I miss you, I'm so sorry

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 Salve mie piccole scintille di luce (?), dunque, un paio di premesse prima che cominciate a leggere questa storia: è tanto esagerata da sembrare una puntata di qualche soap opera spagnola, ma ogni tanto un po' di angst fa sempre bene.

Dopo di che, ci tengo a precisare che non ho niente contro Lisa, semplicemente amo alla follia questi due idioti e amo alla follia il loro rapporto - parlo dei Jalex ovviamente - quindi non posso esimermi di contemplarlo anche nelle mie storie. Non odiatemi per il tradimento nei confronti di Lisa VVTTB.

Vi lascio alla storia: buona lettura e grazie in anticipo. :D



Prologo:

In pochi secondi buttò nel lavandino la padella con ancora l'uovo all'interno, afferrò con la mano sinistra la bottiglia di tequila ancora appoggiata sul piano bar della cucina completamente sporca e si sedette di fronte allo schermo del suo computer ancora aperto su quella pagina.  

Un unico tweet sullo schermo del suo nuovo computer regalatogli dal migliore amico. Quel migliore amico con cui era andato a letto poco prima.  Jack Barakat si sentiva come se nell'arco di pochi secondi, tutto il suo mondo si fosse rivoltato contro di sé.

Alex? Il suo Alex Gaskarth? Il ragazzo che ancora era ricoperto soltanto da qualche strato di lenzuolo nella camera a pochi metri da lui?  

Sentiva qualcosa bruciare nel petto: un misto di alcool che gli logorava il fegato sempre di più ad ogni sorso e un dolore, quasi come un pugno, che gli squarciava l'addome. Jack non aveva idea di cosa si trattasse, ma sapeva che era lancinante ed era certo di non aver provato mai niente del genere in vita sua.  Le lacrime si facevano strada sul suo viso coperto da un sottilissimo strato di barba incolta.

"Cazzo smettila di comportarti come una sedicenne e alzati" si ripeteva a bassa voce il chitarrista, continuando a sbattere i pugni sul tavolo quasi come un gesto di sollievo.

Il rumore doveva aver svegliato il cantante, che ancora si grattava il capo quando vide la scena patetica del suo migliore amico con i gomiti conficcati sul piano del tavolo, la testa tra le mani e una bottiglia di tequila rovesciata accanto a lui. Il computer aperto a neanche un metro di distanza da lui.

Alex si continuava a strofinare gli occhi cercando in tutti i modi di scacciare davanti a sé l'immagine dell'amico disperato.

"Jack io..." non riusciva neanche a terminare la frase. In verità Alex Gaskarth non riusciva a fare un accidenti in quel preciso momento, o per lo meno niente che avrebbe avuto senso.  

Jack si svegliò di colpo da quello strano stato di trance in cui era sprofondato e da cui sembrava non riuscire a risalire a galla e non riusciva a distogliere i suoi grandi occhi da quelli di Alex: un paio di grandi occhi scurissimi e colmi di delusione che si scontravano con uno sguardo serrato, impaurito, colpevole.

Quelle uova non sarebbero mai bastate per colmare quel senso di vuoto che si stava aprendo nella mente di Jack, ma d'altronde esisteva davvero qualcosa in grado di colmarlo? 


***

  

Fuori piove.

L'acqua venne giù decisa, col suo rumore copriva ogni cosa, persino i suoni dell'esistenza quotidiana, le voci, le parole, lo sgusciare delle auto che procedevano lente come una processione stanca.

Stay for the  night (Jalex)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora