Se non ricordo male era anche il tuo preferito..», osai dire aspettando una sua sfuriata, e invece fu l'esatto opposto.
«Lo è tutt'ora» disse mentre chiuse del tutto la cerniera del mio abito.
Deglutì rumorosamente.
Scappai dalla sue grinfie il più velocemente possibile, mi misi seduta al bordo del letto e provai a chiudere il laccetto dei tacchi, ma fu invano.
«Accidenti, questi stupidi tacchi!»
Damon mi raggiunse, si inginocchiò e iniziò ad allacciarli lui.
Sobbalzai emanando un piccolo genito per la sorpresa.
Da quando Damon addirittura si inginocchia per aiutarmi?
C'è qualcosa che non va..
«Tranquilla ragazzina, non ti mangio», sogghignò leggermente, guardandomi negli occhi.
Venni inghiottita dal suo sguardo che ora mi sembrò diverso dal solito.
Il color ambra che vive nei suoi occhi ora è più lucente e meno spento del solito, come se il Damon che conoscevo fosse tornato.
Ora sembrano due palle di sole e non più due palle di nubi nere e aranciate.
«Damon..» dissi quasi come per svegliarlo, come se dovessi riportalo alla normalità, ma sembrò non sentirmi, e più il tempo passa e più le nostre labbra sono vicine.
«Damon» dissi nuovamente.
Ma nulla, non mi ascoltò.
Ormai ci separano pochi fiati.
Sembra non voler tornare in se, e io non riesco a muovermi.
«Damon» riuscì a pronunciare prima che lui si fiondò sulle mie labbra, baciandomi.
Man mano che il bacio diventò più intenso, dentro di me provai una sensazione che non riesco, anzi, che non voglio contemplare.
Le sue labbra sono così morbide, così invitanti che non riuscì a staccarmi.
Cercai il buon senso ma non lo trovai, ma devo svegliarmi al più presto o le cose potrebbero peggiorare.
D'un tratto, come se mi avesse letto nella mente, Damon si staccò bruscamente, si alzò e si diresse verso la porta.
«Ora possiamo andare principessina, o vuole che la accompagno con la carrozza?» chiese con quel suo tono odioso di sempre, che mi diede la conferma che Damon l'antipatico è tornato.
«Spiritoso..» dissi superandolo.
Mi diressi verso la sua macchina parcheggiata qua fuori sul vialetto.

Durante il viaggio nessuno dei due parlò.
Le note di : "Church" dei Chase Atlantic  riecheggiarono nell'autovettura rendendo la situazione meno complicata.
L'unica cosa positiva di Damon è la musica che ascolta. Abbiamo li stessi gusti per quanto riguarda le canzoni e un tempo le ascoltavamo cantandole insieme, ma ora è quasi come se volesse riempire la macchina con la sinfonia delle canzoni evitando qualsiasi tipo di riscontro o di dialogo con me dopo quello che è successo in camera.
E forse meglio così.
Beh molto gentile da parte tua Damon..
Come il solito sei un vero e proprio stronzo.

«Finalmente siete arrivati»Ci accolse mia madre alla porta d'ingresso

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«Finalmente siete arrivati»
Ci accolse mia madre alla porta d'ingresso.
«Scusa il ritardo Diana, ma sua figlia mi ha dato parecchi problemi», confessò.
«Scusami?!» chiesi sentendo le vene pulsare dal nervoso.
«Io ti ho dato problemi?», continuai quasi urlandogli contro.
Non posso crederci che dia la colpa a me.
«Okay Megan, basta! Non è il momento, ne il luogo in cui discutere. Damon raggiungi gli altri..», mi interruppe mia madre.
«..e in quanto a te, ti prego di non creare problemi o di rovinare la festa come l'anno scorso», aggiunse rimproverandomi.
«È stata colpa di Damon, è tutto l'anno che te lo dico»
«Quindi è colpa di Damon se hai iniziato ad urlare nel bel mezzo della festa, picchiandoti con una ragazza?» chiese Diana guardandomi storto con le braccia conserte.
«Si», riposi.
«Era una delle sue tante conquiste che se l'è presa con me pensando che andassi a letto con lui, ma non è mai successo..», aggiunsi.
«Meg mi interessa ne il motivo, ne il perché. Evita di fare qualsiasi cosa che potrebbe rovinare tutto, per favore», mi supplicò.
«Va bene mamma. Ora se vuoi scusarmi è meglio se mi calmo prima che rovini la tua festa», con la rabbia in circolazione me ne andai fuori a prendere aria.
Guarda te se per colpa di quell'idiota io mi debba prendere sempre la responsabilità.
E in più l'ho baciato, o meglio, lui mi ha baciata, ma non mi sono tolta..
Accidenti! Perché?
Mi misi seduta sulle scale e guardai il cielo cosparso di stelle cercando una via di fuga dai miei pensieri, e sopratutto da lui. Il diavolo con gli occhi lucenti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09, 2023 ⏰

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